Emergenza Covid-19, in fuga come profughi: l’assalto ai traghetti degli emigrati siciliani
Nelle prime due ondate erano rientrati in 35 mila ma altri non si erano registrati ed almeno due dei focolai di contagio noti vengono fatti risalire proprio a questi rientri
(23 marzo 2020)
E’ un esodo massiccio, disperato. Portabagagli ricolmi sulle auto, case viaggianti, scene simili a quelle delle colonne di profughi in fuga dalla fame e dalla guerra.
Sono gli emigrati siciliani che lavoravano al Nord e che cercano la salvezza lungo la via del ritorno.
Respinti alle stazioni ferroviarie in tanti si sono messi in viaggio con auto private per tornare in Sicilia ma ieri sera si è creata una lunga coda di auto in attesa dell’imbarco.
Nelle prime due ondate erano rientrati in 35 mila ma altri non si erano registrati ed almeno due dei focolai di contagio noti vengono fatti risalire proprio a questi rientri.
Tempestivamente informato, è stato Musumeci a lanciare l’allarme: “Mi segnalano che a Messina stanno sbarcando dalla Calabria molte persone non autorizzate – ha denunciato in nottata il presidente della Regione che ieri sera era stato proprio a Messina – . Non è possibile e non accetto che questo accada. Ho chiesto al prefetto di intervenire immediatamente. C’è un decreto del ministro delle Interno e del ministro della Salute che lo impedisce. Pretendo che quell’ordine venga rispettato e che vengano effettuati maggiori controlli alla partenza. Il governo nazionale intervenga perché noi siciliani non siamo carne da macello!”
Poco dopo l’intervento di Musumeci qualcosa si è mosso e sarebbero stati bloccati e rimandati indietro tutti gli automobilisti non autorizzati a sbarcare in Sicilia, cioè coloro che non sono pendolari impegnati in servizio pubblico, come operatori di pubblica sicurezza o sanitari dunque non muniti dell’autorizzazione firmata dal presidente della Regione o suo delegato così’ come stabilito nelle precedenti ordinanze.
La prefettura di Messina ha risposto in nottata all’appello, di fronte alle surreali immagini di file chilometriche in attesa di sbarcare a Messina. Si tratterebbe di persone residenti al Nord spostatesi nottetempo all’annuncio della chiusura di buona parte delle attività produttive. La conferma del rinforzo dei controlli sullo Stretto, già in nottata è arrivata in un post successivo in cui Musumeci annuncia di avere avuto conferma dalla prefettura di una stretta sui controlli che autorizzasse il transito soltanto ai pendolari autorizzati, cioè sanitari e forze di Polizia.
Da quel che si apprende, agli altri automobilisti sarebbe stato impedito lo sbarco e il transito. Non si ha conferma della presenza dell’esercito, ma di un rafforzamento dei controlli da parte delle Forze dell’ordine.