Rientrano gli italiani sulla Diamond in quarantena, dubbi per i tre pozzallesi in servizio sulla nave
Tra le donne figura Roberta Scala, la quale, nei primi giorni di questa drammatica esperienza, aveva raccontato su un proprio profilo Facebook (Allegra Viandante) quanto le stava accadendo
(17 febbraio 2020)
Si erano rassegnati ad attendere il responso delle autorità sanitarie giapponesi già fissato per martedì 18 febbraio e, in caso positivo, un via libera alla fine della prossima settimana. Invece ieri un post del ministro degli esteri Luigi Di Maio annuncia che un volo speciale del governo italiano preleverà i 35 passeggeri connazionali in quarantena nella nave da crociera Diamond Princess, ormeggiata da due settimane a Yokohama. A bordo 3700 persone, quasi 400 delle quali risultano contagiate dal ‘Coronavirus’ ma tra queste nessuno degli italiani. Ma è difficile che l’aereo possa decollare dal Giappone all’inizio di questa settimana. Ci vorranno diversi giorni e in ogni caso gran parte degli italiani a bordo, tra cui il comandante, è costituita da personale di servizio sicché la loro possibilità di rientro non è automatica.
Sulla Diamond ci sono cinque cittadini pozzallesi, tre uomini e due donne. I primi sono altrettanti lavoratori tecnici della nave, mentre le seconde sono le mogli di due di loro che li accompagnano nella crociera. Come vi avevamo detto, tra le donne figura Roberta Scala, la quale, nei primi giorni di questa drammatica esperienza, aveva raccontato su un proprio profilo Facebook (Allegra Viandante) quanto le stava accadendo. Poi, per motivi di opportunità, il singolare ‘diario di bordo’ è stato oscurato.
Non è chiaro se del gruppo di italiani che rientrerà in Italia vi saranno anche i cinque pozzallesi, in quanto tre di loro sono degli operatori in servizio sulla nave i quali quindi hanno dovuto prestare la loro opera senza potersi isolare nelle proprie cabine come gli altri passeggeri. Situazione diversa per le due donne che hanno potuto evitare ogni forma di contatto con il resto delle persone a bordo.
La decisione del governo italiano è stata presa con una procedura-lampo che ha avuto l’assenso del governo giapponese, grazie alle risultanze sanitarie per le quali nessuno dei connazionali risulta infetto, e il coinvolgimento operativo del commissario straordinario per l’emergenza, Angelo Borrelli, e del ministro della Salute, Roberto Speranza. Ma diversi ostacoli ancora si frappongono all’esecuzione della missione.