Un’allegra e colorata carovana per le strade di Siracusa, a tutela dei diritti di bambini e ragazzi
La marcia è partita dal Camposcuola Di Natale e ha raggiunto Piazza S. Lucia, dove le numerose associazioni Amiche di Città Educativa hanno proposto attività didattiche ed intrattenimento. Noi di Ialmo abbiamo parlato con Cristina Aripoli di Zuimama Arciragazzi
(21 novembre 2019)
Il mondo visto dagli occhi di bambine e bambini è bellissimo, coloratissimo ma soprattutto pieno di fascino perché c’è davvero tanto da scoprire. Ma non è sempre tutto rose e fiori, spesso bambini e bambine crescono privi di ogni genere di necessità, vedendo calpestare i propri diritti nel corso di una vita priva di infanzia e ricolma di umiliazioni. Per puntare l’attenzione sulla difesa di questi fondamentali diritti è nata la “Marcia dei Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza” che quest’anno si è tenuta in concomitanza del 30° Anniversario della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Crescere amati e diventare donne e uomini migliori, avere diritto ad un’infanzia serena, essere rispettosi dell’altro, qualunque esso sia ma anche dell’ambiente che ci circonda, evitando sprechi e consumi inutili: tutto ciò è possibile e soprattutto è fondamentale per costruire un futuro migliore per l’umanità. Sono i principi alla base della Marcia dei Diritti a cui ieri mattina a Siracusa hanno partecipato un migliaio di bambini e ragazzi, alunni degli istituti comprensivi della città, accompagnati dai propri insegnanti. Partita dal Camposcuola Di Natale, l’allegra carovana composta da grandi e piccini ha raggiunto Piazza S. Lucia, nel cuore della Borgata dove le numerose associazioni Amiche di Città Educativa hanno proposto attività didattiche ed intrattenimento. Un trionfo di colori, allegria e divertimento grazie ai quali è stato possibile veicolare messaggi educativi importanti per promuovere la cultura dei diritti e del rispetto. Ne abbiamo parlato con Cristina Aripoli di Zuimama Arciragazzi: “Quest’anno alla Marcia hanno partecipato circa 1100 tra bambini e ragazzi che faranno attività e laboratori proposti dalle 37 tra associazioni e cooperative che abbiamo coordinato per rendere questa giornata importante e speciale”.
La Marcia ogni anno si rinnova, qual è il tema dell’edizione 2019?
“Quest’anno il tema scelto è “Facciamo la pace”non solo tra le persone, rispettandone ogni diversità ma anche nei confronti dell’ambiente che va rispettato e tutelato, nei confronti degli spazi e dei luoghi fisici come le scuole vissute dai nostri figli e sicuramente più in generale facciamo la pace inteso come concetto più ampio per ricordarci che i diritti di bambine e bambini devono essere rispettati sempre, non solo oggi. Siracusa da questo punto di vista deve lavorare ancora molto”. Tante le attività proposte, tra giochi di prestigio, corse a ostacoli, giochi di strada, letture animate, gli scherzi di Carovana Clown e molto altro ancora.
“Per noi di Aipd, – spiega la portavoce Simona Corsico – la lotta è iniziata quarant’anni fa per far valere i diritti delle persone con Sindrome di Down perché all’epoca non tutti andavo a scuola, non lavoravano, non andavano ad abitare da soli. Oggi però le cose sono molto cambiate, le percentuali di persone disabili che oggi riescono a vivere da sole a trovare impiego a vivere in coppia sono decisamente aumentate, perché è migliorata l’inclusione a tutti i livelli, grazie anche alle famiglie che sono alle spalle di questi ragazzi”.
A questo punto la domanda fatidica è, cosa c’è ancora da migliorare, a cosa si estende la vostra lotta?
“Oggi a scuola i nostri figli sono seguiti dagli insegnati di sostegno ma ancora qualche caso ci racconta di disagi per mancanza di assistenza, quindi c’è ancora da lavorare per migliorare il servizio. Per non parlare dell’ambito lavorativo, considerate che solo il 16% dei ragazzi con Sindrome di Down lavora, questo è un dato nazionale. Quindi, anche in questo caso, la via da seguire è migliorare le loro potenzialità offrendo maggiori opportunità di trovare lavoro. Serve formazione, – continua – bisogna estenderla non solo agli studenti ma anche alle imprese, servono tirocini formativi, progetti che in molti casi abbiamo visto concludersi con ottimi risultati. Molti giovani sono stati assunti dopo lo stage quindi questo è la dimostrazione che il pregiudizio si sconfigge non solo con la testa ma anche nella pratica quotidiana della vita e della realizzazione di questi ragazzi e ragazze”.
Nadia Germano Bramante