Ragusa, caos sulle aperture domenicali. Il PD: “Perché l’amministrazione non decide? A pagarne sono i dipendenti”
Sono i consiglieri Mario D’Asta e Mario Chiavola, a metterlo in rilievo, chiarendo che “tra Regione e Comune non poche sono state le decisioni contraddittorie mentre il personale dipendente ha dovuto pagare uno scotto non da poco, già a partire da domenica scorsa”
(9 giugno 2020)
Prima l’ordinanza della Regione, poi la deroga della Protezione civile. Quindi, le ordinanze comunali. Insomma, la confusione regna sovrana sulle aperture domenicali. Confusione che si aggiunge a confusione e che penalizza i lavoratori”.
Sono i consiglieri comunali del Pd di Ragusa, Mario D’Asta e Mario Chiavola, a metterlo in rilievo, chiarendo che “tra Regione e Comune non poche sono state le decisioni contraddittorie mentre il personale dipendente ha dovuto pagare uno scotto non da poco, già a partire da domenica scorsa. Forse – continuano i due rappresentanti democratici – sarebbe stato meglio se questa amministrazione si fosse espressa chiarendo la propria posizione, chiarendo se era d’accordo o meno rispetto alle aperture domenicali, invece di fare da “passacarte” per l’ennesima volta”.
Come è accaduto già in altre occasioni – è spiegato dai due rappresentanti democratici – la Giunta Cassì decide di non decidere, stabilisce che è meglio non esporsi (forse per non inimicarsi l’amico Nello Musumeci, presidente della Regione) e determinare di dare corso alle scelte calate dall’alto senza neanche colpo ferire. Scelte calate dall’alto che non sono neppure il frutto di accordi con la controparte dato che i sindacati di categoria hanno redatto una diffida nei confronti della Regione dato che quest’ultima, a mezzo Protezione civile, rilascia una circolare per dirimere la controversa vicenda”.
D’Asta e Chiavola aggiungono che non si può fare a meno di considerare che “in difficoltà c’è un settore intero per la incapacità di raccordarsi, programmare e pianificare. E se invece questa amministrazione avesse incontrato le parti? Se avesse cercato di giocare un ruolo di mediazione, di organizzazione, di programmazione e pianificazione così come in passato, da altre amministrazioni, era stato tentato di fare? E, soprattutto, se avesse deciso di fare sentire la propria vicinanza al personale dipendente delle varie attività commerciali che, nel giro di 12 ore, sono state autorizzate a riaprire, accelerando le procedure previste e scatenando non pochi problemi? Questa amministrazione avrebbe potuto decidere di assumere un altro atteggiamento. E, invece, ha scelto di non fare nulla. Purtroppo, nulla”.