Vittoria, sequestro da 5 milioni a Donzelli: ‘re della plastica’ ritenuto vicino alla ‘Stidda’
Avrebbe offerto rifugi e covi per i latitanti, mettendo a disposizione la propria casa per le riunioni tra gli esponenti dell'organizzazione mafiosa di Vittoria e quelli appartenenti ad altri clan
(11 febbraio 2020)
L’inchiesta in corso sta cercando di ricostruire i fili e gli intrecci di un traffico illecito di rifiuti che, secondo l’accusa, ha per protagonista un noto imprenditore di Vittoria, Giovanni Donzelli, noto come il ‘re della plastica‘, arrestato il 24 ottobre scorso insieme al figlio Raffaele e all’ex collaboratore di giustizia Claudio Carbonaro. Ora la Direzione distrettuale antimafia di Catania ha eseguito il sequestro, disposto dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale, di beni riconducibili a Donzella per un valore di 5 milioni di euro.
L’impresa di Donzelli è specializzata nel settore del recupero e della trasformazione di materie plastiche. Con il provvedimento è stato disposto il sequestro di diverse aziende operanti nel settore della raccolta e riciclaggio della plastica, immobili e terreni, autovetture, conti correnti e disponibilità bancarie.
Il Tribunale di Catania, dopo aver valutato gli elementi forniti dalla Dia e dalla Procura, ha ritenuto sussistente la “pericolosità sociale qualificata” Giovanni Donzelli, che considera contiguo alla Stidda che opera nel territorio di Vittoria dagli anni ’90. Dal punto di vista patrimoniale è stata accertata l’assenza per lui ed i suoi familiari di risorse lecite idonee a giustificare l’entità degli investimenti effettuati ed è emersa una cospicua e generalizzata sproporzione tra i redditi dichiarati ed il patrimonio posseduto.
Secondo quanto accertato durante indagini compiute in passato, Donzelli avrebbe avuto significativi rapporti con l’associazione di stampo mafioso riferibile alla Stidda ed avrebbe offerto rifugi e covi per i latitanti, mettendo a disposizione la propria casa per le riunioni tra gli esponenti dell’organizzazione mafiosa di Vittoria e quelli appartenenti ad altri clan. Numerosi collaboratori di giustizia hanno detto che Donzelli si è arricchito utilizzando il denaro frutto delle estorsioni gestite dal gruppo Dominante – Carbonaro che, decimato dalle sentenze di condanna e dal timore di provvedimenti restrittivi anche per il futuro, aveva affidato il proprio capitale a persone insospettabili affinché lo reinvestissero in attività economiche apparentemente lecite.