Un legge moderna per una pesca sostenibile e all’avanguardia: l’ha approvata ieri l’Ars
Confermato il fondo di solidarietà da 1,5 milioni che potrà aiutare aziende come "Acquazzurra", colpita gravemente nel febbraio scorso dall’ondata di maltempo abbattutasi sul versante sud orientale dell’isola
(6 giugno 2019)
Approvato all’unanimità, nel corso della seduta di ieri all’ARS, il DDL sulla Pesca Mediterranea. “Dopo quasi vent’anni – ha dichiarato il presidente della Regione Nello Musumeci – dotiamo la Sicilia di una legge sulla pesca moderna, articolata, attenta alla marineria e alle attività sportive, sensibile alle esigenze ambientali e adatta a rilanciare un settore produttivo trascurato nel passato. Ringrazio tutti i gruppi parlamentari per il lavoro svolto in un clima di grande responsabilità”.
Il provvedimento riguarda le diverse attività legate all’economia del mare e all’indotto che intorno ad esso ruota, con l’obiettivo di modernizzare, innovare e valorizzare le attività degli imprenditori ittici, favorendo la pescaturismo, l’ittiturismo e la vendita diretta. Obiettivo dei legislatori è lo sviluppo delle infrastrutture di filiera cioè i mercati del pescatore, i mercati ittici, i porti e i luoghi di sbarco. Finalità da perseguire attraverso la costituzione di una “Rete di Coordinamento dei comuni marinari siciliani”, che lavorerà per preservare il patrimonio culturale di borghi marinari, tonnare fisse, barche da pesca tradizionali come le feluche e il sostegno delle relazioni e della cooperazione transfrontaliera mediterranea. Ad essere normati anche la sostenibilità ambientale e i Piani di gestione che riguardano le aree in cui i pescatori possono svolgere la propria attività, la tipologia degli attrezzi da pesca e i periodi nei quali questa è concessa. Prevista, inoltre, l’istituzione del “Registro delle identità della Pesca Mediterranea e dei Borghi Marinari”, che sarà tenuto dal dipartimento regionale della Pesca Mediterranea e avrà l’obiettivo di identificare, documentare e classificare i saperi e le conoscenze marinare al fine di salvaguardarle dal rischio estinzione. Per quanto riguarda, infine, l’aspetto storico e turistico saranno introdotte “Le Strade e le Rotte del Tonno rosso”, itinerari turistici che coinvolgeranno, tra l’altro, musei del mare e aree marine protette.
“Ci sono voluti anni ma alla fine la Sicilia si è dotata di una legge sulla pesca – spiega il presidente della commissione Attività produttive all’Ars, On. Orazio Ragusa, che continua – una legge frutto del lavoro articolato e composito svolto in commissione, con caratteristiche moderne ed attente alla marineria oltre che alle attività sportive, nonché sensibile alle esigenze ambientali. Insomma, dai nostri tavoli è venuto fuori un lavoro che, non a caso, ha trovato il supporto dei gruppi parlamentari che in aula hanno votato la norma con grande responsabilità. Grazie anche al governatore Musumeci, che ha perorato questa causa, così come all’assessore regionale per la Pesca mediterranea, Edy Bandiera, che sino all’ultimo – conclude Ragusa – si è impegnato ad arricchire la norma con un articolo in cui si consente alle imprese di pesca e alle aziende del settore di potere ripartire dopo accadimenti che di fatto ne ostacolerebbero ogni opportunità. Un altro aspetto che è stato particolarmente approfondito durante i lavori di commissione e che è stato ritenuto molto valido”.
Sull’approvazione della Legge sulla Pesca è intervenuto anche l’On. Nello Dipasquale, parlamentare regionale del Partito Democratico e Segretario alla Presidenza dell’ARS: “Sono molto soddisfatto per l’approvazione di questa norma, arrivata in aula dopo essere stata valutata favorevolmente dalla Commissione Attività Produttive grazie al lavoro di tutti, maggioranza e opposizione. In particolare, sono contento perché la legge fa nascere delle opportunità occupazionali per il settore della pesca turistica e, poi, perché in Commissione, pur non facendone parte, sono riuscito ad ottenere la modifica del testo base dal quale sono state rimosse le parti in dove, per la pesca sportiva, era prevista l’istituzione di una licenza di pesca per le acque a mare, il divieto del mulinello elettrico e tutta una serie di altre limitazioni per la pesca sportiva. Mi sono fatto portavoce di alcune rivendicazioni da parte della Federazione Italiana Pesca Sportiva ed Attività Subacquee e di altre associazioni di settore e grazie anche alle loro indicazioni è stato possibile far valere le ragioni dei pescatori sportivi. Da oggi se sarà possibile per i pescatori dilettanti andare a pescare senza un’apposita licenza è proprio grazie a una battaglia che è stata portata avanti in Commissione. E’ stato fatto tesoro delle di tutte le indicazioni, impedendo che la categoria venisse mortificata”.
Una notizia, quella dell’approvazione della legge, che richiama subito alla memoria la questione ancora pendente dell’azienda di itticoltura pachinese Acquazzurra, colpita gravemente nel febbraio scorso dall’ondata di maltempo abbattutasi sul versante sud orientale dell’isola. “Esprimo grande soddisfazione per la conferma del fondo di solidarietà per la pesca, le vittime del mare e per le aziende danneggiate dal maltempo inizialmente approvato in commissione ma che successivamente il Governo aveva escluso dal testo finale, – ha dichiarato Giovanni Cafeo, Segretario della III Commissione ARS Attività Produttive – Un fondo dal quale potranno attingere la famiglia del compianto pescatore siracusano Luciano Sapienza e tutte le altre vittime del mare, oltre all’azienda di itticoltura Acqua Azzurra di Pachino”.
Purtroppo, però, nonostante le rassicurazioni arrivate dalla Regione, l’azienda pachinese ha avviato regolarmente, il 29 di aprile, le procedure per il licenziamento dei 98 dipendenti, in particolare per quelli a tempo indeterminato mentre per gli altri a scadenza il contratto non sarà rinnovato. Entro il 30 agosto tutto sarà compiuto. Per salvarla, infatti, occorrerebbero almeno 9 milioni di euro per cominciare a riprogrammare una nuova fase produttiva sulla quale, a quanto pare, l’azienda sembra non credere più dopo che, come si ricorderà prima di essere colpita dalla calamità di quest’anno, stava riprendendosi con grande fatica dai danni avuti qualche anno fa in circostanze simili. Insufficienti, quindi, i fondi previsti dal fondo di solidarietà regionale inseriti grazie ad un emendamento proposto dall’assessore per la Pesca Mediterranea, Edy Bandiera, che stanzia un milione e cinquecentomila euro per le imprese di pesca e acquacoltura affondate o gravemente danneggiate. Una situazione di grande difficoltà vissuta allo stesso modo all’interno dello stabilimento dove tra i dipendenti vige la più totale incertezza sul proprio futuro lavorativo.
E proprio di questo noi di Ialmo abbiamo parlato oggi con Giovanni Brancato, tecnico di avannotteria all’interno di Acquazzurra: “Al momento non sappiamo nulla di certo, di sicuro c’è che l’azienda chiuderà i battenti il 30 agosto anche se qui ci saranno ancora pesci vivi, sia a mare nelle gabbie rimaste intatte che nelle vasche interne dell’impianto di terra, e questi vanno tutelati perché si tratta di guadagno. I primi licenziamenti saranno il 30 giugno, poi gli altri il 7 e il 15 luglio, tutti si sono già tutelati con i propri legali per il pregresso”.
Quindi l’atmosfera non è certo delle migliori…
Io sono ancora qui a lavorare, e la cosa più triste è che siamo tutti qui a farlo ma non sappiamo con certezza che fine faremo.
C’è ancora da fare materialmente?
Io sono uno degli ultimi, perché c’è ancora merce che vale circa 3 milioni di euro. La stiamo vendendo via via, e questo consente all’azienda di guadagnare e pagarci gli stipendi, la luce, l’ossigeno, il mangime per i pesci: ma fino a quando? In queste condizioni fare una strategia aziendale per il futuro diventa impossibile”.
Nadia Germano Bramante