Siracusa: flussi turistici e stagione estiva al via, tra luci ed ombre
L'inizio ufficiale è stato sancito dall’arrivo della nave da crociera “The World” nella banchina 3 del Porto Grande di Siracusa. Previsioni e punti di forza nell'intervista che abbiamo realizzato con Carlo Castello, che del turismo ha fatto la sua professione
(15 aprile 2019)
Anche se quest’anno la primavera fa fatica a trovare spazio nelle nostre giornate, con sbalzi di temperatura ed improvvisi acquazzoni che continuano a sferzare il versante sud orientale della Sicilia, la stagione turistica siracusana, tra luci ed ombre, è ufficialmente già partita. A sancirne l’inizio ufficiale, da una parte, il dato relativo alla balneabilità delle spiagge siracusane, la cui stagione avrà inizio ufficialmente il 1 maggio, diffuso nei giorni scorsi dalla gazzetta ufficiale, nella quale si attesta che anche per quest’anno saranno oltre 20, da Augusta a Portopalo, i chilometri di mare non balneabili lungo la costa siracusana a causa dell’inquinamento industriale, degli scarichi a mare dei reflui cittadini e per motivi geomorfici. Dall’altra parte, a controbilanciare questi dati, l’arrivo lo scorso fine settimana della nave da crociera “The World”, che, con la sue enorme stazza, ha attraccato maestosa alla banchina 3 del Porto Grande di Siracusa.
Secondo le previsioni, l’odierna stagione crocieristica vedrà un incremento di flussi turistici del 30% con l’arrivo di circa 90 navi da crociera per un totale di circa 180.000 passeggeri che approderanno in città. “Grazie all’impegno e alla sinergia di tutte le Amministrazioni Pubbliche e dell’intero cluster marittimo – scrive la Capitaneria di porto in una nota – la nuova stagione si prevede ancora più ricca e le navi da crociera dei principali gruppi armatoriali internazionali di medie e grandi dimensioni approderanno fino agli inizi di novembre”. Una boccata d’ossigeno non indifferente per l’economia di Siracusa e la sua vocazione turistica sempre più consapevole ed alimentata dall’enorme patrimonio artistico ed archeologico, oltre che dal clima mite per gran parte dell’anno, caratteristica quest’ultima, riconosciuta anche dalla speciale classifica redatta dal quotidiano il Sole 24 ore sulla qualità della vita. Siracusa, infatti, figura tra le prime dieci città italiane in classifica per il miglior clima. Un risultato ottenuto in seguito ad una ricerca condotta sui 107 maggiori centri italiani tra il 2008 e il 2018 con uno scatto ogni 6 ore per 4.000 rilevazioni all’anno.
Tra le mete più ambite dai viaggiatori provenienti dall’Italia e dall’estero, ancora una volta la zona archeologica, ormai sancita dal Parco di nuovissima istituzione, il centro storico di Ortigia con le sue chiese e le sua storia millenaria e naturalmente le zone balneari, da Fontane Bianche ad Arenella ed Ognina, per non parlare della splendida riserva marina del “Plemmirio”. Un inizio di stagione promettente, come conferma Carlo Castello, che del turismo ne ha fatto una professione, iniziando la sua attività di guida turistica negli anni ’70. “La stagione è iniziata un po’ a rilento, ma adesso si sta normalizzando, – racconta – abbiamo iniziato con gli studenti in gita e adesso si entra a pieno regime con l’arrivo dei flussi turistici dall’estero, tedeschi, spagnoli e francesi in gran parte”.
Siracusa ha certamente tutte le carte in regola per divenire una meta ambita del turismo internazionale, ma è pronta per sostenere questa sfida?
Io dico sempre che bisogna essere preparati e professionali, i segnali perché questa città lo divenga ci sono tutti ma non bisogna farsi cogliere impreparati. Cominciamo col dire che la città necessita di parcheggi e di servizi in genere. Una delle grandi mancanze che ci penalizza molto, al momento, è la chiusura del bar ristoro alla fermata del molo S.Antonio, capolinea dei bus turistici per l’accesso ad Ortigia. L’ho segnalato più volte all’Amministrazione, perché è un grosso handicap per coloro che dopo un lungo viaggio arrivano alla meta e non possono nemmeno rifocillarsi o usare la toilette. Altra cosa che ho più volte segnalato è la necessità di istituire una polizia turistica che regolamenti l’intero settore. Parlo dei percorsi pedonali dei turisti, che non devono rischiare la pelle camminando lungo strade trafficate come via Malta, la diffusione delle bancarelle, attualmente in così grande numero da occupare la quasi totalità dei marciapiedi a scapito dei pedoni, per non parlare dei dehors, moltiplicatisi negli ultimi anni, e gli innumerevoli venditori e guide abusive che non mancano mai.
Su questo fronte ha avuto notizie dal Comune?
Si, dopo aver sollevato più volte il problema, ho saputo che la Polizia Municipale ha in programma la formazione di un’apposita squadra che dovrebbe entrare in servizio a breve con questo specifico compito.
Qual è la città a cui Siracusa dovrebbe ispirarsi in materia turistica, secondo lei?
Senza dubbio Venezia è l’esempio della città a vocazione turistica per eccellenza, una ricette studiata a tavolino e messa in pratica in maniera perfetta.
Non so perché, ma a queste sue parole mi aspetto un “ma”?
Si, in questo caso il ma c’è perché se è vero che Venezia è divenuta famosa in tutto il mondo azzeccando perfettamente la sua formula turistica, allo stesso tempo ha perso via via la sua identità. Oggi a Venezia ci sono pochissimi veneziani (da 120 mila ai 40 mila attuali), e molti hanno venduto ad acquirenti stranieri e sono andati via per sempre, la città si è spersonalizzata e questo non dovrebbe accadere. Siracusa ha delle enormi potenzialità e, guardando alla lezione che ci offre la città della laguna, deve migliorare sicuramente la sua offerta, la sua professionalità e i suoi servizi ma non perdendo la sua identità.
Siracusa è una città bellissima, piena di storia e di bellezze paesaggistiche e monumentali: cosa aggiungere?
Che deve rimanere a misura d’uomo e per farlo bisogna istituire regolamenti e farli rispettare. Diciamo basta ai ristoranti in Ortigia, ce ne sono fin troppi, così come i B&B, ormai a centinaia, e molti non pagano la tassa di soggiorno. Penso che ci troviamo ad un bivio, basta la decisione sbagliata e rischiamo di finire come Venezia, confusionaria e spersonalizzata, oppure abbiamo la possibilità di far decollare la nostra economia con un turismo intelligente e con la giusta programmazione, perché Siracusa ed Ortigia rimangano se stesse e di loro si possa continuare a dire “Sarausana je !”.
Nadia Germano Bramante