Tra cielo e terra: Edizioni G.A. racconterà le bellezze del Parco dei Monti Sicani
Al confine tra le province di Palermo e Agrigento, ci sono 12 comuni uno più suggestivo e caratteristico dell'altro che vogliamo invitarvi a scoprire con Ialmo e Parola di Pollice Verde
(29 maggio 2019)
La casa editrice Edizioni G.A. è pronta a raccontare e a mostrare a tutta Italia le bellezze mozzafiato del Parco dei Monti Sicani. Ci troviamo al confine tra le province di Palermo e Agrigento, e i territori al cui interno il parco si è ritagliato il suo suggestivo spazio sono in tutto 12: Bivona, Burgio, Cammarata, Castronovo di Sicilia, Chiusa Sclafani, Contessa Entellina, Giuliana, Palazzo Adriano, Prizzi, S.Giovanni Gemini, S.Stefano Quisquina e Sambuca di Sicilia. Nei giorni scorsi una nostra troupe, guidata dall’editore Giuseppe Angelica, è stata invitata a visitare alcuni dei luoghi simbolo del Parco, gestito e curato dal gennaio 2018 dal Commissario Straordinario Luca Gazzara, per prendere contatto con questa realtà che, a breve, porteremo sulle reti Mediaset grazie al programma Parola di Pollice Verde e a Luca Sardella. L’Ente Parco dei Monti Sicani è sottoposto a controllo, vigilanza e tutela dell’Assessorato Regionale del Territorio e dell’Ambiente, che ha il compito di provvedere alla gestione, conservazione e difesa dell’ambiente naturale e del paesaggio, anche per migliorare le condizioni di vita delle popolazioni residenti, mediante la promozione delle attività produttive e lavorative tradizionali e favorendo le attività culturali, ricreative, turistiche e sportive.
Il viaggio della nostra troupe,accompagnata dal Commissario Gazzara e da Francesco Messana, Ispettore Superiore del Corpo Forestale del Parco dei Monti Sicani, è partito da Palazzo Adriano, meravigliosa colonia di origine greco-albanese e di fondazione feudale la cui nascita risale al 1482. Da Piazza Umberto I al Castello medievale fino alle chiese di Santa Maria Assunta e Santa Maria del Lume, nonché ai palazzi Dara e Mancuso e al Museo dei Costumi: tutto, tra queste vie e queste case arroccate, trasuda storia, arte e bellezza, non a caso Giuseppe Tornatore lo ha scelto come location del suo immortale “Nuovo Cinema Paradiso”. Sono proprio queste mura a fare da scenario alle marachelle del piccolo Totò e alla sua storia d’amore con Elena. E oggi Palazzo Adriano, nella sala antica del piano terra del suo Palazzo Municipale, ha allestito il Museo Comunale con una sezione dedicata proprio alla Galleria “Nuovo Cinema Paradiso”, dove è possibile ammirare oltre cento fotografie originali che raffigurano le scene e i retroscena del film. Altra sezione del museo è quella riservata alla cultura Arbereshe, con gli esemplari degli abiti tipici delle donne del posto e le gigantografie degli acquarelli del pittore francese Jean Pierre Houel.
Da Palazzo Adriano a Burgio, piccola cittadina a 317 metri sul livello del mare fondata durante la dominazione araba, con il suo Castello e il centro storico ricco di palazzi signorili, la Chiesa Madre e quella di San Vito che custodiscono le opere di Vincenzo Gagini fino al Convento di Santa Maria delle Grazie e al Santuario di Rifesi. E’ questo comune di 2600 anime a poter vantare oggi l’unica fonderia di campane attiva in Sicilia, fondata nel 1500 dalla famiglia Virgadamo che ha tramandato, di padre in figlio, la passione per quest’arte, diventata un’attività professionale per gli eredi. La fonderia ha prodotto campane per secoli, esportandole in molti paesi d’Italia e del mondo. Dalla limitrofa Chiusa Sclafani, con una campana del 1750 che ancora oggi chiama a raccolta i fedeli della Chiesa Madre, al Madagascar e al Venezuela. Impossibile, poi, non fare una capatina nel Museo della Ceramica, di recente istituzione e organizzato in diverse sezioni. Già nel 1400 a Burgio si sfruttavano le cave di creta e con la terracotta si costruivano tegole, mattoni e vasi; nel 1564, poi, alcuni abitanti di Caltagirone, giunti per vendere i loro manufatti in ceramica, decisero di insediarsi in questo territorio per costituirvi una propria colonia.
E che dire poi dell’energia “interstellare” del Teatro Andromeda? In quest’angolo di paradiso, a Santo Stefano Quisquina, Lorenzo Reina allevava asini, coltivava la terra e, negli anni settanta, portava il gregge al pascolo al tramonto. “In un lampo – racconta il ‘pastore illuminato’ e oggi responsabile del teatro – ho visto le pecore mutarsi in pietre su cui sedevano persone. Realizzai un modello architettonico, e a metà degli anni ottanta alzai le prime pietre. In quel periodo, lessi sulla rivista scientifica “Focus”, che la Galassia M31 della Costellazione di Andromeda entrerà in collisione con la nostra Via Lattea tra circa due miliardi e mezzo di anni. Così decisi di far specchiare quel frammento di cielo su questa Rocca”.
Una rocca incastonata, come detto, dentro il Parco dei Monti Sicani, la cui flora è caratterizzata da una straordinaria biodiversità ( si va dagli habitat tipici delle aree dal clima Mediterraneo-temperato alle specie vegetali più spiccatamente montane) e che, per quanto riguarda la fauna, fa da casa a quasi tutti i mammiferi siciliani autoctoni, ad anfibi, rettili (almeno tredici delle ventidue specie autoctone siciliane), e a più di duecento specie di insetti. Ma sono gli uccelli, soprattutto i rapaci, quelli che rivestono la maggiore importanza faunistica, per la presenza di circa cento specie nidificanti autoctone, un numero appena inferiore al totale di quelle presenti in tutta l’Isola.
Santo Stefano Quisquina ospita anche l’Eremo di Santa Rosalia, costruito nelle vicinanze della grotta in cui si rifugiò la Santa Protettrice dei palermitani e che comprende anche la chiesa, la cripta e gli ambienti conventuali. In una grotta mimetizzata dalla vegetazione e difficilmente accessibile, la giovanissima Rosalia, fuggendo la vita mondana ed in cerca di solitudine, trovò dimora per ben dodici anni, probabilmente dal 1150 al 1162. La storia dell’eremo ha inizio nel 1624, quando due muratori palermitani trovarono la grotta e l’epigrafe nel bosco secolare e, nelle vicinanze, fu subito costruita una cappella. Qualche anno dopo, il mercante genovese Francesco Scassi decise di investire tutto il suo denaro nella costruzione dell’Eremo, in cui si ritirò a vivere con altri tre uomini, fondando una congregazione indipendente di frati devoti a Santa Rosalia. Nel Settecento l’Eremo della Quisquina era uno dei più rinomati di tutta la Sicilia, meta di Vescovi, Principi e Cardinali. Oggi la sua gestione è affidata alla locale Pro Loco e nel 2015, alla presenza dell’Arcivescovo della Diocesi di Agrigento, Cardinale Francesco Montenegro, è stato inaugurato “L’Itinerarium Rosaliae” un sentiero lungo 180 Km che collega i due principali Santuari di Santa Rosalia, questo della Quisquina e quello di Monte Pellegrino, a Palermo.
“Il territorio dei Monti Sicani, per molti aspetti rimasto incontaminato, – spiega a Ialmo il Commissario Straordinario Luca Gazzara – ci offre l’opportunità di valutare un modello di sviluppo che riconnetta cultura, paesaggio, natura e territorio, mettendo insieme le risorse materiali e immateriali in modo produttivo e nel rispetto dei cicli naturali. Recuperare la naturale relazione con la componente rurale, riprendere le tradizioni artigianali che per secoli hanno rappresentato la vera economia dei territori può diventare quel quid che fa la differenza. I nostri territori hanno la naturale vocazione al turismo relazionale che è fatto di comunicazione interpersonale, di trasmissione di tradizioni, di emozioni, odori, sapori, pietanze legate alla nostra storia millenaria. Il Parco dei Sicani – conclude – è una realtà che quotidianamente acquisisce consapevolezza delle proprie potenzialità grazie a progetti che contribuiscono a creare un unicum con una forte identità e che trovano valore aggiunto nel coinvolgimento attivo dei cittadini, del volontariato, degli imprenditori locali”.
Al termine di questo primo e sommario sopralluogo, possiamo solo dire che il Parco dei Monti Sicani e i 12 comuni che ne fanno parte hanno molto altro da dire, da dare e da mostrare ed Edizioni G.A., con il portale dei comuni siciliani Ialmo e Parola di Pollice Verde, di cui l’editore Giuseppe Angelica è concessionario unico in Sicilia, dopo aver creato le migliori premesse per una fattiva collaborazione, intendono dedicare ad essi tutta una serie di servizi e approfondimenti da portare sul web e in tv, aggiornandovi anche sugli eventi e gli appuntamenti da non perdere: perché la bellezza va raccontata, sempre.
Valentina Frasca