Librerie e negozi per bambini, non tutti riaperti. In Sicilia una sola uscita al giorno e niente cambio merce
Una circolare della Protezione civile regionale emanata nella notte chiarisce le modalità e pone le mani avanti: non sarà giustificabile tornare nel negozio per sostituire i prodotti acquistati
(15 aprile 2020)
E’ stato dato loro il via libera ma diverse librerie e negozi di vestiario per bambini non hanno ancora risposto all’appello. Probabilmente non sono totalmente attrezzati per rispettare le misure previste anti Covid-19 e tra i commercianti c’è chi preferisce aspettare prima di rialzare la saracinesca. Intanto una circolare della Protezione civile regionale chiarisce che è consentito uscire una volta al giorno per nucleo familiare, anche per acquisti di libri o vestiti per bambini, e bisogna evitare la restituzione di prodotti acquistati. Il dirigente generale della Protezione civile siciliana, Calogero Foti, fissa le nuove regole dopo le riaperture di librerie e cartolerie: con una nuova circolare firmata ancora una volta in notturna – alle 22,52 di ieri sera – Foti indica una guida pratica alla nuova fase. Dalla Regione arriva dunque il via libera agli spostamenti per andare nei negozi riaperti da ieri, anche se si ribadisce “la regola che gli stessi possano essere effettuati al massimo una sola volta al giorno da un singolo componente del nucleo familiare”. Ogni giorno, quindi, solo una persona della famiglia potrà andare – ad esempio – in libreria.
La prescrizione più singolare è invece quella per le restituzioni.
“Considerata l’attuale fase emergenziale – scrive Foti – nel caso di acquisto di capi di abbigliamento per bambini, appare opportuno consigliare l’adozione di accorgimenti utili ad evitare cambi e resi”. Non è chiaro come. Più chiaro è invece l’obbligo di chiusura nei giorni festivi anche per questo tipo di negozi e la necessità per chi lavora nei negozi di generi alimentari di indossare sempre la mascherina e lavarsi frequentemente le mani. Via libera inoltre alle ordinanze dei sindaci, ma ovviamente solo in senso restrittivo: i singoli Comuni, dunque, potranno contingentare gli orari di apertura o limitare le attività autorizzate, ma non adottare linee più permissive.