Ragusa, l’urbanistica e l’architettura del ventennio fascista. Musumeci: “È storia”
All’inaugurazione della mostra, nella sala Borsa della Camera di Commercio, ieri, puntuale, il presidente della Camera di Commercio Musumeci che l’ha fortemente voluta in ogni capoluogo di provincia. Ecco cosa ha detto ai microfoni di Ialmo
(8 febbraio 2020)
Gli anni Trenta si avviano a compiere quasi un secolo e in Sicilia la Regione ne celebra urbanistica e architettura. L’una e l’altra perfettamente riconoscibili per l’impronta politica e culturale del ventennio fascista. Gli anni Trenta sono infatti quelli in cui, insediatosi pienamente e radicatosi completamente il regime dittatoriale del duce asceso al potere con la marcia su Roma del ‘22, soppressa ogni libertà di espressione e di critica, messi a tacere con l’olio di ricino (quando non con l’omicidio) gli oppositori politici, prima della tragedia della guerra e della disfatta, il governo Mussolini cercò di mostrare il volto attraente delle opere pubbliche. A Ragusa intorno a Piazza Impero (poi piazza Libertà) sorsero piazze, ospedali, ponti, anche per legittimare la scelta dell’erezione della città a capoluogo della nuova provincia e insediarvi sedi istituzionali degne del nuovo rango.
All’inaugurazione della mostra, nella sala Borsa della Camera di Commercio, ieri, puntuale, il presidente della Camera di Commercio Musumeci che l’ha fortemente voluta in ogni capoluogo di provincia.
Musumeci, ai nostri microfoni, ribadisce l’importanza di un progetto ampio che coinvolge i capoluoghi siciliani, al fine di offrire uno spaccato sulla storia architettonica del secolo scorso e sul ruolo giocato dal razionalismo. È stato intrapreso un percorso storico-architettonico che vede Ragusa come terza tappa e che si concluderà con una grande mostra a Palermo. Fulcro del progetto sono, quindi, le grandi opere del ventennio fascista, “frutto dell’ingegno e del talento umano”, come tiene a specificare il Presidente Musumeci. E Ragusa, in tal senso, è l’esempio perfetto!
Una scelta storico-scientifica di studio del prodotto urbanistico e architettonico di quegli anni o anche un tentativo di rilettura, politico e sociale con le luci e le ombre, della tragica esperienza del ventennio fascista?