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Zero cani in canile: dopo il successo di Vieste, il progetto arriva a Comiso

Lotta senza quartiere al randagismo e impegno incondizionato per incentivare le adozioni: tutto questo è il progetto ideato da Francesca Toto e sposato dall'associazione Anpana e dal Comune

(18 aprile 2019)

“Zero cani in canile – Il randagismo da peso a risorsa sociale ed economica”. Questo è il progetto presentato stamane, in anteprima per la Sicilia, presso la Sala Conferenze del Museo Civico di Storia Naturale di Comiso nel corso di una tavola rotonda alla quale sono intervenuti il sindaco Maria Rita Schembari, l’assessore Manuela Pepi, l’ideatrice del progetto “Zero cani in canile” Francesca Toto, Alessandra Nepote (presidente Anpana Comiso-Pedalino) e per l’Asp Ragusa il dott.Gaetano Gintoli. Ad avviare i lavori è stato il neo Commissario della Ps di Comiso, dott. Alberto Salerno, che ha rivolto un saluto ai presenti assicurando la collaborazione della polizia, per quanto di competenza, con gli altri soggetti per contrastare adeguatamente il fenomeno del randagismo.

“Il progetto, di cui il Comune di Comiso è antesignano in Sicilia – ha spiegato il sindaco Maria Rita Schembari – ha come obiettivo quello di trasformare il randagismo in una risorsa sociale ed economica, attraverso la creazione di una rete logistica e collaborativa, a costo zero, tra cittadini, volontari e istituzioni in modo da eliminare gradualmente la necessità dei “canili” intesi come tradizionali luoghi di detenzione dei cani non padronali. Questo progetto, avviato dalla precedente Amministrazione, proseguito e rafforzato dall’attuale amministrazione da me presieduta, è già stato divulgato nelle scuole, più precisamente presso l’Istituto Carducci ed ha riscosso notevole interesse tra gli studenti che hanno collaborato in modo encomiabile anche alle due giornate dedicate al Microchip Day. Il Comune di Comiso, inoltre, ha costituito da alcuni mesi una task -force al fine di mettere in rete tutti i soggetti interessati quali gli uffici comunali, la Polizia municipale, l’Asp, i volontari e le associazioni di volontariato presenti sul territorio”.

Il sindaco Schembari e il dott. Gintoli hanno anticipato che Comune di Comiso e Asp Ragusa apriranno il primo ufficio dei diritti degli animali a Comiso, il cui iter burocratico è già in avanzato stato di perfezionamento. L’assessore Pepi ha ribadito l’incidenza finanziaria che riveste il fenomeno, evidenziando l’importanza del progetto in vista della riduzione della spesa che attualmente grava in maniera importante sul bilancio: “L’obiettivo del progetto – ha detto – è quello di svuotare i canili attraverso la collaborazione attiva dei cittadini che vanno aiutati in questa importante opera non attraverso sgravi fiscali – come si era pensato in un primo momento – ma attraverso l’offerta diretta di servizi e risorse: l’idea è di garantire alle persone che prendono in stallo i cani l’alleggerimento delle spese da sostenere, ad esempio avviando delle convenzioni con veterinari, farmacie e negozi che vendono prodotti per gli animali, attraverso cui erogare servizi e beni direttamente alle famiglie affidatarie. Questa valutazione nasce per evitare che il cane diventi uno strumento per avere lo sconto sulle bollette e permette di avere un controllo sulla buona custodia del cane affidato”.

Il dott. Gaetano Gintoli, sottolineando l’importanza della collaborazione tra tutti i soggetti, ha chiarito come “il progetto sia finalizzato ad eliminare i canili-lager per sostituirli con canili-recupero nei quali l’animali transita per un periodo brevissimo. Elemento fondamentale è il controllo delle nascita dei cani di proprietà e la sterilizzazione dei randagi”. Alessandra Nepote, a nome dei volontari, ha evidenziato il cambiamento culturale della cura dell’animale domestico: “Le famiglie – ha rimarcato – vanno educate alla corretta gestione del cane o del gatto. Indubbiamente, istituzioni, associazioni, enti, volontari e privati devono porre in essere azioni sinergiche”.

Francesca Toto, ideatrice del progetto, ha rappresentato tutti i vantaggi che il Comune di Vieste ha ottenuto grazie all’iniziativa, come il passare da una spesa pubblica di 140 mila euro a 8 mila euro all’anno, si sono azzerate le richieste di risarcimento per aggressioni e incidenti, sono scesi drasticamente i casi di uccisioni e maltrattamenti di animali. Oggi a Vieste gli animali sono una risorsa sociale ed economica“Il progetto – ha concluso – si articola su cinque azioni fondamentali: educazione e formazione del contesto sociale e del cane; sterilizzazione, profilassi e cure; adozione e integrazione dell’animale nel tessuto sociale; costituzione di una task force di controllo; conversione dei canili in oasi senza gabbie. I benefici di questo progetto sono enormi, nonsolo per l’abbattimento dei costi, ma per gli sbocchi economici e occupazionali che può avviare”.

Nel corso della tavola rotonda il sindaco Schembari ha consegnato un attestato di merito agli studenti Fabio Cubisino, che ha anche adottato un cucciolo, Cecilia Digiacomo, Andrea Faro, Vittorio Floriddia, Filippo Dezio, Gaia Sallemi, Agnese Brullo i quali, coordinati dalla docente Rosanna Maganuco, hanno dato un significativo contributo alla manifestazione promossa dal Comune “Microchip Day”.

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