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Siciliacque, la partecipata della Regione promossa a pieni voti

Intervista a Antonio Tito, Presidente del Consiglio di amministrazione

Una delle società partecipate della Regione siciliana che vanta un curriculum d’eccezione e gode di ottima salute è Siciliacque. L’avvocato Antonio Tito ne è presidente del Consiglio di amministrazione dal 2012. Si tratta di una collegata a partecipazione regionale composta da Idrosicilia che ne detiene il 75% delle azioni e la Regione siciliana con il restante 25%.

La Società gestisce il servizio di distribuzione d’acqua extra ambito; gestisce tutte le condotte che adducono agli Ato e ai comuni; questi, successivamente, la somministrano al dettaglio nei loro territori di appartenenza. Siciliacque ha in forza 180 dipendenti.

Qual è lo stato di salute della Società?

“Siciliacque ha sempre chiuso i bilanci in attivo. Nel 2017, qualche giorno fa, la società ha ratificato un attivo pari a quattro milioni e settecento mila euro. Dal 2005 ad oggi ha fatto investimenti per il miglioramento e la realizzazione di nuove condotte. Investimenti attuati con propri soldi e utilizzando gli strumenti messi a disposizione dalla Comunità Europea. Complessivamente sono stati fatti investimenti per 230 milioni di euro”.

Come sono stati utilizzati questi soldi?

“La Società con queste somme ha completato le grandi condotte di Blufi, di Monte Scuro ovest e il Gela Aragona; due centrali idroelettriche come quella dell’Alcantara e di Blufi. E poi sono stati utilizzati anche per la realizzazione di impianti fotovoltaici necessari per ridurre il costo dell’energia nelle zone dove ci sono montagne, ostacoli per i lavori di miglioramento delle condotte idriche. Tutto questo impegno profuso senza aumentare di un centesimo dal 2012 il costo dell’acqua”.

La cronaca racconta di un credito vantato nei confronti della Regione. Vuole spiegarci bene di cosa si tratta?

“Uno dei nostri clienti è l’Ente acquedotto siciliano. L’Eas gestisce, principalmente, le reti del trapanese; zona nella quale Siciliacque con il completamento dei lavori delle condotte del Monte Scuro Ovest siamo riusciti a disattivare il dissalatore che aveva un costo per la Regione siciliana di oltre venticinque milioni di euro all’anno. La Regione siciliana, in virtù della convenzione stipulata nel 2004 quando è nata questa società, ha una responsabilità solidale per quegli enti pubblici che non dovessero riuscire a coprire i costi. Tra questi enti c’è l’Eas. È un credito in quanto il decreto ingiuntivo non è stato posto in attivazione perché la Regione siciliana, già dallo scorso anno, ha inserito una norma nel collegato alla Finanziaria con la quale riconosce questo debito e si impegna a pagarlo come sempre è avvenuto negli anni passati”.

Esistono collaborazioni con altre società partecipate o altri Enti?

“Noi abbiamo dato la nostra disponibilità a diverse università e istituto scolastici di aderire agli stage . Ogni anno organizziamo la giornata dell’acqua e portiamo i giovani degli Istituti Superiori e delle Università a visitare i nostri impianti per spiegare loro come funziona il sistema della distribuzione dell’acqua e della potabilizzazione”.

Qual è lo stato di salute delle acque siciliane?

“Siciliacque svolge, ogni anno, decine di migliaia di analisi. Vantiamo un controllo permanente sulla sua qualità. Acqua che proviene dalla Diga di Ancipa, di Blufi; laddove ci sono sorgenti che ci permettono di prelevarla per poi portarla nelle nostre abitazioni”.

C.L.

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