Ragusa, tre secoli di moda al Museo del Costume MUDECO di Donnafugata: in fase conclusiva l’allestimento delle sale
" I rapporti culturali già avviati dall’architetto Iacono con l’Accademia delle Belle Arti di Catania e altre accademie, istituti e musei italiani, ci confortano circa il futuro di un sito che dovrà aprirsi come polo museale non solo regionale"
(31 luglio 2020)
“Nonostante le difficoltà legate al particolare contesto di quest’anno – dichiara l’assessore alla cultura Clorinda Arezzo – il lavoro prosegue con intensità e la solita passione in vista di un obiettivo che appartiene a tutta la città e che guarda oltre: i rapporti culturali già avviati dall’architetto Iacono con l’Accademia delle Belle Arti di Catania e altre accademie, istituti e musei italiani, ci confortano circa il futuro di un sito che dovrà aprirsi come polo museale non solo regionale. A breve potremo comunicare la data di inaugurazione”.
“Lo staff di volontari, che ha dimostrato di sapere ben collaborare per l’allestimento delle passate mostre tematiche sulla storia del costume – prosegue l’architetto Giuseppe Nuccio Iacono – è alle prese con gli ultimi lavori propedeutici all’apertura. Per ogni manufatto esposto, infatti, c’è un processo di selezione, ricerca stilistica, analisi dei materiali e progettazione persino dei supporti, i quali molte volte non possono essere reperiti in commercio per le loro specifiche caratteristiche ma vanno prodotti attraverso un apposito lavoro manuale di adeguamento e rimodellazione fisica dei manichini per arrivare a una perfetta “messa in forma” del patrimonio vestimentario; il tutto “cucendo” insieme il progetto di arredo generale con l’allestimento museale vero e proprio.
Il Mudeco avrà un carattere distintivo anche per quanto riguarda l’applicazione delle norme della tutela: sarà infatti uno dei rarissimi musei presenti in Italia ad avere un sistema all’avanguardia per il controllo climatico con rispetto dei parametri di umidità relativa 50%, limiti raggi UV e IR, temperatura 20°, microaspirazione polveri. A ciò si aggiunge la presenza di un moderno sistema di videosorveglianza e di due depositi differenziati per la conservazione esclusiva di materiale tessile e non tessile. La collezione Gabriele Arezzo di Trifiletti, protetta da apposito materiale acid free e sistemati in contenitori a norma e specifica per la conservazione, sarà infatti esposta a rotazione per garantire il riposo delle fibre tessili. Sono particolarmente convinto – conclude l’architetto – che bisogna guardare alla storia del costume come potenzialità. Farlo non significa infatti volgersi semplicemente all’indietro: la storia del costume sa infatti restituire quelle suggestioni del passato che muovono quello che mi piace definire “il muscolo dello stupore”, il cui movimento genera l’entusiasmo del futuro”.