Covid-19, paziente infetto fu soccorso senza protezioni. Ancora in servizio quegli operatori del ‘118’
L’intervento otto giorni fa quando non si conosceva il rischio. Da ieri però nessun provvedimento da Seus scpa nonostante l’esito positivo del tampone su quel paziente che nascose la quarantena del coniuge
(24 marzo 2020)
Otto giorni fa gli operatori del ‘118’ hanno eseguito in provincia di Ragusa un soccorso, prelevando nella sua abitazione un paziente che ha avuto bisogno del trasporto nell’ospedale Maggiore di Modica.
Il paziente è coniuge di un soggetto sottoposto a quarantena nella stessa abitazione, ma pare che non abbia reso alcuna comunicazione in questo senso.
Ma c’è di più. Da ieri sera si sa che quel paziente soccorso è affetto da Covid-19 in quanto ha dato esito positivo il test del tampone nei suoi confronti.
Ma quando quell’intervento di soccorso fu eseguito nulla si sapeva di ciò e, addirittura, gli operatori ignoravano anche la circostanza che il coniuge convivente del paziente fosse sottoposto all’isolamento domiciliare. Pertanto nessuna precauzione è stata utilizzata, né sono stati utilizzati gli strumenti protettivi necessari.
Ma la cosa più grave è che da quando, ieri sera alle 23, si è saputo che quel paziente è affetto da coronavirus, nulla è stato disposto per la tutela degli operatori che potrebbero essere stati contagiati, né per i controlli di tutti gli altri soggetti con i quali sono venuti a contatto.
Anzi agli operatori interessati – ovvero quelli intervenuti nel soccorso di otto giorni fa – è stato ordinato di continuare a lavorare come se nulla fosse.
In effetti pare che l’Azienda sanitaria provinciale abbia fatto sapere di potere agire solo sulla base di una comunicazione dei nominativi da parte dell’Azienda che gestisce il 118, ‘Seus scpa’ che però, finora non ha provveduto, lasciando invariata una situazione operativa nella quale quei soccorritori da otto giorni continuano a lavorare come se nulla fosse, con il rischio di essere stati contagiati e di avere trasmesso il virus – e di poterlo trasmettere ancora – ad una moltitudine indefinita di persone.