La strage di Pasqua e l’alibi del Covid: tanti migranti affogati, tra i salvati 101 a Pozzallo
Saranno sistemati e sottoposti alla quarantena nell’ex centro di sperimentazione agricola ‘San Pietro’, a Comiso. Nell’hot spot isolamento totale per il quindicenne positivo
(12 aprile 2020)
Una Pasqua drammatica nel canale di Sicilia, dopo giorni di allarmi ignorati e mai raccolti e la morte in mare di decine di migranti, Tra quelli salvati 101 sono approdati a Pozzallo da dove saranno trasferiti nell’ex centro di sperimentazione agricola della Regione siciliana “San Pietro”, a Comiso, che già in passato è stata allestita per fare fronte all’emergenza sbarchi.
L’ultima volta ciò è avvenuto 6 anni fa quando all’epoca in Sicilia erano sbarcati 1200 migranti e nel giro di pochi giorni questo spazio venne attrezzato per ospitare 300 persone. La struttura è di proprietà della Regione siciliana dove un progetto europeo aveva stabilito la sperimentazione di alcune varietà agricole. I migranti dovrebbero osservare nel Centro la quarantena.
Lunghi e meticolosi i controlli all’arrivo a Pozzallo. Ciascuno è stato sottoposto ai test necessari per il controllo della temperatura e dei varia spetti clinici necessari in relazione ai rischi di coronavirus.
Il sindaco Roberto Ammatuna ha chiesto un centro per l’accoglienza dei migranti, visto che nell’hot spot c’è un caso di Covid (un ragazzo di 15 anni giunto già con la febbre da Porto Empedocle dopo uno sbarco di martedì scorso a Lampedusa). Musumeci già stamane aveva a sua volta chiesto al governo centrale una nave, ma la soluzione è stata poi trovata nel centro ‘San Pietro’.