Coronavirus, aumenta il numero dei casi in Sicilia: ora sono dieci (uno a Ragusa), tre quelli sospetti
"I nuovi contagiati hanno avuto contatti fisici per esserci stati o con persone che sono state in Lombardia", ha sottolineato l'assessore Razza
(3 marzo 2020)
Sale a dieci il numero dei casi di coronavirus in Sicilia . Altri tre casi sospetti sono stati rilevati a Catania (due) e a Palermo, i tamponi risultati positivi sono stati trasmessi all’Istituto superiore di sanità per l’eventuale certificazione. I tre nuovi casi si aggiungono ai 7 comunicati ieri dal dipartimento nazionale.
“Abbiamo accertato che in Sicilia ci sono 7 casi già accertati e altri 3 nuovi casi sospetti sui quali si attendono i risultati dei test”, afferma l’assessore regionale Ruggero Razza.
Il nuovo caso sospetto segnalato dal Policlinico di Palermo riguarda una delle persone che fanno parte della comitiva di turisti bergamaschi in quarantena nell’hotel Mercure.
Dei tre nuovi casi per i quali si aspetta il responso dell’Istituto superiore di sanità solo una persona si trova ricoverata in un ospedale nel catanese, gli altri due non presentano sintomi. Nel complesso dunque sono 10 tra chi ha il virus conclamato e chi rientra tra i sospetti: 3 persone ricoverate (una a Palermo e due a Catania), 4 asintomatici o guariti (2 a Palermo, 1 a Ragusa e 1 a Catania) e tre sospetti.
I tre nuovi casi sospetti, due nella provincia di Catania e uno in quella di Palermo, non destano particolari preoccupazioni “e soltanto per uno è stato necessario, in via precauzionale, il ricovero in ospedale ma non in terapia intensiva”, ha spiegato Razza.
“I nuovi contagiati hanno avuto contatti fisici per esserci stati o con persone che sono state in Lombardia”, ha sottolineato Razza, sottolineando che in ospedale c’è un paziente “della provincia di Catania”.
“I sette casi già accertati di Coronavirus in Sicilia riguardano persone o del tutto asintomatiche, quindi in isolamento domiciliare, o guarite e mantenute comunque in isolamento; solo due sono in ospedale, ma nessuno in terapia intensiva. Tutti hanno avuto un contatto diretto con l’area di focolaio, da noi non esiste alcun focolaio di contagio autonomo”.