Il ”cuntastorie” Virgadavola e il suo patrimonio storico-artistico-culturale nel ricordo di Santino Leggio e Pippo Di Noto
Pittore, poeta, principalmente “cuntastorie”, lascia un vuoto immane in tutti coloro che lo hanno conosciuto
(5 settembre 2022 – Il ”cuntastorie” Virgadavola e il suo patrimonio storico-artistico-culturale nel ricordo di Santino Leggio e Pippo Di Noto)
di Antonella Galuppi
Vittoria piange la scomparsa di uno dei suoi più illustri cittadini: Giovanni Virgadavola. Pittore, poeta, principalmente “cuntastorie”, Virgadavola lascia un vuoto immane in tutti coloro che lo hanno conosciuto ma il suo patrimonio storico-artistico-culturale rimarrà eterno e fortemente legato alla Sicilia ed ai suoi valori.
Si riassumono, qui, i ricordi di Santino Leggio e Pippo Di Noto che lo hanno conosciuto ed hanno imbastito con lui rapporti d’amicizia.
Santino Leggio (architetto e figlio di Giovanni Leggio, famoso pittore di carretti “stile Vittoria”)
“Virgadavola impersonava il Principe dei nostalgici appassionati di carretti e di quegli amatori che ancora oggi custodiscono gelosamente i propri carretti nelle proprie abitazioni per esibirli come cimeli agli amici e quanti interessati. Ma è stato anche e soprattutto un collezionista appassionato e talmente “innamorato” da riuscire a realizzare e organizzare, facendo leva soltanto sui propri mezzi finanziari e conoscitivi, uno dei Musei del Carretto privati più interessanti e completi della Sicilia tutta.
Ho conosciuto Virgadavola, come ho osservato nel mio libro sulla Pittura del Carretto “Stile Vittoria”, alla fine degli anni ‘80 come frequentatore assiduo e abitudinario della bottega (unica allora rimasta aperta) del pittore Giovanni Leggio, mio padre, attraverso il quale acquisisce molti disegni, schizzi, quadri e pitture che don Giuanninu (come lui con ossequioso rispetto e stima lo chiamava) realizza, anche al suo cospetto in modo estemporaneo e secondo i suoi desideri. Disegni e pitture che in parte il Virgadavola utilizza ed inserisce nel suo libro, diventato oggi un best seller, “Il Canto del Carretto” edito nel 1996. L’amicizia tra i due Giovanni è di quella che si può definire “fruttuosa”, cosicché per merito del dinamico Virgadavola, delle sue capacità relazionali sostenute dalle sue apprezzate ed originali poesie in vernacolo i cui temi riguardano la sua civiltà contadina e le sue innate doti di cuntastorie che vengono invitati, agli inizi degli anni ’90, a diverse trasmissionitelevisive come “Sereno Variabile” di Osvaldo Bevilacqua e “Uno Mattina” e manifestazioni internazionali come il “Mandorlo in fiore”, per far conoscere il fantastico mondo del carretto e la originalità della “pittura stile Vittoria”, una icona della Sicilianità”.
Pippo Di Noto (poeta bilingue, attore e autore di testi)
“Pittore naif di cartelloni per Cuntastorie (come soleva definirsi) e di carretti, che fanno bella mostra nella collezione esposta nel padiglione messogli a disposizione dall’Amministrazione Comunale presso i locali della Fiera Campionaria EMAIA, lo immagino, un giorno dello scorso millennio, da solo o in compagnia dei suoi inseparabili amici e colleghi poeti dialettali, bussare alla porta del Segretario Generale dr. Gianni Ferraro per chiedere, assertivamente, uno spazio, proprio durante l’EMAIA di San Martino, per iniziare la fortunata rassegna di Poesia, che venne titolata L’Angolo del Poeta, che ovviamente lo vide mattatore incontrastato per la sua “verve” e una eccessiva dose di autostima. Fu protagonista, anche, nelle rassegne di poesia viciniore, quale quella di Pezz’a Ficu, organizzata da Giovanni Giocolano e quella di Niscemi, curata da Giovanni Parisi Avogaro, con Saro Camagna e gli altri amici cantastorie e poeti dialettali. Amico di Mons. Calì e di vari sindaci e amministratori della sua Vittoria, i suoi versi dedicati a San Giovanni Patrono e alla campagna, vennero pubblicati e distribuiti a cura delle istituzioni amministrative e religiose. In costume tipico vittoriese, partecipò con o senza il variopinto carretto trainato da bardatissimi cavalli, in varie manifestazioni, locali e non, spesso ripreso e intervistato dalla RAI, come, ad esempio, ad Agrigento per la festa del Mandorlo in Fiore e perfino all’Expo di Milano, nel Padiglione della sua amatissima Sicilia, che cantò sempre, dall’Ippari all’Etna, nei riquadri delle tele da lui dipinte, meritando per l’opera omnia di attività e pubblicazioni, la nomina, da parte dell’UNESCO, di patrimonio immateriale vivente dell’Umanità”.
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