La Guardia di Finanza li arresta, il tribunale del Riesame li scarcera: fuori la famiglia Luca
La difesa smonta l'impianto accusatorio. A Rocco Luca, il padre Salvatore e lo zio Francesco Antonio è stato imposto solo il divieto di dimora nelle province di Caltanissetta e Ragusa
(19 luglio 2019)
Il 1 luglio l’operazione Camaleonte, condotta dal Gico della guardia di finanza di Caltanissetta e dalla Dda nissena, li aveva spediti in carcere. Ora il tribunale del Riesame di Caltanissetta ha rimesso in libertà i tre imprenditori gelesi Rocco Luca, il padre Salvatore (detto Totò) e lo zio Francesco Antonio, accusati di concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio. Ai Luca è stato imposto solo il divieto di dimora nelle province di Caltanissetta e Ragusa, le due province nelle quali, principalmente, svolgevano le loro attività.
L’indagine era partita nel giugno del 2014, a seguito di alcune dichiarazioni di collaboratori di giustizia, e aveva permesso di ricostruire i rapporti tra la famiglia Luca e gli esponenti mafiosi del clan Rinzivillo, fotografando oltre un ventennio di contiguità mafiosa, nel corso del quale si è registrato un anomalo e consistente sviluppo delle imprese riconducibili ai suddetti soggetti realizzatosi proprio grazie ai rapporti con esponenti di rilievo di cosa nostra. Gli accertamenti economico patrimoniali hanno dimostrato che parte dei capitali provenienti dalle attività criminali della famiglia Rinzivillo sono stati investiti in modo organico e stabile nelle aziende della famiglia Luca (tra cui la Lucauto), permettendo così una compenetrazione dell’economia mafiosa con quella legale.
Il collegio difensivo, però, è riuscito a ricostruire i vari movimenti bancari della famiglia Luca, sostenendo la liceità delle operazioni compiute e smontando così in parte l’impianto accusatorio. Inoltre, è stata prodotta una consistente documentazione che dimostrerebbe l’estraneità ai fatti contestati. La famiglia Luca è stata, di recente, tirata in ballo anche per la questione del Commissariato di Vittoria. Storicamente ospitato nell’immobile di via Emanuela Loi (vittima di mafia), è stato ora trasferito nell’ex tribunale di via Gaeta dopo che proprio l’indagine della Guardia di Finanza aveva permesso di accertare che dal 2012 un esponente dei Luca ne era diventato proprietario al 50%.
Questo il comunicato chiarificatore diramato poco fa dalla Procura Distrettuale della Repubblica di Caltanissetta:
In merito alle posizioni processuali degli indagati Luca Salvatore, Luca Francesco Antonio e Luca Rocco è stata confermata l’ordinanza cautelare in punto di gravità indiziaria in relazione al contestato delitto di concorso esterno in associazione mafiosa; a carico dei predetti è stata applicata in luogo della custodia in carcere la misura cautelare del divieto di dimora nella province di Caltanissetta e di Ragusa. Si tratta, dunque, unicamente di una attenuazione della misura cautelare originariamente imposta.
In merito alle posizioni processuali di Lo Nigro Concetta, Gallo Francesco, Lo Nigro Emanuela e Luca Maria Assunta, soggetti tutti sottoposti ad indagini per diverse ipotesi di riciclaggio, è stata confermata l’ordinanza cautelare sia in punto di gravità indiziaria che di scelta della misura cautelare (divieto di dimora nella province di Caltanissetta e di Ragusa) originariamente imposta.
In relazione al sequestro preventivo dei beni, il Tribunale del Riesame ha disposto:
per quanto attiene a Luca Salvatore, Luca Francesco Antonio e Luca Rocco la restituzione unicamente dei beni acquisiti anteriormente al 1995 (periodo antecedente alla contestazione di concorso esterno in associazione mafiosa); per quanto attiene a Lo Nigro Concetta, Gallo Francesco, Lo Nigro Emanuela e Luca Maria Assunta, la restituzione unicamente dei beni acquisiti anteriormente al 2002 (periodo antecedente alla contestazione di riciclaggio).
Risulta per il resto integralmente confermato il provvedimento di sequestro relativamente alle aziende: Lucauto s.r.l., Car Luca s.r.l., Terranova Immobiliare s.r.l., Immobilluca s.r.l., Luca Costruzioni s.r.l..
Personale del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Caltanissetta sta, inoltre, provvedendo alla esecuzione di ulteriore provvedimento di sequestro relativo alla società Mirto s.r.l. (società integralmente di proprietà della Terranova Immobiliare s.r.l.).
Valentina Frasca