I traffici di carburante illegale in Libia e le pressioni sull’impianto di biogas tra Modica e Pozzallo
Una delle persone arrestate due anni fa per associazione per delinquere internazionale dedita al riciclaggio di gasolio libico, adesso avrebbe tentato di ‘convincere’ il sindaco Ammatuna della bontà del progetto
(19 febbraio 2020)
A tentare di ‘convincere’ il sindaco di Pozzallo Roberto Ammatuna della bontà del progetto della Biometano srl di realizzazione di un impianto in contrada Zimmardo-Bellamagna sarebbe stata una delle nove persone arrestate due anni fa dalla guardia di Finanza con l’accusa di essere promotori, organizzatori e partecipi di un’associazione per delinquere internazionale dedita al riciclaggio di gasolio libico illecitamente asportato dalla raffineria libica di Zawyia (a 40 km ovest da Tripoli) e destinato, dopo la miscelazione, ad essere immesso nel mercato italiano ed europeo anche come carburante da autotrazione.
Questa persona, la cui identità il sindaco con ogni probabilità ha rivelato alla Commissione regionale Antimafia, dopo avere cercato invano di far cambiare idea al primo cittadino, avrebbe partecipato all’assemblea del comitato che si batte contro l’impianto allo scopo, verosimilmente, di informare in tempio reale i soggetti direttamente interessati alla realizzazione dell’impianto.
All’associazione criminale in cui è coinvolto l’agente ‘lobbista’ inviato a Pozzallo, è stata contestata anche l’aggravante mafiosa. Le indagini hanno documentato oltre 30 viaggi nei quali sono stati importati via mare dalla Libia oltre 80 milioni di kg. di gasolio per un valore all’acquisto di circa 30 milioni di euro.
Perché una persona coinvolta in questi traffici è stata mandata da portatori di interessi cui sta a cuore l’impianto di biometano ad agganciare il sindaco di Pozzallo e poi a riferire su un’assemblea del comitato di cittadini preoccupati per i rischi alla salute e all’ambiente?