Acqua inquinata a Ragusa: la situazione è in miglioramento ma l’ordinanza permane
Non sono state riscontrate tracce di escherichia coli e di ammoniaca, ma da lunedì la situazione sarà più chiara. Intanto l'opposizione va all'attacco per il modo in cui tutta la vicenda è stata gestita, sia in termini di sicurezza che di comunicazione alla città
(8 marzo 2019)
A che punto è l’emergenza acqua a Ragusa? Se ne è parlato questa mattina nel corso di un incontro tra ASP e Comune e le notizie sono buone.
Le analisi batteriologiche vanno avanti e i risultati completi non si avranno prima di lunedì, ma intanto pare che la situazione sia in netto miglioramento. Non sono state, infatti, riscontrate tracce di escherichia coli (assente già da giorno 6 marzo) e di ammoniaca. L’ordinanza che vieta l’uso dell’acqua, però, ovviamente resta in vigore in via precauzionale per tutte le zone già elencate nei giorni scorsi e che vengono riassunte nella mappa sottostante.
“Arrivano i primi esiti delle analisi: già nei campioni prelevati il 6 marzo, sia in impianto sia nelle rete di distribuzione – commenta il sindaco Peppe Cassì –si evidenzia un netto miglioramento delle condizioni microbiologiche. Pari a zero il livello di escherichia coli. Il protocollo Asp ci dà però delle indicazioni precise: in via precauzionale, quindi, l’ordinanza resta valida fin a quando non avremo i risultati completi di tutte le analisi in corso, incrociati proprio con quelli Asp. A quel punto, comunicheremo le procedure che si dovranno eventualmente seguire. Stiamo inoltre analizzando le criticità riscontrate per valutare una soluzione definitiva, che annulli sul nascere ogni possibile rischio di un problema sorto nel 2013. Per le zone Cisternazzi, Puntarazzi e Nuovo ospedale, dalle 13.00 sarà attiva un’autobotte, disponibile ogni giorno dalle 8.00 alle 20.00. Continua la fornitura h24 in via Falcone, via Berlinguer (ang. Via Psaumide), via Gagini ( nei pressi dell’Oratorio Salesiano), dietro il Campo di atletica Petrulli e in via della Costituzione. Daremo comunicazione di ogni nuovo aggiornamento.
Ed intanto vi riproponiamo il vademecum diffuso ieri proprio da Palazzo dell’Aquila e Azienda Sanitaria per evitare problemi di salute, anche alla luce di numerosi casi di malesseri registrati in città negli ultimi giorni.
Usi NON consentiti:
1. ingestione diretta (bere)
2. utilizzazione nella preparazione ed incorporazione negli alimenti da consumare crudi
3. lavaggio verdura, frutta e ortaggi da consumare crudi
4. risciacquo finale dei piani di lavoro, attrezzature e quant’altro utilizzato durante e per la preparazione degli alimenti
5. lavaggio occhi, denti, cavo orale e dentiere
6. igiene intima
7. detersione ferite senza successiva disinfezione
8. lavaggio stoviglie (piatti, bicchieri e posate) con risciacquo finale a meno che non si provveda ad immersione delle stesse in acqua portata all’ebollizione o al lavaggio a temperatura non inferiore a 80° C ( per esempio in lavastoviglie).
Usi consentiti:
1. igiene domestica
2. igiene personale ( tranne quelle sopra indicate)
SERVIZI ALTERNATIVI DI RIFORNIMENTO IDRICO:
N°3 autobotti, in servizio h24, disponibili in via Falcone, via Berlinguer (ang. Via Psaumide) e via Gagini ( nei pressi dell’Oratorio Salesiano);
N° 2 serbatoi, in servizio h24 a partire dalle ore 17.00 del 07/03/2019, disponibili dietro il Campo di atletica Petrulli e in via della Costituzione. Attivato un numero dedicato per informazioni: 0932 676771.
QUALI SONO LE CAUSE E COSA È STATO FATTO?
La causa della non conformità delle acqua pubblica, per le aree urbane oggetto di Ordinanza, è stata individuata nello sversamento della Sorgente Scribano Oro (esclusa dall’immissione in rete già a decorrere dal 2013) nelle acque della sorgente Misericordia, a seguito di precipitazioni atmosferiche particolarmente intense e violente.
Ancora prima dell’ordinanza sindacale, il Comune ha però precauzionalmente escluso dalla rete di distribuzione i pozzi interessati, svuotando e sanificando inoltre il serbatoio San Leonardo. Le acque fino a quel momento distribuite, seppure non idonee all’uso potabile, non presentano segni evidenti di torbidità. Contestualmente, sempre in via precauzionale, abbiamo attivato un monitoraggio analitico di tutte le acque in distribuzione aumentando la concentrazione di disinfettante.
Tante sono, chiaramente, le prese di posizione politiche sulla vicenda. Per il consigliere comunale del PD, Mario D’Asta, “l’amministrazione comunale di Ragusa si è assunta una pesantissima responsabilità nel minimizzare, per come è stata gestita durante la fase iniziale dell’emergenza, la questione riguardante il divieto sull’utilizzo dell’acqua per fini potabili. Non si può dire alla città che una semplice pioggia o grandinata può avere causato tutto questo. Perché se così fosse vuol dire che il problema è molto più profondo, delicato e strutturale. E, soprattutto, considerate le piogge di domenica 3 marzo, non è possibile che siano trascorse 48 ore per predisporre un’ordinanza sindacale il 5 marzo per pubblicarla il giorno successivo, il 6, pur a fronte della gravità della situazione. Da domenica a mercoledì sono trascorse 72 ore e tutto questo è inconcepibile”.
D’Asta critica anche il modo in cui la cittadinanza è stata informata del grave problema. “Ci sono mamme che hanno bambini piccoli, anziani che non hanno ricevuto alcun tipo di comunicazione: insomma, un panorama pesantissimo. Ma ci sarebbe da ridire pure sulle modalità di comunicazione assolutamente insufficienti e poco chiare anche nei contenuti”. Il consigliere fa sapere, infine, che due settimane fa aveva protocollato, e quindi i documenti sono agli atti, una istanza in cui chiedeva una ispezione proprio nell’impianto di sollevamento delle acque di San Leonardo. Ispezione che è stata eseguita ieri. “Credo ci siano tutti i margini per convocare, in qualità di presidente, la commissione Trasparenza. Su una questa vicenda – conclude – serve fare chiarezza”.
Anche il gruppo Ragusa Prossima ha proposto, per il tramite del consigliere comunale Gianni Iurato, una mozione, accolta dalla medesima Giunta Municipale, volta a richiedere una relazione dettagliata al Rup e al Dirigente del Settore su: cause della contaminazione, procedure di diramazione dell’allarme, risultati delle analisi chimico-fisiche e soluzioni adottate. “L’emergenza è stata, ed è tuttora, gestita con difficoltà, – si legge in una nota – atteso che le zone interessate sono state in prima battuta individuate solo in maniera estremamente generica e che le comunicazioni social risultano difficilmente accessibili a una fascia della popolazione. A ciò si aggiunga che, come dimostrato dalle successive comunicazioni dell’Amministrazione, anche in altre zone della città l’acqua si presenta torbida e maleodorante. I controlli e le verifiche andranno quindi estesi a tutti gli impianti di sollevamento e a tutte le condotte di distribuzione. Andrà poi accertato se anche le cisterne o i sistemi di raccolta in uso negli edifici pubblici e in quelli privati, una volta che sia passata la situazione d’emergenza, debbano essere oggetto di sanificazione e quali siano i possibili effetti derivanti dall’uso di acqua ‘contaminata’. Non va trascurato peraltro che anche la mensa che prepara i pasti per le scuole materne cittadine pare che ricada nella zona in cui è operativo – conclude il comunicato – il divieto di uso dell’acqua comunale”.
Infine il gruppo consiliare del M5S: “Torniamo a mettere in evidenza la grave approssimazione con cui è stata gestita l’emergenza concernente il divieto di consumo dell’acqua pubblica per fini potabili e alimentari. Infatti, solo dopo la nostra sollecitazione in Consiglio comunale, ieri sera, è stata ulteriormente ampliata la mappa delle zone interessate dal provvedimento. Ahinoi, mancava il quartiere di Ragusa Sud, per intenderci via Paestum, Psaumida, Cupoletti, zona artigianale e aree limitrofe. Speriamo che questo ritardo nell’indicare le zone interessate non abbia conseguenze di sorta per la cittadinanza. Siamo stati molto critici anche sul modo di divulgare l’ordinanza che per fatti così importanti non si può limitare ai soli canali social. Sarebbe stato opportuno una sorta di porta a porta – continuano i consiglieri Zaara Federico, Sergio Firrincieli, Alessandro Antoci, Antonio Tringali e Giovanni Gurrieri – chiamiamo alle proprie responsabilità il sindaco Cassì e gli chiediamo che tutti i protocolli di sicurezza necessari in casi del genere possano essere attivati, senza ritenere eccessivo alcun tipo di cautela. Una bruttissima prova generale che ci fa preoccupare qualora queste situazioni avessero a riverificarsi”.
Valentina Frasca