Tre discariche abusive sotto sequestro, tra Ispica e Pozzallo, con 50.000 kg di rifiuti speciali
Si tratta di 35.000 mq di terreni. In uno dei tre casi è stata individuata anche una cava abusiva di sabbia in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico ed idrogeologico, in adiacenza del “Maccone Bianco”, meta di migliaia di turisti
(27 giugno 2019)
La Guardia di Finanza di Pozzallo, in stretta sinergia con i colleghi della Sezione Operativa Navale di Pozzallo, ha individuato e sequestrato, tra i Comuni di Pozzallo ed Ispica, tre discariche abusive. Le aree individuate sono terreni con destinazione d’uso seminativo e pascolo dove sono stati rinvenuti ingenti cumuli di rifiuti quali terre e rocce da scavo, rifiuti provenienti da demolizioni e costruzioni edilizie, amianto e scarti di lavorazione da cicli industriali, che modificavano l’assetto originario e naturale dell’ambiente circostante. Responsabili dell’illecita attività sono tre insospettabili imprenditori operanti nel settore turistico balneare, nel settore del movimento terra e della lavorazione di materie prime che, ignorando le previsioni di legge, avevano adibito a luogo di deposito e movimentazione di rifiuti pericolosi e non, i terreni nella propria disponibilità senza alcuna autorizzazione in violazione alla vigente normativa in materia di Tutela Ambientale.
Una lucrosa attività, realizzata al fine di risparmiare sui costi di smaltimento dei rifiuti speciali, secondo la normativa vigente. Alle attività che hanno condotto le Fiamme Gialle ad individuare le tre aree hanno fornito un contributo determinante anche gli elicotteri della Sezione Aerea di Palermo, che hanno sorvolato il territorio interessato dagli accertamenti, sottoponendolo ad un attento monitoraggio. In uno dei tre casi è stata individuata anche una cava abusiva di sabbia in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico ed idrogeologico, in adiacenza del “Maccone Bianco”, area boschiva marina protetta che ogni anno è visitata da migliaia di turisti ed appassionati della natura. Gli operatori di polizia hanno constatato che nell’area, formalmente a destinazione agricola, erano stati eseguiti lavori di scavo e sbancamento di terra per un’altezza, in alcuni punti, di oltre 6 metri e con un ammanco di sabbia stimato in 17.000 metri cubi.
Proprio su quest’ultimo caso si sono concentrate maggiormente le attenzioni degli investigatori che, dopo appostamenti e pedinamenti, sono riusciti ad individuare i luoghi di destinazione della sabbia, che finiva all’interno di aziende specializzate nella fabbricazione di cementi e calcestruzzo. In questo quadro le indagini hanno riguardato quindi anche il profilo dell’arricchimento illecito derivante dalle cessioni a titolo oneroso del materiale inerte. Sono stati, infatti, calcolati i proventi non dichiarati al fisco dall’imprenditore per la vendita della sabbia, portando i militari della Tenenza di Pozzallo a rilevare come il responsabile individuato, oltre al danno ambientale, avesse anche omesso di dichiarare al fisco più di 100 mila euro di ricavi. Complessivamente, durante le attività che hanno visto impiegate le Fiamme Gialle iblee, sono stati sottoposti a sequestro tre terreni per complessivi 35.000 mq, 50.000 kg di rifiuti speciali, nonché un escavatore gommato ed un camion per movimento terra, utilizzati per l’illecita estrazione della sabbia. Le attività così condotte hanno permesso di identificare tre responsabili, i quali, oltre a dover rispondere dei reati, dovranno pagare pesanti sanzioni e provvedere alla bonifica dei siti deturpati.