Reddito di cittadinanza, come sta andando nel Ragusano? E i centri per l’impiego sono pronti?
Mentre Caf e uffici postali continuano a raccogliere le domande, abbiamo contattato Giovanni Vindigni, direttore del centro per l’impiego di Ragusa, e la prima preoccupazione che trapela è quella che riguarda i navigator
(25 marzo 2019)
Reddito di cittadinanza: dal 6 marzo, com’è noto, è possibile presentare domanda per accedere alla misura voluta dal governo nazionale per andare incontro alle esigenze delle fasce sociali più deboli e dei disoccupati, affinché possano trovare un’occupazione. L’importo complessivo non può superare i 9.360 euro annui (780 euro mensili) e sono destinati ai nuclei familiari in possesso cumulativamente, al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata dell’erogazione del beneficio, di una serie di requisiti. Il richiedente dev’essere “cittadino maggiorenne italiano o dell’Unione Europea, oppure, suo familiare che sia titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente o cittadino di Paesi terzi in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo. È, inoltre, necessario essere residente in Italia per almeno 10 anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo”.
Ci sono poi, ovviamente, i requisiti economici:
- un valore ISEE inferiore a 9.360 euro;
- un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 30.000 euro;
- un valore del patrimonio mobiliare non superiore a 6.000 euro per il single, incrementato in base al numero dei componenti della famiglia (fino a 10.000 euro), alla presenza di più figli (1.000 euro in più per ogni figlio oltre il secondo) o di componenti con disabilità (5.000 euro in più per ogni componente con disabilità).
- un valore del reddito familiare inferiore a 6.000 euro annui, che può arrivare a 7.560 euro ai fini dell’accesso alla Pensione di cittadinanza. Se il nucleo familiare risiede in un’abitazione in affitto, la soglia è elevata a 9.360 euro.
Per accedere alla misura è inoltre necessario che nessun componente del nucleo familiare possieda:
- autoveicoli immatricolati la prima volta nei 6 mesi antecedenti la richiesta, o autoveicoli di cilindrata superiore a 1.600 cc oppure motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc, immatricolati la prima volta nei 2 anni antecedenti
- navi e imbarcazioni da diporto
Ad oggi siamo ancora nella prima fase, quella della presentazione delle domande a CAF e uffici postali. Non è possibile, quindi, avere una stima precisa delle pratiche in itinere. Stando agli ultimi dati, in tutta Italia sarebbero arrivate già più di 500mila domande e se a Siracusa, alcuni giorni fa, la situazione era questa, a Ragusa le cose come stanno andando? Abbiamo chiamato i CAF CISL di Ragusa, Modica centro e Vittoria, per iniziare ad avere un’idea approssimativa, ed è venuto fuori che nella sede del capoluogo fino sono state avviate 90 pratiche, e molte altre sono in sospeso perché l’ISEE è stato appena presentato. La fascia maggiormente interessata è quella che va dai 30 ai 50 anni.
A Vittoria sono circa 60 le pratiche in itinere e la fascia d’età maggiormente rappresentativa è la stessa. A Modica le domande presentate sono 80 e solo un 10% circa riguarda la fascia tra i 20 e i 30 anni. Un interessante 8-10% circa, inoltre, è inerente gli immigrati, comunitari e non, in linea, dunque, con la media nazionale del 9,5%. Secondo le elaborazioni Svimez, in provincia di Ragusa alla fine le richieste dovrebbero arrivare a 16.800.
I centri per l’impiego non sono ancora coinvolti direttamente e non lo saranno prima di maggio. Noi di Ialmo abbiamo contattato telefonicamente anche Giovanni Vindigni, direttore del centro per l’impiego di Ragusa, per sapere che aria si respira e se sono pronti a gestire questo flusso in arrivo, e la prima preoccupazione che trapela è quella che riguarda i navigator. “Queste figure – afferma – dovrebbero riuscire dove abbiamo fallito noi, ossia nel trovare un impiego ai disoccupati, ma non si capisce nemmeno come individuarli. C’è molta confusione, e aspettiamo indicazioni da Roma. La Regione dovrebbe essere delegata alla loro ricerca, ma ci vogliono i soldi per fare il bando, quindi allo stato attuale non si sa né quanti navigator cercare né a quanto ammonta la copertura finanziaria per questo servizio. Inoltre – prosegue – sappiamo che devono essere in possesso di una laurea magistrale, quindi tutti quelli con una triennale sono tagliati fuori, e con la fame di lavoro e il precariato che c’è in Sicilia sono tutti allarmati: gli ex sportellisti polifunzionali, i laureati che già fanno questo lavoro da anni, quelli che provengono dalla formazione e che, nonostante l’esperienza maturata sul campo, potrebbero essere scavalcati da non si sa chi”.
Vindigni si pone, essenzialmente, solo una domanda: se prima in Italia non riparte l’economia, come si fa a trovare questi posti di lavoro? “Solo le aziende con incentivi economici e alleggerimento fiscale – dice – possono pensare alle assunzioni. Negli altri Stati in cui la misura sta funzionando, l’economia è già in ripresa. Lungi da me, dunque, il volerla criticare, ma forse è un po’ precoce da noi, e non vorrei che le colpe dell’eventuale fallimento poi ricadessero proprio sui centri per l’impiego. Temo che tra qualche tempo troveranno in noi il capro espiatorio, e diranno che non serviamo a niente quando il problema è all’origine. In fondo, a livello nazionale è già stata avviata una campagna diffamatoria nei nostri confronti, per cui nessuno mi toglie dalla testa che ci sia un disegno strategico dietro tutto questo“.
Di recente, l’ISTAT ha certificato che in Italia ci sono 2 milioni 632 mila disoccupati che lavorano, però, in nero e che possono avere, quindi, i requisiti per il reddito. “Il 50% dei soldi stanziati per il reddito di cittadinanza, anche se giustamente sono stati annunciati controlli serrati in tal senso, andranno a finire nelle mani di chi non ne ha un reale bisogno – conclude Vindigni – e sprecheremo miliardi che si sarebbero potuti utilizzare per incentivare le assunzioni a tempo indeterminato, per esempio ripristinando la legge 407/90″.
Valentina Frasca