Il caso della 13enne costretta a prostituirsi scuote le coscienze: le scuole prendono posizione
Le cinque dirigenti vittoriesi di "Scuole in rete" esprimono sincera indignazione e ribadiscono il proprio impegno sul fronte della legalità e del rispetto dei diritti umani
(10 giugno 2019)
Le Dirigenti Scolastiche delle “Scuole in Rete” di Vittoria, che l’8 Aprile scorso hanno sottoscritto l’Accordo di Rete sul tema “La Tratta è un Problema di Genere – La Scuola non Tratta”, in riferimento al recente caso che ha visto una tredicenne vittima del degrado, dell’ignoranza e di un’infanzia negata, costretta all’orrore della prostituzione, dalla madre che permetteva che la figlia venisse abusata in cambio di soldi e di altre utilità, esprimono, in rappresentanza delle comunità scolastiche dirette, sincera indignazione e ribadiscono il proprio impegno sul fronte della legalità e del rispetto dei diritti umani.
“Scuole in Rete” è formata da Rosaria Costanzo per l’I.I.S. “E. Fermi”, Daniela Mercante per l’I.C. “Portella della Ginestra”, Emma Barrera per l’I.I.S. “G. Mazzini”, Giuseppina Spataro per l’I.C. “L. Sciascia” e Antonia Maria Vaccarello per la “G. Rodari” e l’I.C. “San Biagio”.
Nell’ambito della rete “La Scuola Non tratta” di Vittoria saranno promosse azioni di Informazione e Formazione per prevenire e contrastare il fenomeno della Tratta e dello sfruttamento di donne e minori, che troppo spesso, nella nostra provincia, coinvolge le minori (per lo più ragazze minori straniere), ostacolando la frequenza del percorso scolastico obbligatorio.
La rete “La Scuola Non Tratta”, in sinergia con tutti coloro che, avvalendosi degli strumenti investigativi, processuali e penali, scoprono e perseguono reati di contesto, indotti o associati direttamente a ipotesi di sfruttamento, promuoverà conoscenza e consapevolezza riguardo a questo tema, costruendo e diffondendo una cultura della legalità attraverso un lavoro di prevenzione di tale fenomeno, ed offrirà il proprio contributo affinché si costruiscano relazioni di civiltà improntate al rispetto delle “diversità” e della “differenza di genere”.