“Protestate ma civilmente”: l’appello del SAP Ragusa
"I poliziotti non sono nemici". A Scicli annullata manifestazione non autorizzata
(28 ottobre 2020)
“Quello di manifestare è un diritto sancito dalla Costituzione, ma accorre farlo nei termini di legge per far sì che le proteste avvengano entro i confini della legalità”. Sono le parole di Gaetano D’Amico, segretario provinciale del SAP (Sindacato autonomo di Polizia) che interviene sulle numerose manifestazioni spontanee che ristoratori, commercianti e cittadini, stanno organizzando, anche in provincia di Ragusa, contro le restrizioni imposte dal Dpcm. Generalmente queste manifestazioni di protesta raccolgono adesioni attraverso i social, così le persone si radunano nei luoghi stabiliti, ma molte volte lo fanno senza chiedere le dovute autorizzazioni alle Questure.
«È importante che tutti sappiano – aggiunge D’Amico – che le manifestazioni vanno preannunciate, quindi occorre rivolgersi agli uffici della Questura almeno tre giorni prima. Questo consente alle forze dell’ordine di essere presenti e presidiare sull’ordine pubblico. Come abbiamo visto in diverse piazze italiane – continua il segretario provinciale del SAP – la possibilità di infiltrazioni da parte di frange estremiste che nulla hanno a che fare con commercianti e ristoratori, è altissimo, per cui poi il rischio è che chi si trova a protestare in maniera serena e legale posa andare, per colpa di altri, incontro a conseguenze molto gravi».
La riflessione del segretario provinciale del Sindacato Autonomo di Polizia, arriva all’indomani dell’iniziativa di protesta che si doveva tenere a Scicli, ma che poi è saltata proprio perché non autorizzata.
«Tutti devono sapere – commenta ancora D’Amico – che le forze dell’ordine non sono nemiche dei cittadini, ma hanno il compito di far rispettare le leggi, per cui si può manifestare in maniera pacifica il proprio dissenso, ma sempre – come detto – entro i confini della legalità». In questi giorni centinaia di uomini e donne delle forze dell’ordine, anche in provincia di Ragusa, sono attivati per far fronte al pericolo di disordini facendo anche, considerate le limitazioni di organico, dei notevoli sacrifici personali. «A chi manifesta – conclude D’Amico – ricordo che sull’altro fronte ci sono persone comuni, uomini e donne che ben comprendono le ragioni ed i problemi di chi manifesta, non è scontrandosi con esse che si può riuscire ad ottenere ciò che si chiede» .