Covid, in trincea contro il nemico invisibile: l’unità di crisi dell’Asp Ragusa coordinata dall’epidemiologo Battaglia
“A Ragusa siamo riusciti a bloccare i focolai effettuando i tamponi ai soggetti sintomatici che si sono denunciati sulla piattaforma Covid 19, nonché ai soggetti sospetti e a quelli che sono stati a stretto contatto con i positivi”
(1 aprile 2020)
Coordina l’unità di crisi Covid, dipartimento prevenzione, dell’Azienda sanitaria provinciale di Ragusa. Angelo Battaglia epidemiologo, 43 anni, un cursus honorum scientifico di primissimo livello, è in trincea sul fronte di guerra contro la diffusione del coronavirus.
“Per evitare la diffusione è ’ importante soprattutto – ci spiega – che tutti utilizzino i dispositivi di protezione individuale. A Ragusa siamo riusciti a bloccare i focolai effettuando i tamponi ai soggetti sintomatici che si sono denunciati sulla piattaforma Covid 19, nonché ai soggetti sospetti e a quelli che sono stati a stretto contatto con i positivi. Questo significa operare ad ampio spettro, come se ci fossero dei cerchi concentrici: un’immagine che dà il senso di come si propaga la malattia. Come quando si tira una pietra in uno stagno: il bersaglio è il punto centrale dei cerchi, e infatti si parte dai casi positivi dai quali ci si scosta per delimitare l’area di rischio.
Purtroppo non mancano i problemi. In Italia stiamo pagando l’importante focolaio che c’e’ in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Da metà marzo tutti campioni vengono eseguiti nel laboratorio dell’ospedale Giovanni Paolo II i cui operatori con abnegazione si stanno impegnando a dare risposte tempestive nell’analisi dei tamponi.
I vertici dell’Azienda stanno cercando di fare tutto per dare risposte all’utenza, consideriamo che stiamo parlando del bene più prezioso, la salute individuale e collettiva e per garantire la sorveglianza attiva con i medici di famiglia, i pediatri di riferimento e gli operatori sanitari”.
– Uno dei motivi di maggiore allarme e di rischio è dovuto al rientro di persone dalle aree più coinvolte del Nord …
“Si, e su questo fronte è stato fatto e viene fatto un lavoro capillare. Ciclicamente sono state contattate telefonicamente le persone che si sono autodenunciate sulla piattaforma del territorio “Portale per la gestione dell’emergenza Covid”. Abbiamo due tipi di quarantena: quella fiduciaria, concernente coloro che si autodenunciano, e quella delle persone a contatto con soggetti positivi”.
– Che contributo ha dato su questo fronte il ‘tampone-drive?’
Il cosiddetto “tampone-drive” in via sperimentale è stato eseguito su 40 soggetti asintomatici. Tutti si sono presentati. Con questo sistema si risparmia anche in termini di consumo di materiale sanitario. Le persone non scendono neanche dalla propria auto e il sistema prevede che gli operatori cambino solo i guanti tra un utente e l’altro. Con risparmio sia di materiale per proteggere gli operatori che di tempo. Ovviamente sono state chiamate persone che sono in grado di spostarsi con il proprio mezzo. Negli altri casi di pazienti positivi si procede con il tampone che viene eseguito a domicilio (in questo caso subito dopo avviene il cambio di tutto il materiale degli operatori… tute, guanti ecc…). La localizzazione di quest’attività dinanzi al presidio del Civile è stata autorizzata dal prefetto. Se tutto andrà bene, si potrebbe estendere l’esperimento anche negli altri distretti di Modica e di Comiso-Vittoria”.
– Quante le persone rientrate dal Nord da quando è scattata l’emergenza?
“I soggetti che si sono autodenunciati sono 2800. Certo non si può escludere che alcuni – pochi o molti – non lo abbiano fatto, ma grazie alla collaborazione con gli operatori di Pubblica Sicurezza abbiamo cercato di avere antenne sul territorio per intercettare ogni potenziale rischio”.
– Com’è organizzata e come opera la task force per il Covid?
“Ne fanno parte fanno parte per Modica il dott. Carmelo Lauretta; per Ragusa il dott. Vito Perremuto; per Vittoria il dott. Gino Taranto. Ciascuno di loro gestisce le equipe che vanno ad eseguire i tamponi ai soggetti sintomatici nelle loro abitazioni e ai pazienti fragili. In più abbiamo coinvolto tanti altri operatori qualificati che stanno collaborando con noi nella gestione epidemiologica del covid”.