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Inquinamento: domenica ad Augusta “Magliette bianche” in campo per il diritto alla salute

Si tratta di un gruppo di cittadini e cittadine che domenica in tutta Italia scenderanno in piazza per tornare a puntare l’attenzione sulla difesa dell’ambiente. Ecco, nel dettaglio le loro dieci richieste

(17 dicembre 2019)

Indossano delle magliette bianche prive di ogni altro segno distintivo, solo il bianco candido a simboleggiare la “purezza” e la correttezza del loro fine ultimo, far rinascere il territorio in cui sono nati e vivono, nonostante l’inquinamento e l’incuria ne abbiano cambiato negli anni il volto e la sostanza. “Ogni Individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona”, si appellano all’articolo 3 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, approvato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 Dicembre 1984, le “Magliette Bianche” un gruppo di cittadini e cittadine che domenica in tutta Italia scenderanno in piazza per tornare a puntare l’attenzione sulla difesa dell’ambiente e soprattutto sul diritto alla salute dei cittadini le cui città e campagne sono state trasformate in luoghi di sofferenza e di morte. All’appello nazionale lanciato dalle “Magliette Bianche” hanno già risposto 23 città italiane tra le più inquinate del Paese, Bologna, Sulcis, Livorno, Bacino del fiume Sacco, Massa Carrara, Biancavilla, Bari, Manfredonia, Casale Monferrato, Val Basento, Orbetello, Taranto, Trieste, Falconara, Mantova, Brescia, Crotone, Civitavecchia, Bussi, Firenze, Val Basento (località Pisticci), Milazzo e Augusta, in provincia di Siracusa, dove i componenti del Comitato “Stop Veleni” promotore dell’evento e da anni attivo su questo fronte, insieme ad associazioni e liberi cittadini e cittadine si ritroverà a partire dalle ore 16 in piazza Duomo. Sul piatto, come accaduto in occasione delle altre manifestazioni organizzate in città su impulso di Don Palmiro Prisutto, il parroco di Augusta noto per aver sollevato la questione delle numerose morti per tumore degli ultimi anni, la tutela della salute e dell’ambiente, dei cittadini che vivono all’interno o in prossimità di territori gravemente inquinati, classificati dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e dalle Regioni come S.I.N. o S.I.R (Siti Interesse Nazionale o Regionale per le bonifiche da effettuare), oppure in territori in cui gli standard di qualità ambientale comunitari per aria, acqua o suolo potrebbero non essere rispettati.

Ci rivolgiamo al Governo Italiano, alla maggioranza ed alla opposizione di Camera e Senato, alle Regioni interessate ed alle Istituzioni competenti, – spiega la portavoce del Comitato Stop Veleni di Siracusa, Giusi Nanéperché mantengano viva l’attenzione su questi siti, a tutela dei diritti di chi è stato e lo è tutt’ora, esposto all’inquinamento. Questo deve avvenire attraverso la messa in pratica delle leggi vigenti in materia e l’adeguamento in tal senso per quanto riguarda i parametri di misurazione delle sostanze ancora non normate”. Ad avere un ruolo operativo e di coordinamento, secondo quanto rivendicato dai manifestanti, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, istituzione in grado di garantire realmente l’interesse della parte lesa, ovvero di famiglie e singoli cittadini sempre più colpiti, come conferma nettamente il quinto “Rapporto S.e.n.t.i.e.r.i.”, (Studio epidemiologico nazionale territori e insediamenti esposti a rischio inquinamento) di cui anche noi di Ialmo ci siamo occupati qualche mese fa, dall’incidenza di patologie tumorali, asbesto correlate e non solo. “Noi non esprimiamo opinioni ma parliamo con dati alla mano, – continua Gusi Nané – mi riferisco al Rapporto Sentieri, che ci racconta di un serio aumento dell’incidenza delle malattie non solo tumorali sulla popolazione di questi territori, ecco perché come rete nazionale di Comitati avanziamo una serie di richieste che non sono più derogabili e che abbiamo raccolto in dieci punti all’interno di un documento che invieremo al Ministero dell’Ambiente e agli altri organi competenti”.

Tra le 10 richieste che avanzate, tra le altre cose, si legge, che i Ministeri della Salute e dell’Ambiente costituiscano un gruppo di lavoro congiunto per verificare, con il supporto di organismi pubblici di ricerca ed entro un anno, la sommatoria delle emissioni degli stabilimenti produttivi, ad alto e medio impatto ambientale, presenti all’interno o nelle immediate vicinanze dei SIN ma cosa ne pensate dell’ultimo rapporto di sostenibilità del polo industriale in merito all’impatto economico, ambientale e sociale presentato a novembre da Confindustria Siracusa?

Noi non ci fidiamo dei rapporti forniti dal CIPA perché va da se, parliamo di industrie che sorvegliano se stesse, noi vogliamo che sia lo Stato, che sia l’ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) a vigilare e poi darci i risultati, lo stanno già facendo con il rapporto pubblicato su Taranto e attualmente anche nella terra dei fuochi in Campania, ecco noi vogliamo questo anche per il quadrilatero siracusano.

Come si svolgerà la manifestazione di domenica?

Avremo tre ore a disposizione durante le quali leggeremo il documento nazionale congiunto e poi ogni città affronterà una tematica locale, noi ad Augusta parleremo del problema delle acque nere. Leggeremo degli stralci del rapporto Sentieri, delle letture del report Arpa del novembre ’19 che conferma gli sforamenti, anche gravi, avvenuti qui in zona, in merito anche alle sostanze non normate. Infine concluderemo leggendo in seguito ad una ricerca che ognuno di noi sta facendo sulla storia industriale non solo del polo di Priolo ma anche su Taranto, Brescia, Marghera ed altri siti. Alla manifestazione abbiamo anche invitato ad intervenire altri comitati costituitisi a Priolo e Melilli che avranno disponibilità di parola con scelta autonoma dei testi”.

Giusi Nané

Domanda quasi retorica, come mai avete scelto Augusta come sede dell’evento di domenica?

Noi nasciamo come Comitato Stop Veleni attorno alla figura di don Palmiro Prisutto che tutti conoscono per aver avviato una fortissima campagna di sensibilizzazione sulle morti per malattia in questo territorio ma, in ogni caso, quando ci chiamano a presenziare alle manifestazioni ricordiamo a tutti che rappresentiamo non solo Augusta ma tutto il cosiddetto quadrilatero della morte. È un territorio martoriato che aspetta finalmente risposte sui temi dell’inquinamento e delle bonifiche ma per chiederle non dobbiamo essere per forza stati toccati da un dramma familiare, la salute è un diritto di tutte e tutti. Aggiungo inoltre che don Prisutto ha iniziato la battaglia portandola avanti con grande coraggio ma in questo percorso non può essere lasciato da solo, anche perché ad un certo punto abbiamo temuto per lui e anche per noi”.

Cosa è successo ?

Abbiamo ricevuto minacce, piccoli atti di criminalità come ruote tagliate, pedinamenti, minacce verbali e non ultime polemiche strumentali che mirano a dividerci come gruppo sollevando la questione politica su presunte appartenenze partitiche al nostro interno ma noi resistiamo”.

A questo punto le chiedo come risponde la gente, vi sostiene? 

La gente c’è e non c’è… ci rispondono dandoci sostegno con messaggi privati ma non garantendo di metterci la faccia, c’è ancora molta paura in questo senso. Ultimamente abbiamo perso un amico malato di cancro, che nell’ultimo periodo ci scriveva complimentandosi per il nostro coraggio e manifestando il dispiacere per non esserci stato accanto come avrebbe meritato la causa”.

Secondo lei c’è nella gente la percezione reale del rischio per la salute?

Si, secondo me la percezione è chiara ma c’è anche molta rassegnazione perché si pensa che non si possa tornare indietro e ognuno spera che gli vada bene”.

Forse a prevalere è ancora il vecchio ricatto occupazionale?

No, non ci credo, ormai gli impiegati della zona industriale sono qualche migliaio più un altro tanto con l’indotto, quindi non credo proprio che questo costituisca un deterrente, piuttosto la verità è che il polo petrolchimico sta progressivamente morendo e il dato allarmante a mio parere è che non ci sono prospettive serie di riconversione”.

Chiudiamo con le prospettive per il nuovo anno che è alle porte, cosa vi aspettate? 

A Gennaio, dovrà essere applicato il nuovo piano regionale di tutela della qualità dell’aria, quindi questo vuol dire nuove centraline e nuovo personale per monitorarle da parte dell’Arpa. Per intenderci, con l’applicazione del controllo “a camino” si potrebbero misurare direttamente le emissioni consentendo all’Arpa di inviare i dati all’Ispra senza aspettare il tramite dei dati forniti dal Cipa, un modo per arrivare finalmente a rilevamenti certi, specie per gli sforamenti”.

Situazioni che in altre parti del mondo farebbero subito scattare allarmi?

Sa cosa succede adesso da noi quando c’è lo sforamento? Noi facciamo segnalazione alla sindaca di Augusta, Cettina Di Pietro e lei chiede a sua volta conferma all’azienda che potrebbe esserne responsabile, la quale risponde puntualmente che è tutto a posto. A quel punto ci comunica la rassicurazione dell’Azienda ma a noi non basta e ci chiediamo perché il Comune non si attiva e richiede controlli immediati da parte delle forze dell’ordine e della Magistratura?

Magliette Bianche, le 10 richieste nel dettaglio:

1) CRONOPROGRAMMA  NON  DEROGABILE  PER  LE  BONIFICHE,  FINANZIAMENTI  E  RESPONSABILITA’. Partenza delle bonifiche ambientali in tutti i siti SIN d’Italia, senza compromessi o rinvii. La struttura mini- steriale dedicata ai SIN deve essere rafforzata e prevedere obiettivi di breve, medio e lungo periodo, chiari e non derogabili in termini di aree bonificate/messe  in sicurezza. Gli obiettivi devono essere pubblici ed il loro raggiungimento strettamente connesso alla retribuzione dei dirigenti. Le informazioni devono essere rese facilmente accessibili ai cittadini con un sistema di verifica pubblico. Siano stanziate somme rilevanti nel bilancio dello Stato per garantire le bonifiche nei siti “orfani” (cioè dove non è possibile rintracciare chi ha inquinato) e per far svolgere lavori necessari e urgenti da realizzare “in danno” di chi sarà dichiarato colpevole dalla Magistratura. Le indagini dell’eventuale responsabile della contaminazione sia solo di competenza dei NOE o dei Carabinieri-Forestali o delle Capitanerie di Porto se trattasi di aree marine.

2) SORVEGLIANZA EPIDEMIOLOGICA NEI LEA E CURE GRATUITE. Siano effettuati, in breve tempo, dal Ministero della Salute per il tramite dell’Istituto Superiore della Sanità (ISS) o dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), studi epidemiologici di coorte per ogni sito SIN, finalizzati a stabilire eventuali possibili correlazioni tra “cause ed effetti”. Il Ministero della Salute introduca nei LEA la sorveglianza epidemiologica anche per i Siti di Interesse Regionale per le bonifiche e nelle altre aree con criticità ambientali conclamate, che non rispettano gli standard comunitari. Creazione di una tessera sanitaria denominata “Green Card SIN”, gratuita per tutti gli abitanti, pregressi o attuali, vicini od interni ad aree SIN, con screening sanitari a cadenza, per rischi specifici, stabiliti da linee guida predisposte dal Ministero della Salute, specifiche per ogni area SIN. Tali attività dovrebbero essere inserite nei LEA.

3) VALUTAZIONE IMPATTO SANITARIO, VALUTAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE E SANITARIA. I ministeri della Salute e dell’Ambiente costituiscano un gruppo di lavoro congiunto per verificare, con il supporto di organismi pubblici di ricerca ed entro un anno, la sommatoria delle emissioni degli stabilimenti produttivi, ad alto e medio impatto ambientale, presenti all’interno o nelle immediate vicinanze dei SIN. Chiediamo che venga valutato non solo l’effetto cumulo ma anche quello sinergico delle emissioni e delle ricadute in una determinata area, a cui sono esposti i cittadini. Per ogni procedura di autorizzazione ambientale chiediamo che vengano eseguite una VIS (Valutazione di Impatto Sanitario) ed una VIIAS (Valutazione Integrata di Impatto Ambientale e Sanitario). Vi siano procedure pubbliche sulle verifiche connesse agli impianti a Rischio di Incidente Rilevante e siano obbligatoriamente resi pubblici i verbali dei CTR regionali, che si occupano degli Impianti a Rischio di Incidente Rilevante, garantendo altresì la possibilità di essere auditi su richiesta in sede di riunione.

4) COORDINAMENTO INTERFORZE PER CONTROLLI SUI REATI AMBIENTALI ED INASPRIMENTO DELLE PENE. Istituzione di un CNI – Coordinamento Nazionale Interforze, tra NOE, Carabinieri-Forestali, Guardia di Fi- nanza e  Guardia Costiera per l’accertamento di reati ambientali, che attui un programma minimo nazionale di controlli e sorveglianza a campione sui SIN e sui SIR, con particolare riferimento all’attuazione delle pro- cedure di bonifica (con competenze anche, ad esempio, sui ritardi e sulle omissioni nelle attività di messa in sicurezza e bonifica), alla reale corrispondenza tra prescrizioni contenute nei vari procedimenti di carattere ambientale (A.I.A., V.I.A., A.U.A.) ed attuazione dei piani per gli impianti a Rischio di Incidente Rilevante di cui al  D. lgs. 105 del 2015. Forte inasprimento delle pene per chi commette reati ambientali, frodi o falsi- ficazioni alimentari, con ancora una maggiore tutela del Made in Italy ed una maggiore promozione e tutela delle eccellenze di biodiversità territoriali. Chiediamo una dichiarazione da parte di tutte le forze politiche finalizzata a non promuovere decreti, volti a concedere la facoltà di utilizzo ad impianti sequestrati dalla Magistratura. Venga previsto un reato per chi realizza opere e svolge attività in assenza di V.I.A. o V.Inc.A.

5) CREAZIONE DI UNA “DDA” DELL’AMBIENTE E SEMPLIFICAZIONE ALL’ACCESSO ALLA GIUSTIZIA PER I CITTADINI. Riteniamo necessaria una maggiore specializzazione delle Procure sui reati ambientali, connessi all’inquinamento. Si propone la creazione di una “Procura Speciale Ambientale”, dedicata ai problemi dell’inquina- mento e delle bonifiche, da affiancare a quella sui rifiuti. Creazione di una apposita normativa “semplificata”, volta a favorire la tutela legale degli individui che vi- vono od hanno vissuto attorno o nei siti SIN e che potrebbero aver visti lesi, negli anni, dei loro diritti.

6) CANCELLARE L’ATTUALE ANALISI DI RISCHIO. Riteniamo che debba essere abolita l’attuale Analisi di Rischio, fissando soglie e limiti certi delle CSC – Concentrazione Soglia di Contaminazione, adottando un approccio olistico ed ecosistemico, che non guardi esclusivamente all’esposizione umana.

7)  CANCELLARE  L’ART.  242  BIS  SULLE  PROCEDURE  SEMPLIFICATE  ED  ABOLIZIONE  DELLA V.I.A. POSTUMA OD A SANATORIA. Venga cancellato l’art. 242 bis sulle procedure semplificate od in subordine, prevedere da parte delle ARPA regionali, almeno un elenco minimo di sostanze da ricercare con controlli a campione sul 20% dei siti nelle fasi preliminari. Chiediamo che sia abolita la cosiddetta V.I.A. postuma ed in sanatoria, introdotta dal D. lgs. 104 del 2017.

8) RUOLO DEI COMUNI. Ridefinizione della normativa sulle responsabilità dei Comuni per le procedure di bonifica nelle aree inquinate non SIN, con previsione di parametri minimi di personale esperto (geologi; biologi; ingegneri ambientali) per istruire i procedimenti, introducendo l’azione sostitutiva delle regioni per i comuni che non hanno le competenze minime, oppure definire strumenti di coordinamento tra enti.

9) TRASPARENZA, PARTECIPAZIONE ED EDUCAZIONE AMBIENTALE. Venga assicurata dal Ministero dell’Ambiente e dalle Regioni la massima trasparenza ed accessibilità alla documentazione connessa alle procedure di bonifica nei SIN ed ai monitoraggi ambientali. La pubblicazione deve essere integrale e preventiva rispetto alla convocazione delle conferenze dei servizi, senza che sia assoggettata alla norma sull’accesso agli atti (con tempi che quindi potrebbero non consentire di accedere ai documenti prima delle decisioni). Chiediamo l’applicazione del D. lgs. 195 del 2005 sulla trasparenza delle informazioni ambientali attraverso:

– Programma di incontri pubblici informativi sui SIN da parte del Ministero (almeno due ogni anno); – Sviluppo dei piani di comunicazione;- Sviluppo di siti WEB dedicati per i SIN/SIR e per le bonifiche, almeno nelle città capoluogo.

Per quanto riguarda l’educazione ambientale, siano finanziati ed attuati dal Ministero dell’Ambiente e dalle Regioni interessate, programmi specifici per le scuole dei territori SIN, SIR od in cui non siano rispettati gli standard ambientali comunitari. Siano finanziati altresì dal Ministero dell’Ambiente e dalle Regioni interes- sate, attività conoscitive dei territori SIN, SIR, rivolti all’intera collettività in essi residente o domiciliata.

10) CAMBIAMENTO DELLE POLITICHE PRODUTTIVE. Creazione di un piano industriale italiano volto al cambiamento delle politiche produttive, con una norma- tiva che incentivi la realizzazione di prodotti ecosostenibili, venduti in imballaggi esclusivamente compo- stabili, con progettazione a priori del fine vita.

Nadia Germano Bramante

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