Identità Giardini Naxos

Amministrazione

SINDACO

Giorgio Salvatore Stracuzzi

In carica dal: 05/10/2020

Deleghe:

Sito istituzionale

www.comune.giardini-naxos.me.it

Giardini Naxos, una delle prime Colonie Greche di Sicilia

Il comune di Giardini Naxos fa parte del comprensorio del Parco Fluviale dell’Alcantara, area naturalistica protetta sorta attorno all’omonimo corso d’acqua. Il letto del fiume, formato da un’antica colata lavica, presenta particolari formazioni di roccia basaltica ed un suggestivo paesaggio fatto di laghetti e cascate che si alternano a ripide pareti e profonde gole.

La cittadina è ritenuta una delle più antiche fondazioni greche dell’isola: nel 734 a.C. alcuni coloni Calcidesi, guidati da Teocle, si stabilirono qui battezzando il villaggio con lo stesso nome dell’isola nel Mar Egeo, Naxos. Schieratasi con Atene, la città fu rasa al suolo da Dionisio di Siracusa (403 a.C.). Il territorio venne donato ai Siculi ed è citato negli annali romani come semplice stazione di posta per il cambio dei cavalli. Con la dominazione bizantina divenne un approdo marittimo strategico collegato alla città di Taormina, ma furono gli Arabi a far fiorire il borgo diffondendo nell’agro giardinese la coltivazioni degli agrumi. Da questo piccolo golfo Garibaldi salpò per raggiungere la Calabria, nell’estate del 1860. Il paese ottenne l’autonomia amministrativa da Taormina nel 1847.

L’interessante aspetto architettonico della cittadina vede convivere gli eleganti palazzi di fine secolo con le costruzioni più povere e pittoresche del borgo marinaro in prossimità del porto. Non distante, nei pressi della punta di Capo Schisò, vicino al fortino secentesco si trova il Museo Archeologico di Giardini Naxos, che conserva i reperti di epoca neolitica ed i resti del passaggio greco-romano rinvenuti nel territorio. Le zone archeologiche sul promontorio, appartenenti all’antica cittadella, sono infatti particolarmente ricche di resti risalenti al V secolo a.C.: è possibile identificare un tratto della cinta muraria in pietra lavica proveniente dal vicino Etna, due fornaci coperte ed un tempio probabilmente dedicato ad Afrodite.

L’economia locale crebbe ulteriormente a partire da metà del Quattrocento, quando si diffuse la coltura della canna da zucchero: il borgo, acquisita importanza nella regione, fu fortificato ed arricchito da strutture militari, come il torrione di Capo Schisò e la Torre Vignazza. Il XIX secolo fu l’epoca dello sviluppo industriale ed artigianale del paese, col fiorire di numerose botteghe ed imprese. Il secolo successivo, invece, fu teatro dello sviluppo turistico che ha reso la località una delle più rinomate della Sicilia: le strutture alberghiere ed i servizi dell’indotto turistico sono da cinquant’anni la principale risorsa economica della zona. Lo sviluppo di questo settore è andato a scapito di quello agricolo e di quello ittico, che per tutto l’Ottocento fornivano materia prima a diverse attività di lavorazione industriale, tra cui l’estrazione di essenze alcoliche dagli agrumi. Sopravvivono alcune attività artigianali come la produzione di ricami, tappeti e tessuti, ma anche la lavorazione del ferro battuto e la produzione di ceramiche e terrecotte (tegole e vasi). Una nicchia di importante valenza simbolica è poi occupata da produzioni di oggetti legati al folklore come i pupi siciliani ed il tipico carretto, dipinto di colori sgargianti e riccamente ornato.

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Musica – Il comune è particolarmente attento al recupero delle tradizioni canore e musicali. Dal 1950, infatti, grazie all’attività di Luigi Buda ha preso vita il Gruppo Folkloristico dei Piccoli Canterini di Naxos, che ha guadagnato l’attenzione del pubblico a livello nazionale. Il gruppo si esibisce con costumi di stampo sette-ottocentesco e strumenti tradizionali, tra cui il friscallettu (flauto di canna) ed il marranzano (strumento a molla in acciaio).

Sacro e Profano – Oltre alle manifestazioni legate al calendario liturgico, è di particolare importanza per l’enogastronomia locale la Sagra del Pesce, che si tiene tra la fine di giugno e l’inizio di luglio nel porticciolo della frazione Saia. Qui è possibile gustare alcuni degli innumerevoli piatti della tradizione, come le paste condite con cozze, pesce spada, nero di seppia e la nunnata (pesci piccolissimi). Maria Santissima Raccomandata, patrona del paese, si festeggia l’8 settembre.

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Come arrivare

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