Il raddoppio della SS 514 si fa o no? Cronaca di un week end di notizie confuse
Per il Ministro per il Sud, Barbara Lezzi, l'opera si farà perché il governo nazionale la ritiene strategica per l’economia della Sicilia, “ma i costi – aggiunge - non dovranno gravare sui cittadini”
(4 marzo 2019)
La Ragusa – Catania non si fa: il Cipe dice che non è “economicamente sostenibile”.
La Ragusa – Catania si fa: lo assicura il Ministro per il Sud, Barbara Lezzi.
E’ stato questo, praticamente, il tema del week end che si è da poco concluso, dopo che il Ministero dell’Economia e dei Trasporti si sarebbe espresso negativamente in merito alla sostenibilità dell’infrastruttura. Tante le notizie che si sono rincorse soprattutto nella giornata di sabato e che hanno portato il deputato regionale del PD, Nello Dipasquale, a parlare di “anni di lavoro buttati alle ortiche”, mentre l’Osservatorio delle infrastrutture per il sud est della Sicilia aveva già chiamato a raccolta le associazioni delle imprese iblee e chiede un incontro urgente al Prefetto.
“Promesse, impegni, proclami, carte, burocrazie, timbri, timbrini, Gazzetta Ufficiale, sostenibilità, decine di presidenti del consiglio e della regione, ministri ed assessori…tutto in fumo e da rifare?!” scrivono Giuseppe Santocono, Salvatore Ingallinera e Roberto Sica in rappresentanza del comitato che, dal 2003, vigila sull’iter per il famigerato raddoppio. “Questa vicenda – continuano – mette in evidenza l’inconsistenza politica e amministrativa di generazioni di rappresentanti politici e burocratici dal millennio scorso ai giorni nostri. Perché si arriva a bloccare tutto – ci si chiede – dopo avere firmato il Preliminare e la Convenzione (7/11/14), a un passo dall’esecutivo e dopo l’intervento della Regione per l’abbassamento delle tariffe, con un intervento pari a quasi 1 miliardo di euro per la durata della concessione? Anche la Regione – proseguono Santocono, Ingallinera e Sica – torna indietro e intende avocare l’opera con un piano B di cui si hanno solo affermazioni di buona volontà. Quali le garanzie rispetto ad una procedura già maturata che è stata espletata e che avrebbe tutto per essere perfezionata se ci fosse la volontà politica nazionale?”
Dal comitato fanno sapere di non avere preferenze su chi realizzerà l’opera, ma non è possibile fermare tutto senza garanzie per tempi e modi, affossando una procedura che è stata imposta e che è l’unica che assicura, con un minimo di credibilità, la realizzazione. “Perché lo Stato non garantisce la parte che manca (se veramente manca) per arrivare ad aprire un’infrastruttura che grida da anni la necessità assoluta di essere realizzata? Come rappresentanti di categoria che vivono di mercato e che subiscono costi incalcolabili per il deficit strutturale delle vie di comunicazione in questo lembo d’Italia, rimaniamo increduli – concludono – dopo le solenni affermazioni di due ministri (Toninelli e Lezzi) che pubblicamente davano già per scontato il passaggio al CIPE prima nella seduta di gennaio e, dopo lo stop, entro il mese successivo! Non possiamo che sottolineare l’inerzia dei nostri rappresentanti politici regionali e nazionali tutti, di ieri e di oggi, nella difesa del territorio per un’opera a valenza nazionale”.
Proprio Barbara Lezzi, però, come detto, ha garantito che l’opera si farà, perché il governo nazionale la ritiene strategica per l’economia della Sicilia, “ma i costi – aggiunge – non dovranno gravare sui cittadini”. Come dire tutto e niente, se poi non si mette sul piatto una proposta concreta e univoca. Nessuno nega l’importanza del raddoppio, ma il punto è sempre e solo uno: con quali soldi la si fa? L’analisi costi – benefici tanto cara al governo gialloverde è negativa, dato che per percorrere la strada si dovrebbe pagare un pedaggio che si aggira sui 12 euro solo andata. Insomma, si torna al punto di partenza senza passare dal via, come in un infinito gioco dell’oca sulla pelle dei siciliani e dell’economia dell’Isola, e ora anche il sindaco di Catania, Salvo Pogliese, alza la voce: “Auspichiamo che quanto affermato dal Ministro Lezzi venga finalmente trasformato in atti concreti al prossimo Cipe e si sblocchi un’opera irrinunciabile per lo sviluppo della Sicilia. Non è più tempo di rinvii ed è necessario che la realizzazione della Catania-Ragusa diventi finalmente prioritaria, anche per smentire la diffusa impressione che il governo nazionale rivolga la propria attenzione solo alla rete autostradale del Nord trascurando quella più disagiata della Sicilia”.
Per il Presidente di ANCE Ragusa, Sebastiano Caggia, “la 514 sta diventando l’emblema di una sorta di immobilismo dinamico grazie al quale con le parole (la parte dinamica) il raddoppio è una priorità governativa di ogni governo (di destra, di sinistra, di centro, azzurro, rosso, giallo e verde!), ma con i fatti che seguono (la parte immobile) tutto rimane com’è! Oggi apprendiamo che un “advisor” indipendente ha bocciato l’idea del Project Financing, – continua – che il pedaggio proposto è troppo esoso, che il Promotore non è gradito ai decisori pubblici, che non vi sarebbero vie alternative gratuite, che l’Europa non approverebbe, che lo Stato è in grado di farla senza la finanza privata. Nessuno che ci dica se, come e quando si apriranno i cantieri, che ci presenti un cronoprogramma dettagliato o che ci lasci in pace e ci dica, chiaramente, che di questo lembo d’Italia non importa nulla a nessuno e che dovremo rassegnarci a morire di isolamento ed incidenti stradali!”.
Insomma, “Roma conferma le perplessità ma non si esprime ufficialmente. Palermo è pronta con il piano B. Tre province siciliane attendono che qualcuno decida cosa fare del progetto della Catania-Ragusa che attraversa anche il siracusano” per usare le parole di Paolo Sanzaro, segretario generale della Ust Ragusa Siracusa, e Paolo Gallo, segretario generale della Filca Cisl territoriale. I due segretari fanno sapere di ritenere ormai improrogabile un tavolo tecnico istituzionale alla presenza del Ministro e dell’assessore regionale, Marco Falcone. “Non è più il tempo dei rinvii e delle attese – concludono – e si confermino coraggiosamente, assumendosene la responsabilità davanti alle popolazioni di Catania, Ragusa e Siracusa, scelte e decisioni. Soprattutto ci si dica quanto sia fattibile, con costi e tempi precisi, il piano B della Regione. Un piano che, se convincente, sosterremo senza alcun problema”.
Il famoso piano B della Regione prevede che si dovrebbe passare dall’ipotesi dell’impresa aggiudicataria di far pagare 0,12/0,14 centesimi al chilometro, ad una tariffa di 0,045 centesimi al chilometro, in modo che percorrere tutta la strada costerebbe non sui 12 euro ma 3,20 euro, una spesa decisamente più sostenibile e che infatti piacerebbe anche al governo nazionale. Si troverà l’accordo una volta per tutte? Ai posteri l’ardua sentenza.
Valentina Frasca