Falsi diplomi di maturità e false certificazioni Eipass, pasticcio notifiche: a Ragusa processo rinviato di sette mesi
A Ispica venivano reclutati i candidati i quali, pagando una somma di circa 3500 euro ciascuno, di fatto acquistavano il diploma, senza necessità di studiare. Un altro terzetto di imputati operava a Vittoria, attraverso l’associazione Effemme Institute che provvedeva a rilasciare false certificazioni Eipass
(6 marzo 2020)
Dove non è bastato il ‘coronavirus’ a impedire l’apertura del processo ai 23 imputati per i reati connessi alla vicenda dei falsi attestati (scoperta dalla Guardia di finanza mentre indagava sui traffici per i falsi diplomi di maturità), è riuscito il pasticcio delle notifiche in cui è incorso il Tribunale di Ragusa. E così la prima udienza, oggi, è durata pochi minuti, appena il tempo di prendere atto delle irregolarità e rinviare il tutto di sette mesi, al 9 ottobre prossimo.
E’ accaduto infatti che nel decreto che fissava l’udienza per oggi era indicata per errore la data del 6 aprile, anziché appunto quella del 6 marzo. Successivamente sul decreto il presidente del collegio ha apposto a penna la correzione della data, ma in questa nuova versione diversi imputati non l’hanno ricevuto ed è emerso anche che non a tutti era giunta la prima notifica, contenente l’errore. E così dalla fissazione in data 11 settembre 2018 dell’udienza preliminare per il rinvio a giudizio, all’apertura di fatto del processo, il 9 ottobre 2020 – semprechè le notifiche questa volta verranno correttamente eseguite – saranno trascorsi due anni, con tutti i rischi dell’incombente prescrizione almeno per alcuni reati, considerato che i fatti risalgono al periodo febbraio-giugno 2015.
Partita da Ragusa, l’inchiesta sui falsi diplomi di maturità, con oltre un centinaio di indagati nel frattempo divenuti imputati, è approdata ad Agrigento perché qui si trovano tre dei quattro istituti scolastici privati in cui venivano registrati gli esami di maturità mai avvenuti. E’ l’inchiesta che ad ottobre del 2018 ha portato all’operazione Diplomat, con il sequestro di mezzo milione di euro in contanti, tra cui trecento mila euro nascosti in una scatola di scarpe, ad un dirigente scolastico, Gaetano Cani, di Canicattì, deputato all’Ars dell’Udc dal 2015 al 2017.
Il motore dell’associazione per delinquere era però nel Ragusano, esattamente ad Ispica, dove venivano reclutati i candidati i quali, pagando una somma di circa 3500 euro ciascuno, di fatto acquistavano il diploma, senza necessità di studiare ma, semplicemente, copiando i testi delle prove scritte e recitando all’orale un copione prestabilito.
Ma c’è un filone della stessa inchiesta che, per competenza, è rimasto a Ragusa dove appunto oggi avrebbe dovuto cominciare il processo a carico di 23 imputati rinviati a giudizio all’esito dell’udienza preliminare cominciata l’11 settembre 2018 e conclusasi il 30 ottobre scorso. Otto di loro devono rispondere di associazione per delinquere finalizzata al falso ideologico, mentre gli altri quindici sono accusati solo di questo singolo reato.
Tra le figure di maggiore rilievo una coppia di operatori scolastici residente a Rosolini, ritenuta il motore nevralgico di questa fabbrica di falsi diplomi di maturità; lui, addetto di laboratorio, lei insegnante, entrambi in servizio nella scuola pubblica: Giovanni Puccia, 53 anni e Loredana Russo, nata a Modica, 51 anni, la quale però è imputata solo nel filone agrigentino sui diplomi di maturità e non in quello sui falsi attestati. Puccia è ritenuto il vero responsabile del centro d’istruzione Gabriele D’Annunzio di Ispica – crocevia del traffico di diplomi e centro di reclutamento dei candidati – di cui formalmente era titolare e rappresentante legale Corradina Peligra, 39 anni, mentre Angelica Bellomo, 28 anni, nata a Noto e residente a Rosolini, agiva da segretaria-factotum. Nel processo a Ragusa, del gruppo che operava a Ispica sono quindi imputati in tre: Puccia, Peligra e Bellomo.
Un altro terzetto di imputati per associazione per delinquere, con un meccanismo analogo a quello scoperto a Ispica, operava invece a Vittoria, attraverso l’associazione culturale Effemme Institute che provvedeva a rilasciare false certificazioni Eipass (il cosiddetto passaporto europeo di informatica) dietro pagamento di somme variabili da 250 a 400 euro, anche in questo caso senza che avesse luogo effettivamente l’esame per l’accertamento delle conoscenze e delle competenze richieste. La certificazione Eipass è un titolo riconosciuto come credito formativo nell’ambito scolastico e universitario e come attestato di addestramento professionale, rilevante quindi ai fini del punteggio in bandi, concorsi e graduatorie per l’assegnazione di posti al personale, amministrativo e tecnico, della scuola.
I tre imputati vittoriesi sono Gianluca Occhipinti, 49 anni, Daniela Giurdanella Annina, 54 anni, e Lilia Ingallinella, 38 anni. Anche in questo caso, secondo le risultanze investigative, due di loro, Occhipinti e Giurdanella, entrambi dipendenti del ministero dell’istruzione (lui assistente amministrativo, lei insegnante al “Filippo Traina” di Vittoria) gestivano l’associazione, mentre la terza figura, Ingallinella, era una collaboratrice che dava esecuzione alle direttive della coppia. Gli ultimi due imputati di associazione per delinquere sono gli esaminatori che in effetti, secondo il decreto di rinvio a giudizio, nulla ‘esaminavano’, limitandosi ad avallare comunque il rilascio del titolo: Salvatore Spina, 55 anni, residente ad Acquedolci nel Messinese e Filippo Blanco, 63 anni, di Vittoria. Il primo era esaminatore per conto della società Icarus Form 07 srl di Palermo, mentre Blanco espletava lo stesso incarico per conto dell’associazione culturale Effemme Insitute di Vittoria, accreditata al rilascio delle certificazioni Eipass. Gli otto sono imputati di essersi associati tra di loro – scrive il giudice Giovanni Giampiccolo nel decreto di fissazione dell’udienza preliminare – “allo scopo di commettere più reati e, segnatamente, delitti di falso ideologico, costituendo un’associazione per delinquere finalizzata a favorire il conseguimento, con modalità fraudolente e dietro il pagamento di somme di danaro, di certificazioni Eipass (passaporto europeo di informatica) da parte di numerosi soggetti, associazione nell’ambito della quale Giovanni Puccia, Daniela Giurdanella Annina e Gianluca Occhipinti ricoprivano il ruolo di promotori e di organizzatori”.
Anche le false certificazioni Eipass, come i falsi diplomi di maturità, sono state sequestrate e a coloro che le avevano conseguite la Guardia di finanza ne ha inibito ogni utilizzo anche attraverso autocertificazione, e il provvedimento è stato notificato al ministero dell’Istruzione per le comunicazioni di rito all’ufficio scolastico provinciale nella cui sede vengono compilate le graduatorie del personale scolastico, proprio sulla base dei punteggi derivanti anche da questi titoli.
Nell’udienza preliminare sono state indicate come parti civili il Miur (Ministero dell’istruzione, università e ricerca), l’assessorato regionale dell’istruzione e l’ufficio scolastico regionale. Ma nessuna di loro finora si è costituita in giudizio.