Siracusa, incendi e prevenzione: intervista a tutto campo all’assessore Giusy Genovesi
Il Comune ha ripulito 215 mila metri quadrati dei propri terreni incolti e, considerato che possiede un'estensione di terreni pari ad un milione e mezzo di metri quadrati, possiamo definire il lavoro sin qui svolto un primo risultato importante
(31 luglio 2019)
Ogni anno con l’arrivo dell’estate si ripropone il problema dei danni causati dagli incendi, episodi che purtroppo in molti casi sono in grado di coinvolgere velocemente anche i centri abitati, cagionando vittime umane. All’origine di questi gravissimi fatti c’è quasi sempre una componente dolosa, fattore determinante insieme alle altissime temperature estive e al vento, come abbiamo visto recentemente nel caso dell’incendio sviluppatosi nella zona di Targia a Siracusa che ha quasi completamente distrutto il polmone verde della Riserva Naturale Saline di Priolo, per scatenare enormi ed incalcolabili disastri ambientali. Un tema che definiremmo con una battuta “scottante” ma che, ironia a parte, va affrontato al meglio dagli Enti territoriali coinvolti, con politiche legate alla prevenzione e alla programmazione a media e lunga scadenza, in maniera da scongiurare il più possibile i danni ad esso connessi.
Prevenzione e programmazione, due elementi che vanno di pari passo e di cui abbiamo voluto parlare, proprio per l’attualità del tema che, come dicevamo prima, nel caso dell’enorme incendio che ha coinvolto il territorio di Siracusa, Priolo e Melilli, uno dei peggiori degli ultimi tempi, vede ogni giorni dispiegate sul campo squadre dei vigili del fuoco, personale della protezione civile e forze dell’ordine, impegnate a scongiurare il peggio. Di questo e molto altro abbiamo parlato con Giusy Genovesi, assessora alla Protezione Civile e al verde pubblico del Comune di Siracusa, con la quale abbiamo voluto fare il punto della situazione sul territorio aretuseo. “La prevenzione degli incendi è senza dubbio legata alla questione dei terreni incolti, – spiega Genovesi – sotto due principali aspetti: quelli di proprietà pubblica e i terreni privati. Per quanto riguarda il privato, ogni anno il Sindaco emana un’ordinanza che obbliga i proprietari alla pulizia dei terreni incolti, in vista della stagione estiva. Il mancato rispetto della stessa prevede sanzioni per gli inadempienti a seguito di controlli e riscontri effettuati dalla Polizia locale. Un’altra questione è invece quella relativa ai terreni di proprietà comunale. Quest’anno ho voluto dare particolar risalto al tema del rischio incendi, proprio per dare l’esempio alla popolazione sull’importanza dell’attuare la pulizia. Unendo le forze tra l’ufficio di protezione civile e quello per la tutela del verde pubblico, abbiamo messo a punto e realizzato un lavoro di rilevazione dei terreni pubblici, che sono stati mappati e georeferenziati con tutte le informazioni utili, quali particella catastale del terreno e dimensioni”.
E cosa ne è scaturito?
Grazie a questo riferimento piuttosto preciso, e anche a seguito di numerose segnalazioni da parte dei cittadini, si è avviata una campagna senza precedenti di pulizia dei terreni, spesso abbandonati da anni. Lo abbiamo potuto fare, ci tengo a sottolinearlo, utilizzando i fondi destinati alla gestione del verde pubblico, anche perché le economie di bilancio non ci permettono di avere a disposizione grosse cifre. In totale, il Comune ha ripulito 215 mila metri quadrati dei propri terreni incolti e, considerato che possiede un’estensione di terreni pari ad un milione e mezzo di metri quadrati, possiamo definire il lavoro sin qui svolto un primo risultato importante. È chiaro che ripulire tutto diventa impossibile, ma con questo primo step volevamo dare un chiaro segnale, intanto per la prevenzione degli incendi e soprattutto ai proprietari dei terreni privati, affinché si inneschi la cultura della prevenzione e quella della cura del bene pubblico e privato.
Come funzionano i controlli?
Stiamo facendo lavoro di squadra, perché è fondamentale, con il dirigente del settore di Protezione civile e quello di Polizia municipale, individuare i terreni privati incolti e i relativi proprietari per verificare l’adempienza all’ordinanza sindacale. Vengono emessi degli avvertimenti agli interessati e, in seguito, si effettua un controllo per capire se hanno eseguito la pulizia del terreno. Considerate che il territorio di Siracusa è enorme, parliamo di 207 chilometri quadrati, 3 o 4 volte più vasto di quello di Torino, per intenderci, quindi abbastanza difficile da controllare, specialmente con le esigue forze in campo, squadre che, nel frattempo, controllano l’abbandono incontrollato dei rifiuti sul territorio.
Per quest’opera di pulizia avete utilizzato fondi destinati alle aree a verde, ma i terreni bonificati non lo sono?
Ho sentito parecchie volte l’opposizione lanciare accuse per spese, a loro parere, eccessive per il verde pubblico, ma quelle che abbiamo ripulito non lo sono. Erano terreni incolti, abbandonati spesso da anni ma di certo non destinati a verde pubblico.
Progetti futuri per migliorare ancora di più il servizio?
Realizzare insieme ai cittadini dei piccoli giardini a conduzione privata, con una gestione affidata ai residenti della zona per farli diventare spazi ricreativi aperti al pubblico. Attraverso avvisi pubblici si potranno adottare delle aree adesso incolte che chi parteciperà dovrà riqualificare e trasformare in giardinetti, doggy park e luoghi a verde. Questo consentirebbe da un lato di prevenire il problema degli incendi e dall’altro contribuirebbe a diffondere nella cittadinanza la cultura del bene comune, del rispetto dell’ambiente e della sostenibilità climatica, tema ormai attualissimo e che il Comune di Siracusa ha sposato a pieno.
Chiudiamo la nostra chiacchierata parlando dei siracusani e del loro senso del dovere. Personalmente, è a favore di misure repressive sui cittadini inadempienti?
Penso che la repressione non sia mai un giusto rimedio, non è importante reprimere il cittadino ma fargli rispettare quanto prescritto, quindi rimanere nei termini della legalità.
Anche questo rientra nella crescita culturale dei cittadini?
Certamente, perché la repressione non è mai una risposta all’inciviltà: bisogna, piuttosto, dare buoni esempi, attuando percorsi partecipativi in grado di far sentire il cittadino parte della proprietà della propria città.
In questo ambito, i siracusani rispettano le prescrizioni?
Non abbiamo ancora dati precisi dal report del comandante Miccoli circa il controllo del rispetto dell’ordinanza di pulizia dei terreni privati, ma una cosa è certa: io giro molto per controllare il territorio, e devo dire che ho notato che quest’anno molti terreni che prima venivano abbandonati e lasciati con le sterpaglie sono stati ripuliti.
Quindi c’è una maggiore coscienza in questo senso?
Sicuramente! Inoltre, penso che oltre alle nostre azioni, far sentire l’amministrazione vicina ai temi ambientali ha inciso sulla coscienza dei cittadini.
Cosa ci insegna un episodio come quello accaduto alla riserva Saline di Priolo?
E’ stato un evento eccezionale e drammatico, e la cosa più grave è che sia avvenuto per mano dell’uomo, come troppo spesso avviene. Questo ci fa ancora più sottolineare l’importanza della prevenzione e del controllo del territorio, attraverso le forze dell’ordine certamente ma anche mediante la collaborazione dei cittadini. Sono anche loro che devono assumere il ruolo di controllori del proprio bene, del proprio comune. Bisogna tornare ad una visione condivisa della città e del suo territorio.
Nadia Germano Bramante