Lunghe attese al pronto soccorso di Ragusa. Il Primario: “Lavoriamo in condizioni difficili”
Sempre più pazienti protestano per le lunghe ore di attesa, il primario racconta le difficoltà dei sanitari
Lunghe ore di attesa e disservizi al Pronto Soccorso del Giovanni Paolo II di Ragusa. In queste settimane sono diverse le segnalazioni dei pazienti che lamentano gravi carenze e disagi all’interno del reparto di emergenza-urgenza nel nuovo ospedale di Ragusa. «Al Pronto Soccorso del Giovanni Paolo II di Ragusa- ha scritto ad esempio il marito di una paziente-, tra un marasma generale (e con gente priva di mascherina, senza che nessuno venisse ripreso nonostante la normativa lo imponga ancora negli ospedali, nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie), l’attesa prima che qualcuno si occupi dei tuoi malanni può durare ore e ore. Come nel caso di mercoledì dalle 8,30 alle 18,00. Dopodichè mia moglie, esausta, visto che l’attesa si sarebbe prolungata chissà per quanto tempo ancora, a giudicare dalla situazione, è andata via nonostante i dolori che l’affliggevano, senza essere visitata e affidandosi alla divina provvidenza, oggi ci rivolgiamo ad una struttura privata, cosa non da tutti, sperando, che è quasi una certezza, che le cose vadano meglio, il perché è facilmente intuibile.
Dopo questa mia segnalazione- scrive ancora il marito della paziente- mi aspetterei che gli assessori alla Sanita della Regione Sicilia e del Comune di Ragusa si rechino “sotto mentite spoglie” parafrasando il titolo di un film di Vincenzo Salemme, presso la struttura sopra citata affinché si rendano conto di come (non) funzionino le cose in questo (non) pronto soccorso. Utopia? Chissà!». Naturalmente non si tratta della prima lettera di lamentele, ma sono diverse le segnalazioni da parte di chi, arrivando al Pronto Soccorso, si aspetterebbe un intervento immediato da parte dei sanitari, ma invece si trova a sorbirsi lunghe ore di attesa.
La riposta del Primario: “lavoriamo in condizioni difficili”
«Mi dispiace molto che la signora, nella giornata di mercoledì 12 ottobre, abbia dovuto aspettare così a lungo- ha affermato, da noi interpellato, il Primario del Pronto Soccorso del Giovanni Paolo II, Giovanni Noto-. In Pronto Soccorso si trattano i singoli casi in base all’intensità del codice d’accesso e alla criticità dei pazienti. La carenza di medici, che ci accomuna a tutti i Pronto soccorso d’Italia, unita al sovraffollamento del reparto in entrata e uscita, provoca spesso disagi di questo tipo. Tuttavia, i parametri vitali della donna, misurati due volte nell’arco della giornata, erano buoni e gli infermieri hanno ritenuto le sue condizioni “stazionarie”. Ciò non toglie il dispiacere per lo stress dell’attesa cui è stata sottoposta. Allo stesso tempo, però, mi preme confermare la bontà del lavoro di medici e operatori che presidiano il Pronto soccorso dell’ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa, i quali lavorano spesso in condizioni difficili. Altresì, è opportuno chiarire che tutti gli operatori indossano la mascherina, seguendo le attuali direttive. Non siamo, purtroppo, nelle condizioni di poter garantire che lo facciano h24 anche tutti i pazienti in attesa».
de La Sicilia del 15 ottobre