“L’orto delle farfalle”: a Siracusa parte il progetto nutrizionale per le donne operate al seno
Al via lo scorso primo giugno e della durata di un anno, è ideato da Sicilia Donna onlus e realizzato con il contributo offerto dalla Susan Komen Italia onlus
(2 luglio 2019)
Far conoscere le proprietà organolettiche, nonché le modalità di conservazione e di preparazione degli alimenti; educare alla preparazione e alla scelta dell’alimento (insegnare a fare la spesa); preparazione culinaria di gruppo (in una cucina dedicata con tutor); aggregazione ed educazione a uno stile di vita corretto per il benessere psico-fisico; stesura delle ricette elaborate durante il progetto con la pubblicazione finale di un ricettario per una corretta alimentazione. Sono gli obiettivi del progetto “L’orto delle farfalle“, non a caso, è il titolo del progetto ideato da Sicilia Donna onlus e realizzato grazie a un contributo offerto dalla Susan Komen Italia onlus. Ogni donna che ha incontrato il tumore è una farfalla da questo presupposto nasce l’iniziativa affidata , al via lo scorso primo giugno e della durata di un anno, che comprende un percorso nutrizionale e di educazione alimentare per le donne operate al seno e per quelle a rischio di sviluppare un tumore. Un progetto di Sicilia donna onlus, per migliorare la qualità della vita delle donne e ribadire, ancora una volta, che la prevenzione è un obbligo sociale e passa anche dalla tavola.
L’associazione Sicilia donna onlus ha scelto come responsabile del progetto Marinella Getulio, biologa nutrizionista la quale, in collaborazione con il team di Senologia della Casa di cura Santa Lucia di Siracusa, attuerà per ogni farfalla un piano alimentare personalizzato mentre per le donne a rischio un intervento di prevenzione. “Non è una dieta ma mangiar sano” è la frase che riassume la filosofia ed il modus operandi della biologa Marinella Getulio, con lei abbiamo approfondito il tema, non soltanto di quanto sia importante una sana alimentazione per l’organismo umano ma anche di quanto possa essere determinante durante la malattia e soprattutto nel post guarigione. “Una sana alimentazione,- ci spiega Getulio – è determinante durante la malattia, sia per quanto riguarda la prevenzione, ma anche durante il periodo della cura e infine nella fase della guarigione. Nell’ambito della prevenzione parliamo di soggetti che a livello genetico subiscono mutazioni e quindi hanno una particolare predisposizione genetica al manifestarsi delle patologie oncologiche, ma una buona alimentazione fa la differenza anche durante il trattamento, anche per mitigare i sintomi dovuti alla chemioterapia o anche sempre per fare prevenzione ed evitare recidive”.
Dottoressa Getulio c’è un decalogo differente da seguire nelle varie fasi sella malattia?
Ci sono degli elementi in comune per le tre fasi, (prevenzione – cura – post guarigione) questo ce lo detta la letteratura scientifica del settore, in linea generale ma poi naturalmente a seconda del paziente va tutto personalizzato. Ad esempio se si tratta di un soggetto che sta effettuando chemioterapia e tende a prendere peso si cerca di introdurre una dieta ipocalorica, al contrario se è un soggetto inappetente si adottano le necessarie contromisure, tutto varia dalla situazione di partenza. Comunque la regola generale è mantenersi normopeso.
Ci sono degli alimenti particolari che possiamo definire “salvavita”?
Si, sicuramente quelli di origine vegetale, questo non vuol dire eliminare tutto ciò che proviene dalla sfera animale. È preferibile orientarsi verso il pesce e le carni bianche da limitare le carni rosse ed il più possibile gli insaccati. Ci tengo a precisare che l’alimentazione non va mai a sostituire la terapia, anzi la coadiuva.
Quindi diffidare da soluzioni miracolose e istantanee?
Certo, assolutamente, è importante l’approccio del professionista nei confronti delle pazienti, bisogna aggiornarsi sempre e fornire i giusti consigli che col tempo diverranno per la paziente buone pratiche da seguire per la vita.
Il progetto di Sicilia Donna è iniziato a Giugno, come procede?
Siamo nella fase di reclutamento delle donne che ne prenderanno parte e verranno seguite dal punto di vista alimentare per circa otto mesi a partire da settembre. Mensilmente le donne verranno seguite tramite l’associazione e alla fine vedremo gli effetti di quanto messo in pratica con un fine ultimo: migliorare l’alimentazione e far loro acquisire delle buone abitudini alimentari(scelta degli alimenti, delle porzioni, delle combinazioni) che dureranno per sempre.
Cosa direbbe alle donne che affrontano la malattia per invogliarle a seguire il vostro progetto?
Il punto di partenza è non credere che fare una dieta significhi restrizione o sacrificio, in realtà dieta è uguale a stare bene, a modificare il proprio stile di vita, intraprendere una serie di abitudini che non stravolgono la propria vita ma al contrario sono semplici regole da applicare e trovare un equilibrio e mangiare in modo vario.
Come deve essere il piatto ideale?
Tutto deve essere presente nelle giuste quantità e nella giusta frequenza, deve essere un “mangiare a colori. La tavola deve essere bella colorata perché questo ci permetta di assumere tutti i micro nutrienti perché con i macro nutrienti (carboidrati, grassi e proteine) ce la facciamo un pochino tutti ma quello più importante è l’assorbimento dei micro nutrienti(frutta e verdura), ne bastano piccole quantità che troviamo nella varietà dei tanti prodotti della terra.
Quindi uno spettacolo anche per gli occhi?
Certo, perché avere una tavola apparecchiata con tutti i bei colori che troviamo nella frutta e verdura porta il buon umore e invoglia meglio a mettersi a tavola.
Nadia Germano Bramante