Ma che avete contro questi 70 km? Al Cipe nuova battuta d’arresto sulla Rg-Ct
Il Governo vuole che l'opera sia pubblica e rinvia tutto a data da destinarsi. Per l'On. Dipasquale è stata una farsa, il sindaco di Vizzini afferma che “politicamente non c’è la volontà di fare questo raddoppio” e l'UGL dice basta alle campagne elettorali sulla pelle dei siciliani
(16 maggio 2019)
Sono iniziate ad arrivare ieri sera le prime notizie sulla doppia riunione PreCipe – Cipe di ieri a Roma. Sul tavolo anche il progetto della Ragusa – Catania che alla fine, dunque, nonostante le dichiarazioni dell’assessore regionale Gaetano Armao, riprese dal deputato del PD, Nello Dipasquale, è stato trattato, sebbene con estrema superficialità. Risultato? Nulla di fatto. Ennesimo rinvio, ma qualche novità c’è e ad illustrarla è il sindaco di Ragusa, Peppe Cassì. “Ho assistito alla riunione del Cipe, a Roma, – ha detto – dove il Ministro Toninelli ha letto una informativa sulla Ragusa/Catania, relazionando sullo stato dell’arte. Nell’ambito della trattativa avviata con il concessionario, di 3 opzioni da questo proposte, solo una è stata accolta: quella che prevede la cessione all’Anas, in cambio di un corrispettivo, del progetto, che quindi sarebbe realizzato per intero con fondi pubblici di Stato e Regione. Il contenuto delle altre 2 opzioni non è stato reso noto. Secondo il Ministro – prosegue Cassì – ciò non comporterà un allungamento dei tempi di realizzazione e il costo del pedaggio sarà ridotto. Si è quindi rinviato ad un nuovo Cipe, a data da destinarsi, in attesa che le parti trovino un accordo sul prezzo di cessione (esistono già delle perizie di stima, da aggiornare) e che si mettano a punto i dettagli dell’operazione”.
Quindi, per semplificare, l’obiettivo del Governo resta quello di evitare che la strada venga realizzata privatamente e con pedaggi stratosferici, cosa buona e giusta, ma quanto ci costerà, in termini temporali, questo nuovo rinvio è la vera domanda, per una collettività che aspetta quest’opera da decenni e per un territorio che, per 70 miseri chilometri, è tagliato fuori dal resto del mondo.
“Orgogliosi di aver tracciato una soluzione e di aver mantenuto la barra dritta” commenta la deputata pentastellata iblea, Stefania Campo, che aggiunge: “Ieri, a Roma, è stata accolta, con evidente favore da parte del Governo, la soluzione proposta dal Ministero delle Infrastrutture che l’autostrada Ragusa-Catania venga realizzata, senza alcun ritardo e rispettando la stessa tabella di marcia già prevista. Il Governo Conte e il Ministro ai Trasporti, Danilo Toninelli, hanno proposto ufficialmente l’unica soluzione ragionevole e possibile, cioè di realizzare l’opera a totale carico dello Stato. La realizzazione dell’autostrada a carico dello Stato, d’altronde, consentirà una gestione pubblica dell’infrastruttura, il superamento di ogni rischio legato al complicato piano finanziario della ditta privata e, soprattutto, l’azzeramento del pedaggio. Ovvero, secondo la strategia portata avanti dal Ministro Toninelli, l’autostrada potrebbe essere percorsa a costo zero, proprio in virtù della condizione di marginalizzazione della nostra provincia e della necessità di farci uscire da questo contesto di estrema periferia dell’Europa. Nella stessa riunione di ieri è stato comunicato che è in corso una interlocuzione fra il concessionario Sarc e il Ministero, tramite l’Anas, per la cessione della progettazione e delle attività connesse, dalla ditta privata allo Stato. In questo momento di delicata contrattazione economica, – conclude – non si comprendono certe dichiarazioni rilasciate alla stampa da esponenti politici che dovrebbero esclusivamente “remare” in favore dei propri concittadini e della buona riuscita della contrattazione”.
Anche il senatore siciliano del M5S Cristiano Anastasi fa un plauso all’intervento di Toninelli. “E’ sicuramente incoraggiante – ha commentato- lo scenario apertosi sulla Ragusa-Catania. Il Cipe infatti ha accolto con favore la nota Mit con la quale si certifica la disponibilità di Sarc Srl, la società concessionaria, di trovare una soluzione per sbloccare i lavori. C’è dunque un’apertura all’ipotesi di cessione ad Anas della progettazione e delle attività legate al tratto di autostrada in questione. Come richiesto dalle amministrazioni interessate, pertanto, la tratta potrà essere in questo caso ultimata grazie alle finanze pubbliche, mettendo fine a questo stallo ormai prolungato. Un nuovo segnale importante da parte del governo nei confronti della Sicilia, i cui collegamenti vanno giocoforza migliorati”.
Di farsa al Cipe ha parlato, invece, l’On. Nello Dipasquale, che sempre ieri sera ha scritto: “Il Cipe era stato convocato senza che fosse presente all’ordine del giorno la discussione sulla Ragusa-Catania, mentre, durante la precedente seduta, il ministro Toninelli aveva assunto l’impegno di portare per oggi le soluzioni concrete per andare avanti. Ora scopriamo che si è parlato dell’opera, certo, ma solo per ipotesi, altro che soluzioni! Ci fanno sapere – ha aggiunto – che vogliono realizzarla a totale carico pubblico, ma non ci dicono quanto verrebbe a costare e da dove prenderebbero quelle somme. Ci dicono, inoltre, che vogliono comprare il progetto dal Concessionario (che, lo ricordo, ha vinto una gara) e anche in questo caso non sanno dire quanto costerebbe e da dove attingerebbero per farlo. Infine affermano che vorrebbero affidare tutto all’Anas: lo stesso ente che il ministro Toninelli ha lasciato intendere di disprezzare e di voler cambiare ora è la soluzione ad ogni problema. La verità è che si è fermi al mese scorso, non c’è nessuna novità rilevante se non il lampo di genio di questo Governo di non cancellare un’opera come la Ragusa-Catania a ridosso dell’appuntamento elettorale europeo per non perdere consensi”.
Per Dipasquale, quindi, sorge il sospetto che l’unico a cui andrà bene sarà il concessionario: “Gli pagheranno il progetto e, molto probabilmente, lo Stato lo dovrà risarcire per il tempo perso e per il mancato guadagno. Se andrà a finire davvero così, presenterò una denuncia alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica che penso saranno molto interessate a tutta questa vicenda”.
In un articolo pubblicato oggi sul Quotidiano di Sicilia, infine, parla il sindaco di Vizzini, Vito Cortese, che definisce la SS 514 “un’opera infrastrutturale nodale per la comunità vizzinese perché significherebbe sviluppo del turismo ma anche del commercio dei nostri prodotti di eccellenza. Senza contare un altro aspetto di fondamentale importanza sulla quale non si può più sottacere: la sicurezza”.
Per Cortese “Politicamente non c’è la volontà di fare questo raddoppio” e dimostrazione ne è il fatto che “che un’opera strategica condivisa da tutte le forze politiche, dalla Regione siciliana e dagli Enti locali venga rimessa drasticamente in discussione ad un passo dalla cantierabilità per ragioni già affrontate al Mit, al Mef e al Ministero per il Sud. Sono state riportate le lancette indietro di quattordici anni. Il costo del pedaggio – ha detto ancora il primo cittadino – è l’ennesimo slogan per la scelta demogogica di chi ha fatto di un certo populismo l’unica ambizione politica. Non è vero che la Catania-Ragusa, nell’attuale ipotesi realizzativa, sarebbe costata agli utenti il triplo della media nazionale dei pedaggi analoghi. I prezzi sono accessibili e comunque sono previste fasce orarie che garantiranno a studenti e lavoratori una diminuzione del prezzo”.
Sull’argomento interviene anche l’Ugl, con i segretari generali di Catania e Ragusa, Giovanni Musumeci e Gianna Dimartino, concordi nell’affermare che “Il governo nazionale non può più perdere tempo sul grido di aiuto di un’intera popolazione e della Regione, ma deve prendere una decisione netta. Non si può essere contrari alla costruzione del ponte sullo Stretto, sostenendo che prima devono essere fatte strade e ferrovie adeguate, e poi non avere neanche le idee chiare quando si tratta di avviare l’ampliamento di una strada o il potenziamento di una linea ferrata. Quella della Catania – Ragusa è una questione di interesse sovranazionale, – proseguono – perché riteniamo rientri appieno nel progetto di mobilità relativo all’asse Sicilia – Germania. La stessa Europa, con i suoi deputati eletti in Sicilia non può girarsi dall’altra parte di fronte ad una vicenda che più i giorni passano e più grottesca diventa. Basta fare campagne elettorali e giochi di parte sulla pelle dei siciliani”.
Valentina Frasca