Sversamento petrolio Ragusa, ci scrive l’ENI: “dovuto a cause naturali”
La multinazionale chiarisce la propria posizione sullo sversamento di contrada Moncillè assicurando di aver fatto di tutto per arginarlo
Dopo il nostro articolo sullo sversamento di contrada Moncillè, ci ha scritto Eni che, a quasi 3 anni di distanza dall’inizio della perdita di greggio chiarisce la propria posizione rispondendo alle tante accuse che sono state rivolte alla multinazionale in questi anni. Di seguito la nota di Eni:
«Con riferimento agli articoli di stampa relativi agli affioramenti di idrocarburi dal torrente Moncillè (Ragusa), rilevati nell’Aprile del 2019 e tutt’ora in corso, Eni precisa e chiarisce che i sopralluoghi in campo, le verifiche, gli studi prodotti e gli approfondimenti di laboratorio indicano che le scaturigini sono un fenomeno naturale non legato ad operazioni petrolifere. Queste ricerche sono state realizzate da e con il supporto di società qualificate, di certificazione e da enti terzi indipendenti inclusi l’Università di Catania, il Politecnico di Milano e l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
Le verifiche svolte sugli impianti Eni ne hanno attestato la loro integrità ed il pozzo Ragusa-16, presente nelle vicinanze, è in sicurezza nonché chiuso minerariamente. Ciò ad ulteriore conferma che si tratta di un fenomeno naturale non legato alla presenza degli asset Eni.
Eni si è peraltro attivata sin da subito per realizzare argini di sbarramento lungo il torrente Moncillè e mezzi di recupero del prodotto; ciò ha consentito di mantenere confinata l’area di potenziale inquinamento esclusivamente a quella di effettiva manifestazione del fenomeno. Il prodotto delle scaturigini viene interamente recuperato e inviato a smaltimento.
Vengono inoltre condotte e periodicamente attività di monitoraggio ambientale i cui esiti sono riferiti agli enti competenti, in linea con quanto disposto dagli stessi.
Eni ribadisce infine che tutte le analisi e le attività svolte nell’area sono condivise, presidiate e supervisionate dalle autorità e dagli enti competenti coinvolti a vario titolo in tavoli tecnici allargati. Eni assicura che continuerà a monitorare l’evoluzione del fenomeno, mettendo in campo le migliori tecnologie e risorse disponibili per contenerlo e se possibile arrestarlo»