“Non solo lo Stato, ma anche la Regione sta vendendo i suoi terreni alla Playa di Catania”
A dare la notizia è Gianina Ciancio, deputata regionale del M5S, che riferisce come sia in corso una maxi-operazione per l’alienazione di una massa di 157 immobili, tra terreni e fabbricati, di proprietà regionale e dislocati in varie province della Sicilia
(16 settembre 2019)
“Quasi 30 mila metri quadri di terreni demaniali alla Playa di Catania potrebbero passare in mano ai privati. Non ci solo i 7.000 mq di terreni del Demanio statale, di cui abbiamo saputo in questi giorni, ma anche la Regione Siciliana è pronta a vendere i suoi terreni, per altri 22.000 mq”. A dare la notizia è Gianina Ciancio, deputata regionale del M5S, che riferisce come sia in corso una “maxi-operazione per l’alienazione di una massa di 157 immobili, tra terreni e fabbricati, di proprietà regionale e dislocati in varie province della Sicilia, secondo quanto disposto dalla delibera di Giunta 306/19. Tra questi – prosegue – tre dei cespiti di Catania si trovano nell’area del boschetto della Playa, vicini al terreno che l’Agenzia del Demanio ha già messo in vendita. Quest’ultimo tra l’altro è stato investito dal recente, devastante incendio di questa estate che ne ha impoverito il valore di mercato. Casualità vuole che Regione e Stato stiano cedendo beni quasi in contemporanea, in un’area dalle grandi potenzialità turistiche ed economiche e da anni al centro di grandi interessi speculativi, dove insiste un Pua comunale (Piano urbanistico attuativo) che è molto controverso e contestato”.
“Questa vendita sembra – conclude la deputata pentastellata Ciancio – un trampolino di lancio per altre tristi cementificazioni, proprio in quel boschetto che è uno dei pochi polmoni verdi della città. Abbiamo già denunciato qualche giorno fa come il lungomare sia diventato un ‘lungo-muro’, con la trincea degli stabilimenti balneari che oscurano la vista del mare. Ecco cosa accade quando si lascia tutto in mano alla sola, esclusiva gestione privatistica, mentre le pubbliche istituzioni pare abbiamo perso la capacità o la voglia di valorizzare le proprietà di cui dispongono e creare spazi attrezzati vivibili e accessibili liberamente da tutti”.