Paura coronavirus e gogna digitale, come ignoranza e mistificazione viaggiano sui social
Il caso di un uomo di 64 anni di Modica, risultato positivo: su di lui e sulla sua famiglia cucita una storia priva di riscontri nella realtà
(25 marzo 2020)
C’è chi, in questi momenti di apprensione e sofferenza, dà il meglio di se e chi il peggio.
La ‘caccia all’untore’ è uno degli sport cui si dedicano in tanti, ora armati di smartphone e liberi di scorazzare nel campo largo dei social.
L’ultima denuncia viene da Ragusa dove sono dovuti intervenire i legali di un paziente, preso di mira e messo alla gogna nella totale falsificazione dei dati di realtà.
Il paziente è un uomo di 64 anni, oggetto insieme alla sua famiglia, di “una inaudita quanto infondata gogna social per via di alcuni messaggi vocali e addirittura di foto tratte da profili facebook ritraenti dei minori, circolati su whatsapp. Per mettere a tacere il riportato pettegolezzo – affermano i legali, Donato Grande e Vincenzo Cascone – ci preme intanto precisare che il paziente ci riferisce di aver effettuato intervento chirurgico il 28/2 a Ravenna (non a Milano) e di essere rientrato a Modica la sera di sabato 7/3 u.s., ponendosi precauzionalmente da subito, con la moglie che lo ha accompagnato, in isolamento fiduciario e comunque informando immediatamente il proprio medico di medicina generale in città (sentito necessariamente per l’esito dell’intervento effettuato). E ciò senza che al tempo ne avessero ancora alcun obbligo; per esempio ricordiamo a tutti infatti che le limitazioni agli spostamenti, dapprima alle sole, iniziali, zone c.d. “rosse” del nord e poi in tutto il territorio nazionale (che tuttavia prevedono comunque le eccezioni per motivi di salute e per il rientro presso la propria residenza), sono avvenute con i noti D.P.C.M. dell’8 e del 9/3 u.s. Il paziente, per via di insorta lieve sintomatologia, è stato poi sottoposto a tamponi il 16 e 17/3, mentre l’esito di definitiva positività è stato comunicato solo il 20/3”.
I due legali precisano che il paziente, che non ha febbre e sta bene, è l’unico della famiglia risultato positivo, tanto che non si è reso necessario il suo ricovero in ospedale, mentre il resto della famiglia (moglie, figli e rispettivi nuclei familiari) è precauzionalmente in isolamento fiduciario da giorni (la moglie è addirittura risultata negativa al tampone, gli altri in ogni caso stanno tutti bene). Anche per via di un mutato contesto di diffusione del contagio restano in isolamento fiduciario e comunque sono tutti in attesa di eseguire i tamponi di verifica. Rispetto ad altro caso di rientro in città legato alla cronaca di ieri, è dunque ingiustificata e spropositata – affermano i due legali – l’esposizione cui è stata sottoposta in poche ore la famiglia già colpita suo malgrado dal contagio di un suo componente a cui si aggiunge ora pure il disprezzo altrui dettato da mera isteria collettiva e senza che alcun comportamento sconsiderato sia stato attuato nella fattispecie”.
I due legali annunciano quindi querela e diffidano chiunque dal continuare a fare circolare informazioni false, diffamatorie e idonee a procurare allarme.