Identità Caltanissetta
Amministrazione
SINDACO
Roberto Gambino
In carica dal: 13/05/2019
Deleghe:
Urbanistica – Centro storico
Sito istituzionale
www.comune.caltanissetta.it
Grazia Giammusso
Deleghe:
Vice Sindaco – SUAP – Polizia Municipale – Attività produttive – Eventi – Fiere – Agricoltura – Politiche giovanili – Rapporti istituzionali – Comunicazione – Turismo – Rapporti con il Consiglio Comunale
Salvatore Giuseppe La Mensa
Deleghe:
Sistema Informativo – Innovazione e digitalizzazione/Smart City – Trasparenza – U.R.P. – Partecipazione – Affari Demografici – Statistica – Organizzazione del personale – Prevenzione e corruzione – Agenda Urbana – Fondi UE
Concetta Andaloro
Deleghe:
Politiche sociali – Sanità – Sport e tempo libero – Pari opportunità – Randagismo – Terzo settore – Politiche abitative – Politiche di inclusione – Scuola
Luciana Camizzi
Deleghe:
Bilancio – Affari Legali – Partecipate – Patrimonio-Contratti -Servizi Cimiteriali – Tributi
Marcello Frangiamone
Deleghe:
Ambiente – Protezione Civile – Lavori Pubblici – Igiene e sicurezza sul lavoro – Verde Pubblico e decoro Urbano – Mobilità – Toponomastica – Politiche Energetiche – Cultura – Università
Caltanissetta, il Castello delle Donne
Castello di Pietrarossa
Sito su un’altura nei pressi di Caltanissetta, fu costruito nel IX secolo. Durante il Medioevo fu un centro strategico e intorno alla fine dell’XI secolo vi fu collocata la tomba della regina Adelasia, nipote del re Ruggero il Normanno. Nel 1378 all’interno del Castello si tenne la riunione delle famiglie nobili più importanti dell’isola e in quell’occasione vennero nominati i quattro vicari che dovevano governare la Sicilia (Governo dei Quattro Vicari). Nel 1567 una forte scossa di terremoto provocò il crollo del castello di cui rimasero in piedi solo i resti di due torri, ancora visibili. I ruderi del castello verranno utilizzati per la costruzione di diverse chiese e monumenti della città. Ai piedi dei ruderi del Castello di Pietrarossa è stato edificato il Cimitero monumentale degli Angeli.
Monumento al Redentore
Fu costruito nel 1899 per iniziativa del Comitato Internazionale Romano, il quale decise di erigere venti monumenti su altrettante cime italiane, una per ciascuna regione, in occasione dell’avvicinarsi dell’Anno Santo e del XX secolo. Edificato per rendere solenne omaggio al Gesù Cristo Redentore, è sito sulla sommità del monte San Giuliano, coincide col perfetto baricentro della Sicilia. Il basamento in pietra contiene al suo interno una cappella, opera del palermitano Ernesto Basile, vi si trova una statua bronzea del Cristo Redentore ispirata ad una statua in marmo presente sul prospetto della basilica di San Giovanni in Laterano a Roma. Alla sua devozione è legata la festa del Redentore che si tiene a Caltanissetta ad agosto.
Toponomastica – L’origine del toponimo non è certa ma un’epigrafe risalente al V secolo a.C. attesterebbe l’esistenza di un centro ellenico chiamato Nissa e controllato dai siracusani. Nel 1154, con la dominazione araba, il geografo Al Idrisi riprese il suo antico nome Nissa e vi aggiunse il vocabolo Qal’at o Khalat (castello). Caltanissetta deriverebbe così dall’appellativo arabo Qal’at-an-Nissua, il cui significato sarebbe “Castello delle donne”, attribuito forse in riferimento alle donne che abitavano il feudo.
A lungo si è creduto che nel II secolo a.C. la città fosse stata invasa dai Romani che, guidati dal console Lucio Petilio, vi avrebbero installato una colonia chiamata appunto “Petiliana” in suo onore. Recenti studi lasciano supporre invece che la colonia Petiliana corrisponda non a Caltanissetta bensì alla vicina Ravanusa. Ciononostante si è voluto che il presunto passaggio del console Petilio rimanesse un segno indelebile nella toponomastica della zona, per esempio a Borgo Petilia, in realtà nome attribuito dal regime fascista nel XX secolo.
Origini – Il territorio di Caltanissetta mostra tracce della presenza umana sin dall’età del bronzo: nei pressi della città sono stati infatti ritrovati reperti archeologici riferibili al IV millennio a.C. Secondo gli storici, i primi ad abitare nel luogo dove oggi sorge la città, potrebbero essere stati i Bizantini che avrebbero edificato il Castello di Pietrarossa e l’annesso borgo chiamato Nissa. Con l’arrivo degli Arabi, intorno all’846, il nome divenne Qal’at an-nisā. Alla fine dell’XI secolo i Normanni entrarono in possesso del territorio, da loro rinominatoCalatanesat e la città entrò a far parte dei possedimenti del Gran Conte Ruggero che la trasformò in feudo. Dopo Adelasia, nipote del conte, fu Gosfredo di Lecce, signore di Montecaveoso, il primo feudatario di Caltanissetta. Seguì, nel 1194, il dominio svevo, poi quello angioino ed infine giunsero gli Aragonesi. Nel 1358, a seguito di una riunione avvenuta nel Castello di Pietrarossa fra le quattro famiglie nobili dell’isola (Chiaramonte, Ventimiglia, Peralta, Alagona), si decise di dare inizio al Governo dei Quattro Vicari, durato fino al 1392. Dopo alterne vicende, la città fu dominata dai Moncada per più di quattro secoli; questi ultimi fecero edificare sul fiume Salso il ponte di Capodarso, con l’obiettivo di favorire le esportazioni di zolfo e di facilitare le comunicazioni. Nel febbraio del 1567, un forte terremoto colpì la città, il Castello di Pietrarossa ne rimase gravemente danneggiato ed i suoi ruderi vennero utilizzati per la ricostruzione del resto della città.
Caltanissetta contemporanea – Caltanissetta divenne capoluogo di provincia nel 1818 e diocesi nel 1844. Nel maggio del 1849 la città fu sede della fine della rivoluzione federale siciliana capeggiata da Ruggero Settimo. Nel 1860 Garibaldi e i suoi Mille giunsero a Caltanissetta e la città venne annessa al Regno d’Italia. Dopo l’Unità d’Italia seguì un periodo di grande sviluppo economico dovuto soprattutto all’intensa attività delle miniere che fu però funestato da varie sciagure come l’esplosione nella miniera di Trabonella il 27 aprile 1867, l’esplosione a Gessolungo il 12 novembre 1881 e altre due esplosioni nel 1911 a Deliella e di nuovo a Trabonella. Durante la Seconda guerra mondiale, nel quadro dello sbarco degli Alleati in Sicilia, la città subì diversi bombardamenti fra il 7 e il 17 luglio 1943. Le truppe americane il 18 luglio occuparono la città di Caltanissetta. Nei vari bombardamenti perirono 350 civili, di cui 100 bambini e ingenti furono i danni al patrimonio artistico. Negli anni Cinquanta iniziò la ricostruzione e la città conobbe una notevole espansione urbanistica minata però dalla piaga dell’abusivismo edilizio (nonostante l’approvazione di un piano regolatore) e delle infiltrazioni mafiose negli appalti.Sono anche gli anni di un insolito fermento culturale per una piccola cittadina dell’entroterra siciliano grazie all’apertura, nel centro storico, di una libreria e di una piccola casa editrice da parte di Salvatore Sciascia. La sede dell’omonima casa editrice divenne un autentico salotto letterario frequentato dai maggiori letterati del tempo che definirono la città con l’appellativo di “Piccola Atene”. Nei primi anni Settanta venne meno il settore dell’estrazione dello zolfo: la crisi dovuta alle nuove tecnologie estrattive e alla concorrenza estera raggiunse in quegli anni il punto di non ritorno e furono così chiuse anche le ultime solfare. Gli anni Novanta sono da annoverare tra i più bui per Caltanissetta. Il decennio si caratterizza per l’inchiesta della magistratura sull’abusivismo edilizio e sulla collusione tra mafia e politica denominata “Operazione Leopardo”, che non risparmiò politici, imprenditori e funzionari pubblici locali. Dal 1996, a Caltanissetta, è stato creato il Consorzio Universitario e la città è diventata sede decentrata di corsi di laurea universitari attivati nel tempo da vari atenei, come quelli di Palermo, di Catania e della Lumsa.
Centro storico – Nel centro storico arte e cultura si intrecciano sapientemente. Nella centralissima piazza Garibaldi si erge la Cattedrale costruita tra il 1570 e il 1622 inglobando la Cappella di Santa Maria la Nova. Inizialmente intitolata alla Santa, fu dedicata nel 1625 anche a San Michele, diventato patrono, al quale i cittadini chiesero di essere protetti dalla peste che affliggeva la regione. Al suo interno si possono ammirare affreschi del pittore fiammingo Guglielmo Borremans che decorano la volta e i pilastri. Su piazza Garibaldi si affaccia anche la cinquecentesca Chiesa di San Sebastiano, edificata secondo la tradizione per volontà dei cittadini in onore del Santo che li liberò dalla peste. Di fronte all’edificio spicca la Fontana del Tritone, eseguita nel 1956 dall’architetto Gaetano Averna che riprese un calco di gruppi mitologici dell’artista nisseno Michele Tripisciano. Altro prezioso esempio di architettura sacra è la Chiesa di Sant’Agata, detta anche del Collegio, all’interno è possibile ammirare una pala marmorea raffigurante Sant’Ignazio e una tela del Martirio di Sant’Agata. Nel 1371, sui resti dell’antica chiesa dedicata a Santa Maria Annunziata e del Convento dei carmelitani scalzi fu costruito il Palazzo del Municipio (o del Carmine). Dinnanzi all’entrata, sono custoditi i calchi in gesso dei giureconsulti Paolo e Ortensio del Tripisciano i cui originali, eseguiti in travertino, si trovano al Palazzo di Giustizia di Roma. Sulla stessa via si erge il monumentale Palazzo Moncada, edificato nella prima metà del XVII secolo per opera di Don Luigi Moncada e rimasto incompiuto. Inizialmente l’imponente edificio fu realizzato con pietre e decorazioni architettoniche sottratte al Castello di Pietrarossa.
Architettura Religiosa
- Abbazia di Santo Spirito, dedicata allo Spirito Santo, è una delle chiese più antiche della città. Fu commissionata dal conte Ruggero e realizzata su un antico casale arabo a sua volta costruito probabilmente su un edificio di culto già esistente in epoca bizantina. Fu consacrata nel 1153.
- Chiesa di Santa Maria degli Angeli, detta anche “la Vetere”, è situata a ridosso del Castello di Pietrarossa. Costruita in epoca Normanna, fu la sede parrocchiale della città di Caltanissetta dal 1239 al 1622. Dopo l’Unità d’Italia venne sconsacrata e da allora subì un inesorabile declino. È stata restaurata agli inizi del Duemila.
- Chiesa di San Domenico, fu fondata nel 1400 nel quartiere Angeli. La costruzione della chiesa si intreccia con la storia della città e della famiglia Moncada. Nel 1458 Antonio Moncada, per ereditare il suo titolo, dovette rinunciare all’abito talare e, pertanto, come “risarcimento” all’ordine domenicano, cui apparteneva, fece costruire una chiesa con annesso convento. All’interno della chiesa è presente una tela seicentesca dell’artista toscano Filippo Paladini che ritrae la Madonna del Rosario.
- Chiesa di Santa Croce, dedicata al Santissimo Salvatore fino al 1590, la chiesa e l’annesso Monastero delle suore Benedettine furono costruite nel 1531 per volontà del conte Antonio III Moncada. Nel 1590 la contessa Moncada donò una reliquia di una croce in pietra e da allora la chiesa prese il nome di Chiesa della Santa Croce. Nel 1660 un contadino, nei pressi della Abazia di Santo Spirito, trovò una pietra dove sembra scorgersi naturalmente l’effigie della Croce, da allora la pietra, accertato ed escluso ogni intervento umano, venne consacrata ed è oggi gelosamente conservata all’interno della chiesa.
Architettura Civile
- Palazzo delle Poste, fu realizzato a seguito della demolizione della Chiesa di Sant’Antonino. Il palazzo, progettato dall’ingegnere G. Lombardo con l’obiettivo di rendere più funzionali gli uffici e il telegrafo, fu costruito nel 1931 e inaugurato il 29 ottobre del 1934. L’insieme architettonico risente dello stile del ventennio fascista, testimoniato dagli affreschi dell’artista palermitano Gino Morici e dalle soluzioni architettoniche. Nel 2004 l’edificio è entrato a far parte della proprietà della Banca del Nisseno e, dopo un’importante opera di restauro, è tornato fruibile al pubblico. Oggi è sede della Soprintendenza per i beni culturali e ambientali di Caltanissetta.
- Palazzo Benintende, realizzato da Giuseppe Di Bartolo, presenta un’interessante sovrapposizione di ordini architettonici: le colonne al piano nobile sono in stile ionico, mentre quelle del secondo piano in stile dorico. Nel 1862 Giuseppe Garibaldi alloggiò nel palazzo.
Sono presenti altri edifici e monumenti storici di rilevanza culturale:
Cimitero monumentale degli Angeli; Palazzo della Provincia; Palazzo Testasecca; Casina dei Gesuiti alle Balate; Villa Amedeo; Chiesa di San Giovanni.
Siti Archeologici
Le radici antichissime di Caltanissetta si rispecchiano in ogni angolo del suo territorio; il ponte di Capodarso, edificato da maestri veneziani nel 1553, ne è un valido esempio: fu infatti considerato la terza bellezza dell’isola, insieme all’Etna e al lago di Lentini. Vicino alla città si possono visitare anche i resti del Castello di Pietrarossa, probabilmente costruito dagli Arabi e distrutto da un terremoto nel 1567. A Caltanissetta sono presenti inoltre tre importanti parchi archeologici. Il parco di Palmintelli, venuto alla luce a seguito degli scavi condotti nel 1988, è situato in una zona centralissima della città. Originariamente l’area ospitava un complesso funerario risalente all’età del bronzo, numerosi sono i reperti archeologici ritrovati al suo interno. A circa cinque chilometri dalla città troviamo il parco archeologico di Gibil Gabib. Gli scavi, iniziati nella seconda metà dell’Ottocento e continuati a più riprese nella metà del secolo scorso hanno rivelato la presenza nella zona di insediamenti preistorici indigeni e di età greca. Vennero portati alla luce anche parti della cinta muraria e un vero torrione di difesa della metà del VI secolo a.C. Le statuette rinvenute nella zona testimoniano l’esistenza di vari spazi dedicati al culto e alla venerazione. Un po’ fuori dal centro abitato troviamo infine il parco archeologico di Sabucina, venuto alla luce negli anni Sessanta. Nel sito sono stati individuati insediamenti che si susseguirono dall’età del bronzo antico fino al periodo romano.
A partire dalla seconda metà dell’Ottocento, l’economia della città conobbe un grande sviluppo grazie alla produttiva attività mineraria delle oltre 250 solfatare presenti sul territorio. Caltanissetta, per molto tempo, fu una delle prime città europee in questo settore industriale tanto che le fu attribuito l’appellativo di “capitale mondiale dello zolfo”. Dopo la crisi dovuta all’ingresso nel mercato degli americani, l’Ente Minerario Siciliano provò a risollevare l’attività estrattiva, senza però riuscirvi. Se fino agli inizi del Novecento l’economia cittadina era dunque legata maggiormente alle solfatare e all’agricoltura, oggi il sostentamento deriva soprattutto da altre forme di sfruttamento delle risorse. Nel settore dell’industria, le attività principali sono legate alla lavorazione e alla raffinazione del petrolio. Tra i settori maggiormente rappresentati troviamo industrie manifatturiere, meccaniche, alimentari, tessili ed elettroniche. Ampia è la varietà dei rinomati prodotti artigianali ottenuti dalla lavorazione del vetro, dei tessuti e del legno; in particolare, con la radica di Erica Arborea si producono pregiate pipe. L’allevamento e la viticoltura sono fondamentali per la città: le produzioni di vini, in particolare del Nero d’Avola e dello spumante, sono considerevoli, ma non mancano i latifondi dove alla coltivazione di grano, mandorle, uva e cereali, si accosta l’allevamento di ovini e bovini. Apprezzabile la produzione di torroni. Il terziario è senza dubbio il settore più sviluppato, nonché il più diversificato: oltre alle attività commerciali e a quelle legate all’edilizia, si annoverano sul territorio numerose filiali bancarie e istituti assicurativi. Il turismo è un settore in continua crescita grazie all’offerta di un vasto numero di siti monumentali ed archeologici sebbene vi sia ancora molto da fare sulla strada della valorizzazione del patrimonio artistico e paesaggistico del territorio.
Evoluzione demografica – A partire dalla seconda metà dell’Ottocento, la città di Caltanissetta conobbe uno sviluppo demografico senza precedenti: la popolazione residente passò infatti dai 23.719 abitanti del 1861 ai 59.760 abitanti rilevati nel censimento del 1921. Il periodo del grande boom demografico coincise con il periodo di grande sviluppo economico dovuto all’intensa attività delle miniere. La tendenza si invertì, con alterne vicende, a partire dagli anni Venti e, in concomitanza con la progressiva chiusura di tutte le miniere, Caltanissetta divenne paese di emigrazione ed i nisseni si spostarono altrove in cerca di lavoro e fortuna; il dato demografico precipitò a poco più di 40.000 abitanti. A partire dal 1936, si assiste ad una ripresa che nel secondo dopoguerra registra una popolazione di circa 60.000 unità. Ad oggi il dato sembra mantenersi per lo più costante.
Etnie e minoranze – Nell’ultimo decennio la città ha conosciuto un notevole incremento della popolazione straniera residente nel territorio: se nel 2006 gli stranieri residenti erano solo 894 unità, i dati del censimento del 2016 rivelano la presenza di 3.355 stranieri residenti (pari al 5,3% del totale della popolazione residente). La comunità più numerosa è quella proveniente dal Marocco (20,6%), segue quella del Pakistan (19,8%), della Romania (16,5%) e infine quelle dell’Afghanistan (7,7%) e cinese (4,6%).
Musei – In omaggio a una delle risorse più importanti per la crescita della città è sorto, per iniziativa della Scuola Speciale di Mineralogia, il Museo Mineralogico e Paleontologico della Zolfara che conserva una vasta collezione di minerali, fossili e rocce, la riproduzione degli interni delle miniere e le attrezzature usate. Nel Museo del Folklore e delle Tradizioni Popolari sono esposte invece le “vare”, raffigurazioni in gesso e cartapesta che rappresentano le tappe della Via Crucis. A partire dal 2006 il Museo archeologico, sito accanto all’Abbazia di Santo Spirito, ha sostituito il Museo civico. Nel museo sono raccolti un gran numero di reperti archeologici provenienti per la maggior parte dalle necropoli di Mazzarino e dai siti indigeni di Gibil Gabib e Sabucina. Nel Museo Tripisciano, inaugurato nel 2010 in un’ala del Palazzo Moncada, sono esposte diverse opere dello scultore nisseno Michele Tripisciano, donate dall’autore al Comune al momento della morte. La struttura ospita inoltre una sala interamente dedicata ai Moncada, gli antichi proprietari del palazzo. Concludiamo la nostra rassegna con il Museo diocesano che ospita diverse opere di artisti locali del Seicento e del Settecento.
Biblioteche – Biblioteca Comunale Luciano Scarabelli, istituita nel 1862 e allocata nei locali dell’ex Collegio dei Gesuiti; Biblioteca del Seminario vescovile (o Biblioteca diocesana); Biblioteca della Corte di appello di Caltanissetta; Biblioteca dell’Archivio di Stato di Caltanissetta; Biblioteca di cultura generale e di studi ambientali.
Teatri – Teatro Regina Margherita, inaugurato nel 1875 e intitolato alla regina Margherita di Savoia che nel 1881 fu in visita ufficiale a Caltanissetta. Particolarmente utilizzato fino alla Seconda guerra mondiale, venne chiuso negli anni Settanta. È stato riaperto nel 1997 dopo un lungo e accurato restauro.
Sacro e Profano – Le celebrazioni più sentite dalla comunità si compiono nel corso della Settimana Santa, per l’occasione giungono in città numerosi turisti. La prima festa si svolge la Domenica delle Palme con la processione della barca di fiori contenente la statua di Gesù Nazareno. La mattina del Mercoledì Santo ha luogo la Real Maestranza: le dieci corporazioni di arti e mestieri sfilano per le vie della città precedute dal “capitano”, un uomo anziano nominato rappresentante del popolo. La manifestazione che rende Caltanissetta conosciuta nel mondo è soprattutto la processione del Giovedì Santo, detta delle “vare”: sedici maestosi gruppi statuari nella serata percorrono il centro storico. Alle celebrazioni legate alla Settimana Santa si aggiungono altre feste religiose, tra le quali molta importanza riveste quella del 29 settembre in onore del patrono San Michele Arcangelo. Per le vie della città, la processione della statua raffigurante il santo è seguita dai fedeli a piedi nudi ed è preceduta dalla sfilata dei bambini vestiti con il costume del patrono. Secondo la tradizione il santo apparve l’8 maggio del 1625, mentre in Sicilia dilagava la peste, a Fra Francesco Giarratana, un frate cappuccino. Il frate vide il santo fulminare un uomo appestato che tentava di entrare in città. Il corpo dell’uomo sarebbe stato trovato il mattino seguente e a seguito di tale episodio San Michele l’Arcangelo venne eletto a furor di popolo patrono di Caltanissetta. Molto sentite anche la Festa del Santissimo Redentore che si celebra ad agosto sul Monte San Giuliano e la Festa di Maria Immacolata, a cui è intitolata la Cattedrale, che si svolge l’8 dicembre. A memoria del terremoto del dicembre del 1908 che devastò Messina ma risparmiò Caltanissetta, la sera del 28 dicembre ha luogo la Processione dei Tre Santi: le statue di San Michele, dell’Immacolata e del Redentore vengono condotte per le vie del centro storico e poi riportate nella Chiesa Madre. Dal 2009 ogni anno, dalla notte di Natale fino all’Epifania, si svolge il caratteristico e frequentatissimo presepe vivente “Betlemme agli Angeli” che vanta la partecipazione di oltre 150 figuranti in costume, tutti residenti nell’antico quartiere degli Angeli.
Le radici rurali della città si ritrovano anche nella cucina tipica, caratterizzata da piatti semplici come i cavateddi (un tipo di pasta all’uovo) o le muffulette, una sorta di focacce farcite con cipolla e acciughe, o ancora le fuatte (pizza), il maccu (una zuppa locale fatta con le fave e il finocchietto selvatico) o la cosiddetta mbriulata fatta con la pasta sfoglia ripiena di salsiccia, olive nere, cipolla, pecorino grattugiato e olio. I secondi piatti caratteristici del luogo sono il pollo alla nissena, i cui ingredienti principali sono la cipolla e il caciocavallo, il falsomagro ovvero un grosso rotolo di carne con ripieno di prosciutto, formaggio e uova. Tipici, tra i dolci, i torroni, i cannoli alla ricotta, la cassata e il rollò, un sottile rotolo di pan di spagna farcito di ricotta con un cuore di martorana. Ricordiamo infine che a Caltanissetta aveva sede il Gruppo Averna, produttore del famoso amaro, che, fondato nel 1868, fu l’azienda principale della zona per diversi decenni. L’amaro Averna chiude sempre i pasti dei cittadini nisseni.
- Tommaso Tamburino (Caltanissetta, 1591 – Palermo, 1675), gesuita e filosofo;
- Girolamo Maria da Caltanissetta (1712-1786), frate cappuccino e grande bibliofilo, fondò la prima grande biblioteca cappuccina a Caltanissetta;
- Antonio Lanzirotti (1806-1888) politico repubblicano e mazziniano;
- Giuseppe Antonio Brugnone (Caltanissetta, 1819 – Palermo, 1884) presbitero, gesuita e zoologo.
- Padre Frate Angelico Lipani, al secolo Vincenzino Lipani (1842-1920), religioso dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini e sacerdote, è in corso il processo per la sua beatificazione;
- Francesco Pulci (1848-1927) presbitero, letterato e storico;
- Marco Sbriziolo (Caltanissetta, 1855 – Milano, 1925) chimico, insegnante e giornalista;
- Michele Tripisciano (1860-1913) scultore neoclassicista;
- Agostino Lo Piano Pomar (1871-1927) sindacalista e politico;
- Antonietta Mazzone (1878-1941), religiosa;
- Pier Maria Rosso di San Secondo (Caltanissetta, 1887 – Lido di Camaiore, 1956) drammaturgo e giornalista;
- Luigi Oggioni (1892) magistrato italiano e primo presidente della Corte di Cassazione;
- Guido Chiarelli (Caltanissetta, 1902 – Torino, 1982) ingegnere e pioniere nella storia dell’illuminazione pubblica a Torino per i vari e innovativi impianti realizzati;
- Giuseppe Gabrielli (Caltanissetta, 1903 – Torino, 1987) ingegnere aerospaziale;
- Pompeo Colajanni (Caltanissetta, 1906 – Palermo, 1987) partigiano, politico e antifascista;
- Letizia Novella Colajanni (1914-2005) politica soprannominata “signorina della pace”;
- Rosario Assunto (Caltanissetta, 1915 – Roma, 1994) filosofo;
- Gaetano Costa (Caltanissetta, 1916 – Palermo, 1980) magistrato e procuratore capo di Palermo ucciso dalla mafia;
- Pietro Leone (Caltanissetta, 1917 – Verona, 1970) insegnante, preside e provveditore agli studi;
- Antonino Caponnetto (Caltanissetta, 1920 – Firenze, 2002) magistrato noto soprattutto per aver guidato il Pool antimafia e per la collaborazione con Falcone e Borsellino;
- Luigi Vannucchi (Caltanissetta, 1930 – Roma, 1978) attore, doppiatore e regista;
- Ugo Longo (Caltanissetta, 1941 – Roma, 2009) avvocato e dirigente sportivo;
- Michele Cordaro (Caltanissetta, 1943 – Roma, 2000) storico dell’arte, critico d’arte e saggista, specialista di teoria del restauro;
- Sergio Antonio D’Antoni (Caltanissetta, 1946) sindacalista, politico e dirigente sportivo italiano, presidente del CONI Sicilia dal giugno 2014;
- Beppe Cino, all’anagrafe Giuseppe Cino (Caltanissetta, 1947), regista e sceneggiatore;
- Girolamo Ciulla (Caltanissetta, 1952) artista e scultore;
- Roberto Maria Ferdinando Scarpinato (Caltanissetta, 1952) magistrato italiano, attuale Procuratore generale presso la Corte d’Appello di Palermo;
- Francesco Guadagnuolo (Caltanissetta, 1956) pittore, scultore, e incisore.
Come arrivare
Le principali arterie extraurbane che interessano la città sono: l’autostrada A19 Palermo-Catania; la SS 640 di Porto Empedocle; la nuova strada ANAS 346 Raccordo di Pietraperzia (uno scorrimento veloce che unisce la SS 640 con la SS 626 e si prolunga fino al centro abitato di Pietraperzia); la SS 626 della Valle del Salso; la SS 122 Agrigentina che ha inizio ad Agrigento e termina al bivio Benesiti, nelle campagne di Enna; la SS 122 bis per Santa Caterina Villarmosa. Gli aeroporti più vicini sono il Fontanarossa di Catania ed il Pio La Torre di Comiso, entrambi a circa 115 Km di distanza dalla città. La città è dotata di due stazioni ferroviarie. La stazione principale è quella di Caltanissetta Centrale, situata nei pressi del centro storico, da qui transitano le linee Catania-Agrigento, Caltanissetta Xirbi-Gela-Siracusa e la Caltanissetta-Palermo. La seconda stazione della città è quella di Caltanissetta Xirbi, situata in una zona rurale a nord di Caltanissetta. Vi transitano le linee Palermo-Catania e Caltanissetta Xirbi-Agrigento. Il capolinea degli autobus extraurbani è sito in Via Rochester, a circa 750 metri di distanza dalla Stazione di Caltanissetta Centrale. Diverse compagnie di autobus (Astra Autolinee, Etnatrasporti, Sais) gestiscono i collegamenti con i comuni limitrofi, con gli aeroporti e con i centri siciliani più importanti. La Sais offre anche un collegamento giornaliero con la capitale.
Mobilità urbana – Il trasporto urbano è gestito dall’azienda locale Scat. Il capolinea degli autobus si trova in piazza Roma, di fronte alla stazione ferroviaria di Caltanissetta Centrale. Sono attive 5 linee di autobus con frequenza di 30 minuti nei giorni feriali e di 60 minuti nei giorni festivi. In città sono inoltre presenti diverse compagnie che offrono servizi di autonoleggio e taxi.