Trentadue rapine nel Ragusano: condannata la “banda delle spaccate”
La banda aveva preso di mira uno stabilimento balneare, due supermercati, un tabaccaio, un ottica, un panificio e una salumeria
(20 settembre 2019)
Sono ben trentadue le rapine commesse, in provincia di Ragusa e non solo, dalla “banda delle spaccate“. L’anno scorso seminarono talmente tanto terrore che gli inquirenti decisero di porre un freno alle indagini ancora in corso, prima che la situazione potesse degenerare. I fatti contestati alla banda, con sede a Vittoria, sono stati compiuti a marzo 2018. La banda è riuscita a compiere fino a 8 spaccate in una notte, anche solo per accaparrarsi pochi spiccioli a fronte di ingenti danni procurati alle strutture commerciali. Prima rubavano auto vecchie e robuste con sistemi di sicurezza obsoleti, e poi le usavano come “ariete” per sfondare gli infissi in vetro o le saracinesche del locali. La banda aveva preso di mira uno stabilimento balneare, due supermercati, un tabaccaio, un ottica, un panificio e una salumeria.
Adesso il Gup del Tribunale di Ragusa, Andrea Reale, ha condannato Salvatore Fidone a 6 anni e 2 mesi di carcere, oltre alla multa di 1.767 euro, per 10 furti una rapina ed 11 violazioni della sorveglianza speciale; Gabriele Meli, che rispondeva di una rapina e 18 furti, a 6 anni e 5 mesi e 2.266 euro di multa e Salvatore Giordanella che rispondeva di una rapina, a 4 anni e 8 mesi e 1.200 euro di multa. A inizio settimana altre condanne nell’ambito della stessa operazione, sempre con rito abbreviato, per i colpi messi ad aprile 2018. Tra i coinvolti: Kevin Lo Monaco, difeso dall’avvocato Daniele Drago e Gabriele Meli (lo stesso condannato anche oggi) difeso da Santino Garufi. Per entrambi il giudice monocratico aveva pronunciato una sentenza di condanna a 4 anni e due mesi di reclusione, una multa di 1400 euro ciascuno ed interdizione dai pubblici uffici per la durata di 5 anni. Il prossimo 17 ottobre al via l’ultimo filone dell’operazione, che vede coinvolto sempre Gabriele Meli, con Orazio Perone e Giorgio Stracquadaini. Anche in questo caso è stato chiesto il rito abbreviato.