Video inedito della famiglia di Daouda Diane: “Siamo in seria difficoltà, mio figlio non può più andare nemmeno a scuola”
“Vogliamo rivederlo vivo”
(26 gennaio 2023 – Video inedito della famiglia di Daouda Diane: “Siamo in seria difficoltà, mio figlio non può più andare nemmeno a scuola”)
Di Daouda Diane, il mediatore culturale ivoriano scomparso nel nulla nei pressi di Acate non si hanno più notizie dal 2 Luglio scorso: l’ultima volta in cui è apparso “vivo” risale ad un video da lui stesso girato all’interno della ditta “SGV Calcestruzzi”, dove si recava a lavorare per arrotondare il suo stipendio. Il video lo ritrae con in mano un martello pneumatico nel quale denunciava le terribili condizioni in cui era costretto a operareDaouda Diane «Qui si muore, diceva rivolgendosi al fratello, questa è una fabbrica di cemento ma qui c’è la morte. Quando torniamo al nostro paese, dalle nostre famiglie, fingiamo di essere felici ma sono solo bugie: c’è un posto in questa fabbrica molto pericoloso, se si entra qui si può morire».
Secondo gli avvocati della “SGV Calcestruzzi” invece, «Daouda, non solo non lavorava presso l’azienda in questione, ma avrebbe addirittura eluso la sorveglianza per girare quei video con il martello pneumatico in mano». Recentemente in un’ampia aria di disponibilità dell’azienda di Calcestruzzi dove lavorava Daouda sono stati sversati diversi materiali e detriti, e in questa stessa area sono intervenuti i Carabinieri, avvalendosi anche dell’aiuto di cani molecolari nel tentativo di trovare qualcosa, magari il suo stesso corpo, ma non è stato trovato nulla. La Procura di Ragusa sta attualmente indagando per omicidio volontario e occultamento di cadavere: sono in 5 ad essere finiti nel registro degli indagati, tutti della stessa famiglia, e sono gli intestatari e i gestori dell’azienda da cui Daouda ha inviato i video.
La Federazione del Sociale di Ragusa, impegnata sin dall’inizio in questa vicenda attraverso denunce e manifestazioni, ribadisce fortemente che «non hanno mai creduto ad un possibile allontanamento volontario di Daouda e neppure che fosse semplicemente scomparso. Bene sta facendo la Procura di Ragusa a seguire questa strada e speriamo che a breve porti qualche risultato, perché i lavoratori e gli amici di Daouda ci chiedono questo, e non nascondono il fatto di avere sempre più paura a vivere in questa fascia di territorio».
Parla per la prima volta anche la famiglia di Daouda, in questo video inedito inviato alla Federazione del Sociale di Ragusa, dove la moglie e il figlio rivolgono un appello per il ritrovamento del padre e marito di cui non si hanno più notizie da ormai 8 mesi.
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