A Ragusa è tempo di bilanci: ecco la dichiarazione del sindaco Cassì e la replica del gruppo M5S
"Non è la solita nota di opposizione, ma una analisi attenta rispetto alle vicende che riguardano la città, analisi che nasce dalla lettura di una delle prime interviste al sindaco Cassì" - dichiarano i consiglieri pentastellati
(7 gennaio 2020)
“L’approvazione del bilancio 2020 entro la fine del 2019 non è una semplice bandierina da appuntarsi, come l’opposizione vorrebbe far credere. Rispettare il termine di legge del 31 dicembre, come mai prima accaduto in questo Comune, garantirà vantaggi all’economia dell’Ente in termini di limiti di spesa, investimenti ed accesso a finanziamenti. Iniziare l’esercizio 2020 nella pienezza della gestione e della disponibilità economica comporta vantaggi concreti. Si potrà, ad esempio, accendere subito il mutuo necessario per proseguire senza interruzioni il programma di riasfaltatura delle strade cittadine. L’approvazione, inoltre, conferma la compattezza del gruppo di maggioranza, invero mai venuta meno, e speculativamente messa in dubbio dalla minoranza per l’assenza di 3 consiglieri su 15 alla seduta di ieri: uno all’estero per un viaggio programmato da mesi, uno a letto con la febbre a 40 e uno nell’ascensore del Comune e arrivato in aula con un minuto di ritardo…! Un gruppo che risponde coi fatti a chi chiede la verifica del numero legale e poi sgattaiola poco onorevolmente fuori dall’aula, attuando i peggiori trucchetti della vecchia politica, o a chi non si presenta per niente, in una seduta consiliare certamente scomoda a ridosso del Capodanno, ma di importanza fondamentale per la città e per i cittadini”. Queste sono state le parole del sindaco di Ragusa, Peppe Cassì, in merito all’approvazione del bilancio di circa una settimana fa.
Il gruppo consiliare M5S Ragusa entra nel merito delle questioni e dichiara: “L’occasione dell’inizio del nuovo anno, che sarà il secondo dell’amministrazione Cassì, consente di tracciare un bilancio preventivo, non numerico, per quello che c’è da fare in città. Non è la solita nota di opposizione, ma una analisi attenta rispetto alle vicende che riguardano la città, analisi che nasce dalla lettura di una delle prime interviste al sindaco Cassì. Soddisfatto per l’approvazione del bilancio preventivo, e per i benefici che ne potranno derivare per la rivitalizzazione del centro storico, per l’acquisizione di palazzo Tumino e per la riqualificazione dell’area dell’ex Scalo merci, il primo cittadino ha avuto modo di ammettere – continuano i consiglieri pentastellati – che c’è molto da fare. Il 2019, a suo dire, sarebbe stato un anno di semina, di progettazione, di reperimento delle risorse, di conoscenza della macchina amministrativa. Giustificate, quindi, le voci di opposizione, legittime le accuse di lentezza, derivante dall’inesperienza, per comprendere la burocrazia di palazzo, ammissione di attenzione senza risultati concreti per le contrade, per le politiche giovanili, per lo sport, per il randagismo. Dalla introduzione al Dup e dall’intervista si evince che, oltre alla manutenzione del territorio e alle politiche per i giovani, l’attenzione massima sarà dedicata al progetto culturale di tutela e valorizzazione dell’enorme patrimonio, materiale e immateriale, di cui gode la città. Legittimati dall’ammissione del sindaco per quanto non concretizzato in 18 mesi di amministrazione, ci sentiamo autorizzati a dire la nostra in merito a quello che dovrebbe essere il governo del cambiamento, secondo quanto predicato in campagna elettorale”.
“Si parlava – prosegue M5S – di una giunta avulsa dai partiti. Dopo le ingerenze di Forza Italia, si fa riferimento all’ingresso in Giunta di Fratelli d’Italia. Del tutto legittimo, e, anzi, assai tardivo, dopo il sostegno in campagna elettorale. Si accenna, poi, a dei pourparler con i peripatetici passati alla Lega, per tramite di contatti della stessa Lega, a Palermo, con Musumeci; si parla, ormai senza riserve, dell’affidamento di deleghe che ha trattenuto il sindaco, verosimilmente per l’ambiente e rifiuti e per la cultura. C’è da sperare che i nomi siano all’altezza della situazione e non vengano fuori che saranno poi gestiti da qualche partito o dallo stesso sindaco. C’è bisogno di gente competente, come, purtroppo, in buona parte non è accaduto fino a questo momento. C’è da sperare che non vengano incrinati equilibri consolidati e che si agisca all’insegna dell’efficientamento della macchina di governo, perché se dobbiamo aspettare che i nuovi prendano dimestichezza con il ruolo, passerà un altro anno e siamo già al giro di boa del mandato, quando si dovrebbe cominciare a raccogliere invece di indugiare ancora alla progettazione”.
“E’ bello ed elegante – spiegano i consiglieri Sergio Firrincieli, Zaara Federico, Antonio Tringali, Alessandro Antoci e Giovanni Gurrieri – sentir parlare di progetto culturale, ma si deve stare attenti agli inevitabili e imprescindibili contatti con le opere pubbliche, con il rilancio dell’economia locale, con il turismo. A questo punto, è chiaro che le scelte non possono essere sottoposte al vaglio dei cittadini, degli elettori, il sindaco potrà agire liberamente ma deve stare attento perché programmi complessi andranno, di certo, oltre il limite del mandato e risultati nei cinque anni ce ne saranno pochi. Lo scalo merci, la vallata Santa Domenica, Cava Gonfalone, la metropolitana di superficie, il Castello di Donnafugata e il suo parco, il centro storico, il trasporto pubblico, non possono rinascere di colpo. La gente è stanca di riunioni, di tavoli, di commissioni, di esperti, di chiacchiere e di programmi fantastici. Quello che ci poteva essere di concreto, come il Gal o il Distretto turistico, lo abbiamo delegato alla vicina Modica, un fallimento che si aggiunge a quello delle politiche di sviluppo economico. Parlare ancora di programmi che sembrano riservati all’elite della città è altamente rischioso. Parlare di grande progettualità è bello, ma vogliamo soffermarci solo su alcuni punti del programma elettorale del sindaco e del gruppo di maggioranza. E’ lo spirito di questa nota che non vuole essere critica, ma piuttosto un memorandum che, forse, il sindaco, fra i tanti impegni, ha dimenticato”.
“Promozione del lavoro – continuano – nascita di nuove attività, piano di rinascita agricola, l’ente fieristico polifunzionale, gli sgravi fiscali per chi assume over 50 o under 30, gli sgravi fiscali per gli esercizi del centro storico, cose ignorate nel recente bilancio. Ignorato il programma per l’accesso allo sport dei figli di genitori disagiati, uno dei punti fondanti del programma, solo attesa per la sorte della Scuola dello Sport, per la quale si è assistito al suo totale abbandono senza intervenire. Già nel 2018 era urgente la revisione del Prg ma, evidentemente, si preferisce continuare a dare autorizzazioni per costruire e per sezionare ulteriormente le cubature già autorizzate. Non si è capito più quali siano le reali necessità abitative, se è vero che lo spopolamento del centro storico dipende dall’esodo in periferia, non si comprende perché si continuano a favorire le costruzioni all’interno del Parco agricolo urbano. Già nel 2018 occorreva un intervento immediato sul Piano particolareggiato, già allora si parlava di realizzare il Teatro della Concordia e la riqualificazione della via Roma, fino alla rotonda. Per il progetto culturale, solo salotto, nulla per la biblioteca comunale che con la ex struttura di via Matteotti dovevano diventare luoghi di aggregazione e di incontro, nessun rilancio dell’offerta universitaria, la cultura non può essere solo abiti d’epoca e ricordi su Donnafugata, ci sono i musei, c’è il Patrimonio Unesco, ci sono le arti, il restauro, gli incontri culturali, c’è la cultura vera, non quella degli imbonitori da salotto. Per le contrade e le periferie, lo stesso sindaco ha ammesso i ritardi. Sempre attenendoci al volantino della campagna elettorale, appare evidente quali sono le deleghe e gli assessori sui quali è difficile esprimere riserve, sulla base di quanto preannunciato. Su questi assessori, è chiaro, si dovrebbe puntare per un rilancio dell’attività di governo, meglio sarebbe dire per far partire una concreta azione di governo, ancorché dopo 18 mesi”.