Tutti i numeri dello sviluppo nella ricerca dell’ufficio studi nazionale di Confcommercio
Buone notizie: la provincia di Ragusa passa dal -2,9 del periodo 2008-2014, al -1,1 del 2015-2017 sino ad arrivare allo 0,8 del 2018
(26 luglio 2019)
L’Ufficio studi nazionale di Confcommercio ha reso noti i dati concernenti lo sviluppo economico riguardanti anche la Sicilia. E, da questo punto di vista, è interessante l’analisi che è possibile effettuare anche con riferimento all’area iblea. “Da tempo – spiega il presidente provinciale Confcommercio Ragusa, Gianluca Manenti – la nostra associazione di categoria ha indicato nel 2020 l’anno cruciale per testare le effettive possibilità di trasformare l’attuale stagnazione in una variazione apprezzabile del Pil, diciamo attorno all’1-1,5%, visto che il 2-2,5% ancora una volta è fuori portata perché i nodi strutturali che frenano il sistema sono ancora largamente irrisolti. Per adesso, realisticamente, per l’anno prossimo l’Ufficio studi prevede soltanto una ripresa attorno al mezzo punto percentuale”.
Ma quali sono i dati relativi all’area iblea? Intanto sono stati calcolati i fattori che determinano la crescita. La popolazione residente nell’area iblea, nel 2008, era pari a 302.000 unità, nel 2018 a 321.000, con un saldo attivo di 19mila unità. Gli occupati nel 2008 erano 106mila, 105.000 nel 2018, con una decrescita di un migliaio di unità. Il tasso di disoccupazione, in 10 anni, è passato dall’8,2% al 18,7%. Il tasso di disoccupazione della fascia tra i 15 e 24 anni è passato dal 21 al 44,7%. E’ stato calcolato, poi, il tasso di occupazione per settore di attività economica, con riferimento al 2018. Dei 105.000 occupati, il 23,1% è impiegato in agricoltura, il 15,6% nell’industria, il 61,3% nel settore dei servizi. Per quanto riguarda quest’ultima percentuale, è così da suddividere; il 22,3% nei comparti commercio, alberghi e ristoranti; il restante 39% nelle altre attività dei servizi. Per quanto riguarda il valore aggiunto (in economia è la misura dell’incremento di valore che si verifica nell’ambito della produzione e distribuzione di beni e servizi finali grazie all’intervento dei fattori produttivi (capitale e lavoro) a partire da beni e risorse primarie iniziali), la provincia di Ragusa passa dal -2,9 del periodo 2008-2014, al -1,1 del 2015-2017 sino ad arrivare allo 0,8 del 2018. I consumi, invece, si attestano su una percentuale del -1,9 nel periodo 2008-2014, sino all’1,5 del 2015-2017 per arrivare all’1 del 2018. In questo caso è stato preso in considerazione l’andamento in termini reali (variazione % media annua) dei consumi provinciali per abitanti a partire dal 2008 sino al 2018.
L’Ufficio studi riporta poi le imprese registrate, per settore, presso la Camera di commercio provinciale, suddivise per macrosettori economici. Risulta che nell’anno 2018 erano in tutto 36.823 di cui 9.077 operanti in agricoltura, 6.882 nell’industria, 9.290 nel settore del commercio e tra queste 2.131 nei servizi di alloggio e ristorazione e 4.362 in altri servizi di area Confcommercio (trasporti e magazzinaggio, servizi di informazione e comunicazione, attività immobiliari, attività professionali, scientifiche e tecniche, noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese, istruzione, sanità e assistenza sociale, attività artistiche, sportive, di intrattenimento). “Occorre individuare delle priorità tra i molti obiettivi segnalati – continua il presidente Manenti – perché l’indebitamento andrà comunque tenuto sotto controllo. La priorità assoluta rimane il disinnesco delle clausole Iva da 23 miliardi di euro nella costruzione della prossima finanziaria. Se vi vuole ridurre il carico fiscale la prima cosa da fare è non aumentarlo. Quindi, prima disinnescare le clausole, poi procedere, compatibilmente con gli equilibri di bilancio negoziati con la controparte europea, a eventuali operazioni di riduzioni di aliquote. E le ricadute, naturalmente, riguarderanno anche il livello locale”.
Comunicato Stampa