Parco nazionale degli iblei: ANCI Sicilia dice sì all’istituzione, ma non partecipa all’incontro al Ministero. Ecco i motivi
Il Ministero continuerebbe a tener conto di indicazioni obsolete pervenutegli nel 2010 dalla ex Provincia regionale di Siracusa per il tramite della Regione, che non tengono minimamente conto delle proposte giunte dai Comuni, Enti, Attività produttive e Consorzi
(18 luglio 2019)
Il Parco Nazionale degli Iblei non può essere istituito basandosi su concezioni di governante obsolete e dati imprecisi. A sollevare la questione è il Presidente dell’Agenzia di Sviluppo degli Iblei, Paolo Amenta, Presidente del Consiglio comunale di Canicattini Bagni e Vice Presidente di AnciSicilia, che, insieme ai Sindaci del siracusano, dei Comuni di Modica e Ragusa, di associazioni di categoria, enti e consorzi di sviluppo, pur essendo favorevoli all’istituzione del Parco, si sono rifiutati di partecipare all’incontro convocato per ieri al Ministero dell’Ambiente a Roma con l’Assessorato regionale al Territorio e Ambiente, il Libero Consorzio Comunale di Siracusa e la Città Metropolitana di Catania.
“Il nostro non è un no all’istituzione del Parco, – ci tiene a precisare Paolo Amenta – ma, al contrario, trattandosi di un’opera strategica dal punto di vista della tutela, valorizzazione e fruizione del nostro territorio ricadente su ben tre province (Ragusa-Siracusa e Catania), con forti ripercussioni sul tessuto produttivo e dello sviluppo economico di quei luoghi e dalle forti valenze culturali, ambientali, economiche e sociali, non dovrebbe essere calata dall’alto ma promossa dal basso e più precisamente proprio dagli Enti pubblici e dalle realtà private operanti e radicate da sempre in quei territori”. A tutt’oggi, però, questo è uno dei motivi del contendere sottolineati da Amenta e dai firmatari del no: il Ministero continuerebbe a tener conto di indicazioni obsolete pervenutegli nel lontano 2010 dalla ex Provincia regionale di Siracusa per il tramite della Regione ma che, di fatto, non tengono minimamente conto delle proposte giunte dai Comuni, Enti, Attività produttive, Consorzi, di Parco a perimetrazione reticolare, “…del quale personalmente mi ero fatto portavoce da Sindaco di Canicattini Bagni, insieme ai Gal della provincia di Siracusa. Osservazioni e proposte,– spiega ancora Amenta – che abbiamo reiterato nel Settembre 2017”.
A questo si aggiunge anche il fatto che parliamo di zone che sono già ampiamente sottoposte a vincoli e che nel frattempo anche dal punto di vista amministrativo molte cose sono cambiate?
Certamente, ci sono già le Zone di Protezione Speciale (ZPS) i Siti di Importanza Comunitaria (SIC), i corridoi ecologici, i piani paesaggisti, sono tutte cose già in atto ma bisogna metterle insieme attraverso un governo dei territori. Solo in questo modo si potrà collegare e tutelare la varietà e tipicità del patrimonio paesaggistico e naturalistico enorme degli Iblei. Su questo aggiungo che viviamo una crisi istituzionale senza precedenti, le province non ci sono più e i comuni sono in grande sofferenza, molti in default e nonostante ciò si pensa di istituire una nuova struttura con regole nuove ma soprattutto in assenza di un Piano di gestione socioeconomica e indicazione delle fonti finanziarie cui l’istituendo Parco dovrebbe attingere.
In parole povere anche in questo caso la via da seguire sarebbe quella dell’applicazione del decentramento amministrativo?
Certamente ma è la stessa Europa che ci insegna, destrutturando i confini amministrativi e noi in Italia utilizziamo ancora vecchie norme per istituire i parchi. Poi, per quanto riguarda l’aspetto economico la nostra proposta è quella di attingere ai Programmi operativi regionali, i fondi europei che rimangono li e non si spendono. Anche in questo caso ci dicono che in Finanziaria nazionale sono già stati stanziati dei fondi (per l’istituzione di 4-5 parchi) ma invece sappiano che non c’è nemmeno un euro mentre i POR, dove tutti gli assi di spesa, a partire dal rischio idrogeologico, per l’agricoltura, per corsi enogastronomici di un certo tipo e molto altro ancora, sono ancora tutti disponibili, come quelli del PSR (Piano di sviluppo Rurale), incredibilmente non si spendono.
A questo punto cosa farete?
Attendiamo di conoscere quanto deciso in sede ministeriale ma da parte nostra, di tutti i sindaci, dalle associazioni e da tutti i soggetti coinvolti, siamo determinati a riappropriarci della facoltà di decidere per il nostro territorio e continueremo a procedere in questa direzione.
NOTIZIA IN AGGIORNAMENTO
Nadia Germano Bramante