L’ortofrutta siciliana è in pericolo, scatta l’allerta per la diffusione del “Coronavirus dei pomodori”
I sintomi variano a seconda del fotoperiodo, la temperatura e la varietà coltivata, e sono visibili su foglie e sui frutti. Sono già numerosi i danni segnalati dalle aziende del settore, motivo per il quale, dalla Regione Siciliana, si sta cercando di correre ai ripari
(13 febbraio 2020)
È stato identificato per la prima volta in Israele nel 2014, successivamente in Giordania nel 2015, in Messico e in Germania nel 2018, e in Sicilia all’inizio del 2019. Da poco più di un anno la sua diffusione ha assunto proporzioni molto preoccupanti, tant’è che l’organizzazione europea per la protezione delle piante ha deciso di inserirlo nella cosiddetta “Alert list”. Di cosa stiamo parlando? Del “Tomato Brown Rugose Fruit virus” (ToBRFV), un virus molto pericoloso, ma non molto conosciuto, che colpisce gravemente la produzione ortofrutticola rendendo i frutti non commerciabili. Questo virus intacca soprattutto il pomodoro da mensa, ma anche il peperone e il tabacco. I sintomi variano a seconda del fotoperiodo, la temperatura e la varietà coltivata e sono visibili su foglie con clorosi, mosaico e macchie necrotiche, e sui frutti con macchie gialle, brune, deformità, maturazione irregolare. Il virus, la cui trasmissione avviene per seme, contatto e materiali di propagazione, può rimanere infettivo per mesi nel terreno e nei residui di coltivazione.
In un periodo di massima allerta per i rischi di contagio del virus cinese, il ToBRFV potrebbe essere definito proprio come il “Coronavirus dei pomodori”. Sono infatti già numerosi i danni segnalati dalle aziende del settore, motivo per il quale, dalla Regione Siciliana, si sta cercando di correre ai ripari. Ieri mattina, a Palermo, si è riunita la commissione Attività produttive dell’Ars, presieduta dall’on. Orazio Ragusa, che ha cercato di fare il punto su questa fitopatia, alla presenza dell’assessore regionale per l’Agricoltura, Edy Bandiera, dei dirigenti generali del Dipartimento regionale dell’agricoltura, dei dirigenti dei servizi fitosanitari regionali, di docenti universitari, dei rappresentanti degli Ordini professionali e delle aziende che operano nel settore.
“Il vertice che abbiamo promosso – afferma l’on. Orazio Ragusa – ha avuto proprio questo scopo dopo avere preso atto dell’entità che il fenomeno ha assunto. Ecco perché è stato deciso, intanto, di costituire un tavolo di crisi con gli uffici fitosanitari regionali, le Università siciliane e gli addetti ai lavori. Inoltre, l’assessore Bandiera si è impegnato a mettere in campo una serie di iniziative finalizzate all’informazione e alla divulgazione della problematica su tutto il territorio siciliano. Non si deve perdere tempo – continua – ed è indispensabile che le notizie sia veicolate nella maniera più rapida per garantire risposte agli operatori del settore. Infine, un altro obiettivo verso cui si punta è quello di concretizzare una serie di provvedimenti che intendono aiutare le aziende agricole attraverso alcuni sgravi fiscali che mirano ad abbattere il costo del lavoro. Prima, però, è necessaria la segnalazione, il riconoscimento della calamità e la successiva declaratoria“.
L’on. Ragusa conclude: “Ma soprattutto occorre procedere con una certa tempestività. Non si può perdere di vista l’obiettivo principale, cioè contenere il fenomeno della diffusione del virus e salvare le coltivazioni delle nostre aziende isolane. E tutto ciò per preservare l’economia agricola che sappiamo quanta importanza assume per lo sviluppo e la crescita del territorio siciliano e della provincia di Ragusa”.