Operazione Bronx: 9 arresti a Modica. Ecco i nomi e le foto
Disarticolata dai Carabinieri una rete di spacciatori che operava anche nei pressi delle scuole, sequestrati quasi 2 kg di droga. Tra gli assuntori molti minorenni
(19 giugno 2019)
Modica si è svegliata questa mattina con il rumore degli elicotteri del 12° Elinucleo di CT. L’operazione antidroga condotta dai Carabinieri è scattata alle prime luci dell’alba tra Modica, Scicli e Pozzallo e ha portato all’arresto di 9 persone (8 in carcere a Ragusa e 1 ai domiciliari) e ad un obbligo di dimora. Le manette sono scattate per Valerio Levante, sciclitano di 41 anni, e Salvatore Giardina, pozzallese di 44. Erano loro i principali fornitori dello stupefacente (prevalentemente marijuana ma anche hashish e cocaina) che inondava le scuole superiori modicane e i locali della movida della città e delle sue frazioni. I destinatari della droga erano tutti giovanissimi, e tra loro anche molti minori. 50 gli assuntori finora identificati e segnalati alla Prefettura di Ragusa. Levante (già arrestato lo scorso agosto con circa 1 kg di marijuana) e Giardina avevano creato una vasta rete di spacciatori che riforniva le piazze costantemente attraverso Giancarlo Noto, 25 anni, Carmelo Rizza, 38 anni, Andrea Tedeschi, 22 anni, Emanuele Cannata, 20 anni, Johnny Orlando, 23 anni e Matteo Matarazzo, 25 anni. Agli arresti domiciliari, Gioele Fedele, 24 anni, mentre l’obbligo di dimora è stato emesso a carico di Corrado Luminario, 20 anni. Tutti hanno dei precedenti e devono ora rispondere di concorso in detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.
Complice un clima di omertà e paura, avevano letteralmente preso possesso del quartiere Treppiedi Nord e della zona di Corso Sandro Pertini, zona di Modica nota come “Bronx”, da cui il nome dell’operazione. I particolari sono stati illustrati questa mattina in conferenza stampa al comando provinciale dei Carabinieri di Ragusa. I provvedimenti sono stati emessi dal G.I.P. del Tribunale di Ragusa su richiesta della locale Procura e uno di loro, Matarazzo, ha anche ammesso di essere il responsabile del furto aggravato all’interno di ufficio assicurativo di Modica, risalente al 2014.
L’attività investigativa è durata due mesi circa e si è avvalsa di attività di osservazione, controllo, pedinamento e captazioni telefoniche ed ambientali. Sequestrati circa 1,5 kg di droghe di vario genere. L’indagine era partita dal monitoraggio dello spaccio nei pressi delle scuole secondarie di Modica, nel piazzale antistante la Chiesa della Madonna delle Lacrime, e nei luoghi maggiormente frequentati dai giovani, tra cui la centralissima Piazza Matteotti. Il blitz, come detto, è scattato all’alba e ha coinvolto 40 militari del Comando Provinciale di Ragusa, coadiuvati da Nucleo Cinofili Nicolosi. “La zona di Treppiedi Nord è sempre stata particolarmente sensibile al problema dello spaccio e della criminalità, esposta al degrado, difficile da trattare e per questo monitorata da tempo” ha detto il Colonnello Federico Reginato, Comandante Provinciale, il quale, visto il coinvolgimento di diversi minori, ha sottolineato l’importanza degli incontri nelle scuole. “Il lavoro di sensibilizzazione – ha aggiunto – deve camminare di pari passo con l’attività investigativa”.
Il Procuratore Fabio D’Anna, invece, ha posto l’accento sulla mancata collaborazione dei cittadini. “La gente è sfiduciata, perché vede le persone arrestate tornare libere dopo pochi giorni – ha dichiarato – per cui ci siamo scontrati con un muro di omertà e silenzio sebbene lo spaccio avvenisse alla luce del sole”. Addirittura, un po’ come avviene a Scampia, a Treppiedi c’erano le sentinelle, amici o familiari degli spacciatori che lanciavano l’allarme se vedevano arrivare i carabinieri, e, in un’occasione, uno dei residenti era stato picchiato da un indagato perché accusato di aver segnalato quello che accadevo tra i palazzi alle forze dell’ordine.
L’operazione, complessivamente, ha investito un arco temporale che va dal maggio 2018 al febbraio 2019, anche se le indagini si erano intensificate nelle ultime settimane, e uno dei principali perni dello spaccio, Giancarlo Noto, in una conversazione registrata, si diceva preoccupato per l’eventuale legalizzazione delle droghe leggere, perché non avrebbe avuto più mercato illecito. “Abbiamo colpito dei soggetti senza scrupoli, che si vantavano di quello che facevano – ha proseguito D’Anna – e che avevano come unico obiettivo quello di spacciare”.
Il contatto tra gli spacciatori e gli acquirenti era costante, e sono state documentate almeno 50 cessioni al giorno di marijuana che fruttavano non meno di 200 euro. Le persone tratte in arresto erano molto scaltre, portavano con sé solo piccole dosi di stupefacente, più facile da giustificare e da nascondere nei mille nascondigli ricavati negli spazi condominiali. Non è stato individuato però, al momento, il canale di approvvigionamento della droga. Difficile, dunque, stabilire da dove arrivasse, tutto si ferma a Giardina.
Valentina Frasca