Cartoline dall’inferno: benvenuti a Marina di Acate
Le foto che vedete sono state scattate stamattina nei pressi della foce del fiume Dirillo, dove la spazzatura si era accumulata talmente tanto da ostruire la sede stradale. E allora qualcuno ha ben pensato di risolvere "alla vecchia maniera": bruciando tutto
(20 marzo 2019)
Che la frazione acatese versi in condizioni ambientali disastrose è noto da anni. Da Marina di Acate alla vicina Macconi, lì dove la fascia trasformata si estende a macchia d’olio, il problema delle discariche abusive e degli scarti agricoli è una triste realtà mai seriamente combattuta e da quando è partita la raccolta differenziata e sono stati eliminati tutti i contenitori la situazione si è ulteriormente aggravata perché la gente (soprattutto gli immigrati che vivono e lavorano nella zona, spesso persino sconosciuti agli uffici dell’anagrafe) ha continuato a “conferire” i rifiuti sempre nello stesso punto, ma a terra.
Le foto che vedete sono state scattate stamattina da Riccardo Zingaro, amministratore ed ideatore del gruppo “Uniti contro il male oscuro sui tumori”, nei pressi della foce del fiume Dirillo dove, nei giorni scorsi, la spazzatura si era accumulata talmente tanto da ostruire la sede stradale. E allora qualcuno, come al solito, ha ben pensato di risolvere “alla vecchia maniera”: bruciando tutto. “Prima ha appiccato il fuoco – denuncia Zingaro – e poi con una pala meccanica, presumo, ha realizzato un bel muretto che, con le piogge, scenderà, portando con sè tutti i suoi veleni nelle serre, nei terreni e nelle falde acquifere”.
Come redazione, noi di Ialmo, ci riserviamo di sentire quanto prima sulla vicenda il sindaco di Acate, Giovanni Di Natale.
Valentina Frasca