Raddoppio RG-CT: Roma nega l’accesso agli atti e scatena l’ira dei sindaci
La decisione è stata definita "inaccettabile" e si è deciso di impugnarla. Non c’è stato alcuno sviluppo, inoltre, dopo l’informativa del ministro Toninelli durante l’ultima riunione del Cipe
(19 giugno 2019)
Puntata estiva della telenovela ibleo – catanese incentrata sulle vicende del raddoppio della SS 514 Ragusa – Catania. L’ultima notizia che arriva da Roma è che il governo nazionale ha negato l’accesso agli atti propedeutico all’iter procedimentale. Un diniego che, naturalmente, sta scatenando le ire dei sindaci e delle associazioni che da anni si battono per l’arteria e di cui sono venuti a conoscenza nel corso dell’incontro appositamente convocato con il legale al quale era stato dato mandato di procedere in tal senso.
I sindaci definiscono “inaccettabile” questa decisione e hanno deciso di impugnarla. Nell’altro incontro in calendario tra i sindaci ed il presidente della Regione Musumeci, il vicepresidente Armao e l’assessore Falcone, è stato, inoltre, preso atto del fatto che non c’è stato alcuno sviluppo dopo l’informativa del ministro Toninelli durante l’ultima riunione del Cipe dello scorso maggio, dove era stata indicata dallo stesso ministro come unica strada percorribile quella dell’acquisizione del progetto privato da parte dell’Anas. L’accordo, dunque, sembra lontano, nonostante la Regione abbia confermato il proprio contributo per ridurre i futuri pedaggi, impegnandosi al contempo a trasformare la delibera adottata in legge regionale.
Ecco le parole del sindaco di Ragusa, Peppe Cassì: “Sulla Ragusa-Catania ci siamo presi un impegno: continuare a farci sentire, a far capire che non ci si può semplicemente dimenticare di noi come accaduto in questi anni. Ieri si sono tenuti due incontri importanti. Il primo, tra i sindaci dei Comuni interessati dall’opera e il legale a cui abbiamo affidato l’incarico di accedere agli atti ed entrare nell’iter procedimentale: la risposta del Governo è stata un diniego. Non possiamo accettarlo, lo contesteremo e lo impugneremo. Il secondo, tra i sindaci ed il presidente della Regione Musumeci, il vicepresidente Armao e l’assessore Falcone. Abbiamo preso atto che non c’è stato alcuno sviluppo dopo l’informativa con cui il ministro Toninelli durante l’ultima riunione del CIPE dello scorso maggio aveva indicato come unica strada percorribile quella della acquisizione del progetto privato da parte dell’ANAS. Anzi, secondo le informazioni in nostro possesso, le parti sarebbero ben lontane dal trovare una intesa. Già domani, quando il ministro Toninelli sarà in Sicilia, chiederemo delucidazioni. Allo stesso tempo, riprenderemo l’interlocuzione con il ministro che più si è speso, Barbara Lezzi. Ci aspettiamo risposte concrete o saremo di nuovo pronti a manifestare: Regione, sindaci e tutte le espressioni politiche e produttive del territorio. A Roma dovranno quantomeno abituarsi al fatto che Ragusa non resterà in silenzio”.
“Ancora una volta interveniamo per cercare di svegliare il governo dal grande sonno sulla Ragusa-Catania. Dopo l’incredibile pantomima che ha bloccato l’iter dell’importante opera, con la promessa di realizzarla con fondi totalmente pubblici, considerando la pessima congiuntura economica (checché ne dicano i tromboni della propaganda gialloverde) con il deficit oltre la soglia, non sarebbe il caso di rivalutare il project financing?” ha commentato, invece, il segretario provinciale del Pd ibleo e sindaco di Giarratana, Bartolo Giaquinta secondo cui ritornare alla soluzione del partenariato pubblico-privato è l’unica soluzione per realizzare l’opera in tempi ragionevoli. “La soluzione del governo è il silenzio e il decadimento della questione, – ha concluso – nell’attesa di un finanziamento pubblico che non arriverà mai”.
Valentina Frasca