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Coldiretti, i coltivatori oggi a Palermo: “Così denunciamo la crisi dell’agricoltura siciliana”

"Da tanti anni non si vedeva una manifestazione simile e devo dire che Musumeci per raggiungere questo trionfo non ha dovuto faticare poi tanto" - commenta l'on. Dipasquale. "Dobbiamo agevolare il ritorno dei nostri giovani nelle campagne, aiutandoli a scommettere sull’agricoltura di qualità" - afferma la deputata pentastellata Stefania Campo

(14 novembre 2019)

Sono in migliaia, precisamente 15.000, e sono arrivati a Palermo da tutta la Sicilia per manifestare contro il Governo regionale e denunciare la crisi dell’agricoltura siciliana. Parliamo dei coltivatori e agricoltori siciliani associati a Coldiretti, la principale organizzazione degli imprenditori agricoli a livello nazionale ed europeo.

Sulla manifestazione, ieri, era intervenuto anche il presidente della Regione, Nello Musumeci: “Ho avuto, e continuo ad avere, grande rispetto per i coltivatori diretti e per gli imprenditori agricoli in generale. Ma quando le manifestazioni di protesta assumono il cattivo sapore della strumentalizzazione provo tanta tristezza. Sarò lieto di incontrare la delegazione della Coldiretti per rispondere, punto dopo punto, alle osservazioni dell’organizzazione. Serve una vera collaborazione, se vogliamo uscire da una crisi che tiene l’agricoltura siciliana (come quella nazionale) alle prese con mille problemi. Molti di questi vanno risolti a Roma e Bruxelles e spero che la Coldiretti vorrà e saprà ammetterlo”.

Il corteo, partito alle 9 di questa mattina da Piazza Marina si è diretto in Piazza Indipendenza, davanti alla Presidenza della Regione. Insieme al presidente nazionale, Ettore Prandini, e al segretario generale, Vincenzo Gesmundo, le responsabili nazionali di Donne e Giovani Impresa, Floriana Fanizza e Veronica Barbati. “Più controlli sui prodotti importati”, “Più chiarezza nella società veterinaria” – sono soltanto alcuni degli slogan sul cartelloni dei manifestanti.

“Gli agricoltori con Francesco Ferreri, presidente Coldiretti Sicilia, protestano contro il fallimento delle politiche agricole giovanili regionali, i ritardi burocratici, la mancanza di una strategia di sviluppo, la crisi dei comparti vitali produttivi” – si legge nella nota di Coldiretti. Il presidente Ferrari ha chiamato, infatti, a raccolta gli agricoltori per i ritardi della burocrazia e i fondi del Programma di sviluppo rurale bloccati, come i 280 milioni per le aziende agricole giovanili, fermi dal 2017. A poco è servito lo sblocco di alcune graduatorie fatto in giunta regionale per una cifra di 50 milioni di euro: gli agricoltori lamentano anche i mancati interventi sulle strade secondarie, la mancata riforma dei consorzi di bonifica e il caro bollette dell’acqua. Tutte cose che il governo aveva annunciato di voler portare a termine, ma che si sono perse strada facendo.

“Cosa stiamo di aspettando? Di farne chiudere migliaia di imprese? Serve avere una risposta concreta dalla Regione Sicilia. Serve avere una risposta strategica rispetto a quelli che sono i bisogni delle imprese. Una risposta per trattenere i giovani e tutelare tutti coloro che decidono di investire sulla terra e sull’agricoltura”. “Oggi, le percentuali di finanziamento sulle domande, sono basse, tra le più basse in Europa. E per non parlare della viabilità e le condizioni delle strade per arrivare nelle aziende agricole” . Sono alcune delle denunce e degli appelli degli agricoltori presenti questa mattina.“Servono controlli sulla nave che arrivano in Sicilia, – proseguono – perché con la concorrenza sleale non possiamo più competere”.

Ma non è tutto. A testimoniare la crisi del primario siciliano, a fianco degli agricoltori, hanno sfilato le numerose imprenditrici che lottano quotidianamente per consolidare le strutture ricettive del turismo Siciliano e non smettono mai di credere in una Sicilia migliore. “Noi ci siamo, vogliamo esserci sempre, perché crediamo che questo Paese deve riprendere ad indignarsi” – dicono sul palco.

Numerosa anche le presenza e la vicinanza del mondo politico. L’on. del PD Nello Dipasquale, presente alla manifestazione, dichiara: “Rivolgo i miei più sinceri complimenti al Presidente Musumeci perché è riuscito nel risultato di avere tra le strade in corteo verso Palazzo d’Orléans migliaia di imprenditori del settore agricolo che stanno protestando nei confronti di questo Governo regionale. Da tanti anni non si vedeva una manifestazione simile e devo dire che Musumeci per raggiungere questo trionfo non ha dovuto faticare poi tanto. Gli è bastato continuare a fare quello che da due anni gli riesce meglio: non fare assolutamente nulla. Eppure era stato avvertito, personalmente ho rivolto numerosi appelli al Presidente avvertendolo di questo rischio. Ma ci vuole scienza anche per sbagliare in modi così catastrofici”.

Anche i deputati regionali del M5S Stefania Campo, Angela Foti, Elena Pagana, Roberta Schillaci, Nuccio Di Paola, Luigi Sunseri e Antonio De Luca hanno partecipato. “Sebbene da forza di opposizione – spiega Stefania Campo – abbiamo una grande responsabilità e possiamo portare a casa risultati concreti per il comparto. Dobbiamo agevolare il ritorno dei nostri giovani e giovanissimi nelle campagne, aiutandoli a scommettere a livello imprenditoriale sull’agricoltura di qualità, sull’agriturismo, sul recupero del territorio rurale siciliano. Per questa ragione intendo rilanciare ma migliorandola e rendendola attuale, una norma già esistente ovvero l’Art. 21 della legge regionale 5 del 2014 denominato ‘Banca della Terra di Sicilia’. Grazie a tale legge sarebbe stato già possibile avviare politiche volte, da una parte, al contrasto dell’emigrazione dalla nostra Isola e, dall’altra, alla concessione di terra da coltivare, rimettendola in produzione e salvaguardandola dal dissesto idrogeologico o dal rischio incendi”.

“Peccato che quanto recitato dalla norma spiega ancora la deputatanon ha visto ancora alcuna forma di vita. Sono passati già cinque anni dall’entrata in vigore di tale  legge e ben due anni dalla nascita del governo Musumeci ma di bandi e concessioni, di fruitori e procedimenti attivi non si vede ancora traccia, nessuna forma di attività amministrativa. Gli uffici sembrano, letteralmente, proiettati da tutt’altra parte. Ma se gli uffici possono anche essere distratti o impegnati su altri fronti ciò non può essere concesso all’assessore e al presidente della Regione, responsabili delle politiche agricole da far intraprendere ai dirigenti e ai funzionari degli assessorati competenti. Tutto ciò che la Giunta regionale è riuscita a fare finora è un modesto atto di indirizzo con cui si individuano le tipologie dei beneficiari delle terre da concedere e le modalità delle procedure da seguire, se poi si cerca di capire quali sono gli appezzamenti, le terre, le proprietà abbandonate e censite si resta con un palmo di naso. Ad oggi non c’è ancora alcun censimento pronto, nessuna notizia; navigando sull’apposito sito web dedicato alla Banca della Terra ci si ritrova a brancolare nel buio, nel vuoto assoluto” – conclude Campo.

“Come possiamo avallare la dichiarazioni del governo regionale – sottolinea Roberta Schillacisecondo le quali va tutto bene se invece oggi gli agricoltori in piazza erano migliaia? Ci sono delle priorità che sono ancora disattese, tra queste ovviamente c’è il PSR, ci sono bandi scritti letteralmente con i piedi che rendono la vita dei nostri agricoltori che vogliono e devono fare impresa, letterlamente impossibile, ci sono condizioni viarie disperate che ci trasciniamo da decenni. Chiediamo di rivedere anche la gestione dei consorzi di bonifica che fanno pagare canoni salatissimi agli agricoltori per l’erogazione idrica, anche molto più esosi rispetto alle altre regioni d’Italia a fronte di servizi idrici pessimi o addirittura inesistenti nonostante già il Movimento 5 Stelle abbia incalzato il governo regionale con audizioni in commissione Ars, l’ultima delle quali è avvenuta lo scorso settembre. E’ indispensabileconclude Schillaci che questo comparto debba essere maggiormente coinvolto nei processi decisori della politica regionale”.

Claudia Trapani

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