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#PalermoChiamaItalia e Vittoria risponde: che emozione l’inno di Mameli davanti all’albero Falcone!

Gli alunni vittoriesi dell'istituto San Biagio raccontano la loro Giornata della Legalità. "Il futuro - ci hanno detto - è nelle nostre mani, per un mondo libero dalla mafia"

(23 maggio 2019)

Matteo non ha dubbi: “E’ stato tutto emozionante, ma sentire intonare l’inno di Mameli davanti all’albero Falcone al quale abbiamo reso omaggio è stato da brividi”. Comincia così il racconto del vice baby sindaco dell’istituto comprensivo San Biagio di Vittoria, Matteo Massaro, a capo della delegazione formata da 7 alunni e tre insegnanti ammessa dal MIUR a partecipare, nell’aula bunker dell’Ucciardone, alla cerimonia #PalermochiamaItalia, in memoria della strage di Capaci datata 23 maggio 1992.  La nave della legalità è approdata al porto di Palermo questa mattina, con all’esterno, come ogni anno, le grandi foto di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e a bordo 1.500 studenti di tutta Italia salpati ieri dal porto di Civitavecchia. Ad accoglierli c’era anche il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, e Maria Falcone, sorella di Giovanni; a bordo pure il Ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, il procuratore nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Federico Cafiero de Raho, il capo della Direzione investigativa antimafia, Giuseppe Governale, e la Garante per l’infanzia e l’adolescenza, Filomena Albano.

Sono trascorsi 27 anni dall’annus orribilis che, nel giro di tre mesi, si portò via non solo i due magistrati, ma anche Francesca Morvillo e tutti gli agenti delle due scorte e i loro nomi, insieme a quelli di molte altre vittime di mafia, sono riecheggiati stamattina nell’aula che fu teatro del maxiprocesso a Cosa Nostra. “Il messaggio più importante che ci è arrivato oggi – continua Matteo – è che la mafia è anche un problema nostro, perché noi siamo il futuro e dobbiamo sconfiggerla a partire da ora, partendo dalle piccole azioni quotidiane. Condividere questa emozione con ragazzi giunti da tutta l’Italia è stato molto intenso: la mafia è una piaga non solo nostra, non solo dei siciliani, ma di tutti e tutti insieme dobbiamo combatterla”. 

“I ragazzi si sono comportati benissimo, erano felici di esserci e sentivano la responsabilità di dover rappresentare al meglio la loro scuola – aggiunge la professoressa Adriana Minardi sapevano di essere i depositari di un privilegio e sono stati impeccabili dall’inizio alla fine”. La delegazione vittoriese, che, lo ricordiamo, è stata selezionata dal MIUR grazie al progetto “Scuola Piccola Città”, dopo la mattinata all’Ucciardone ha proseguito la sua Giornata della Legalità raggiungendo l’Albero Falcone dove, pian piano, stanno confluendo tutti gli studenti e i rappresentanti istituzionali che si fermeranno alle 17.58: il momento della deflagrazione sulla A 29 Trapani – Palermo, all’altezza di Capaci. “Il messaggio di oggi è stato chiaro: nel ricordare il sacrificio di Falcone e Borsellino, – prosegue la professoressa Minardi – il futuro è stato simbolicamente messo nelle mani dei nostri ragazzi, affinché se ne facciano carico con la loro voglia e la loro speranza di un mondo migliore. I nostri studenti sono stati i protagonisti di questa giornata a loro dedicata, e che arriva dopo una fase in cui hanno studiato la vita e il lavoro dei Giudici. Ne abbiamo parlato a scuola, – spiega – abbiamo fatto alcuni approfondimenti e visto insieme film e documentari, senza dimenticare che, qualche anno fa, abbiamo intitolato la sala docenti a Giuseppe Fava”.

All’Ucciardone questa mattina sono arrivati anche il Presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, e il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Assente invece il Presidente della Regione Nello Musumeci. Mi dispiace per la signora Falcone – ha detto – ma c’è troppo veleno, c’è troppo odio e tutto questo non suona al rispetto della memoria del giudice Falcone e dei poveri agenti della scorta. Ai riflettori e al clamore mediatico preferisco il silenzio della caserma Lungaro per assistere alla deposizione della corona di alloro da parte del capo della polizia, prima di tornare nel mio ufficio a lavorare per tentare di tirare fuori i ragazzi dal condizionamento che subiscono ogni giorno da parte della criminalità organizzata, che si nutre e si alimenta della disperazione dei giovani”. 

Valentina Frasca

 

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