Nuovo ospedale di Siracusa: Forza Italia non vuole più aspettare e protesta a Palermo
Intervista all'On. Stefania Prestigiacomo, in prima fila per gridare: "Non ci stiamo a questa forma di 'dittatura sanitaria' catanese. Pretendiamo che il nuovo ospedale sia di II livello e che si modifichi il disegno della Rete ospedaliera"
(22 luglio 2019)
“Siracusa ha diritto ad un Ospedale di II° Livello che costituisca un DEA di II livello (Dipartimento Emergenza e Accettazione) e quindi abbia i posti letto in più rispetto agli attuali, per i reparti che oggi non esistono a Siracusa. Questa programmazione oggi non esiste! Se la Regione intende agire seriamente faccia chiarezza: o afferma che a Siracusa non si VUOLE assegnare un ospedale di II livello o per essere credibile modifichi la delibera farsa: aumenti i posti letto, la dotazione finanziaria e avvii le consequenziali modifiche alla rete ospedaliera. Il resto sono solo chiacchiere, senza nemmeno il distintivo. E delle chiacchiere siamo stanchi. Basta!” Ad affermarlo questa mattina, nel corso di un sit-in davanti alla sede dell’Assessorato regionale alla Salute, un gruppo politico formato dall’on. Stefania Prestigiacomo, l’on Vincenzo Vinciullo, il Coord. Provinciale di Forza Italia, sen. Bruno Alicata, il Coordinatore cittadino di FI, Gianmarco Vaccarisi e i consiglieri comunali di Siracusa, Ferdinando Messina, Mauro Basile e il resp. Cittadino di SR Protagonista, Alberto Palestro.
Alla base della manifestazione, la difesa del diritto alla salute della comunità siracusana, mortificata – secondo il gruppo – da una Regione che intende scipparle questo diritto per continuare a rendere la provincia di Siracusa vassalla della ricca sanità catanese. Alla guida della spedizione siracusana la deputata nazionale di Forza Italia ed ex ministra del Governo Berlusconi, Stefania Prestigiacomo, che sulla questione sanità ci spiega le ragioni di una presa di posizione che non poteva più attendere. “La legge Balduzzi da al bacino Siracusa-Ragusa-Catania (circa 1 milione e 800 mila abitanti) la possibilità di avere tre ospedali di II livello, non riteniamo più sopportabile, – spiega Prestigiacomo – che questi tre ospedali siano concentrati tutti a Catania. Non ci stiamo a questa forma di ‘dittatura sanitaria’ catanese, in questo, Siracusa ha un solo ospedale di I livello anche se ha una popolazione maggiore rispetto a Ragusa, per esempio, che ne ha tre. Una situazione che non si può sopportare un minuto di più, specie alla luce di situazioni estreme come quella che ha visto la chiusura improvvisa e senza nemmeno avvertire i diretti interessati, di un pronto soccorso importante come quello del Trigona di Noto, con una popolazione ed esigenze triplicate durante le vacanze estive. Queste situazioni non sono più tollerabili, noi siracusani pretendiamo che il nuovo ospedale sia di II livello, che si modifichi il disegno della Rete ospedaliera e si preveda per il bacino sud-est un ospedale che abbia tutte le specializzazioni necessarie”.
Quindi il punto cardine è che voi non credete che nella formulazione del piano regionale la nuova struttura nasca già di II livello?
Al momento ci troviamo davanti ad una delibera assunta dal governo regionale che per noi ha il sapore di una triste, amara presa in giro, – continua – non si capisce come una struttura che nasca come di I livello, possa diventare di II strada facendo. Mi sembra che si giochi a confondere i cittadini perché Dea e ospedale di II livello sono due cose che devono camminare insieme. Le faccio un esempio, Dea significa emergenza, pronto soccorso, se io mi rivolgo per un problema grave ad un pronto soccorso di II livello, poi come continuo le mie cure se l’ospedale è di I livello? Quindi la nostra risposta è che bisogna adeguare la rete ospedaliera, aumentare i posti letto e la dotazione finanziaria.
A proposito di dotazione finanziaria, parliamo anche di economie che andrebbero via da Siracusa?
Certo, pensate che la Regione nel 2018 ha speso 45 milioni di mobilità passiva (per i trasferimenti dei malati in altre strutture) per i soli siracusani, 33 su 45 milioni sono finiti nelle strutture catanesi. Questo significa una sola cosa, che si considera il malato siracusano bancomat della sanità catanese e per Siracusa perdere ogni anno 45 milioni significa perdere una grossa fetta di economia che verrà veicolata altrove.
Il vostro è un atto d’accusa contro il governo Musumeci?
Questa scelta di tenere basso il profilo della sanità siracusana non nasce oggi ma è frutto di una politica dei vecchi governi che hanno amministrato l’isola. Noi speravamo nel governo Musumeci, che doveva rappresentare il cambiamento, ma il cambio di rotta non solo non c’è stato, in più c’è la beffa che per noi è diventata davvero insopportabile.
Fin qui le responsabilità della regione ma anche il Consiglio comunale di Siracusa sembra non voler assumere una posizione decisa sul nuovo ospedale, che ne pensa?
Da siracusana sono stata la prima a dire che l’area indicata trent’anni fa non è più idonea, sicuramente non è facilmente raggiungibile. Noi non abbiamo alcuna difficoltà a considerare la scelta di una nuova area per la realizzazione del nuovo ospedale ma sempre, ripeto che sia di II livello, perché se fosse di primo livello allora andrebbe bene anche dentro la città perché sarebbe solo una struttura cittadina. In un certo senso si fa il giochino ‘se non cambiate l’area non si fa l’ospedale di II livello’. Noi non ci stiamo e diciamo si al cambiamento dell’area, ma solo se in presenza di atti concreti da parte della Regione che indichi il cambiamento di destinazione a struttura di livello superiore.
La scorsa settimana il vostro capogruppo in Consiglio, Ferdinando Messina chiedeva anche all’Asp. di Siracusa, un’assunzione di responsabilità in questo senso, lei che ne pensa?
L’Asp dovrebbe rappresentare gli interessi del territorio e noi ci auguriamo che lo faccia e proprio per questo avremmo auspicato che fosse un siracusano a guidarla a Siracusa visti i gravissimi problemi, però anche questo non è stato possibile perché dei tre candidati nessuno è stato ritenuto idoneo, anche questo ha lasciato molto a desiderare.
Nadia Germano Bramante