Il 4 ottobre sciopero alla concessionaria Cappello di Modica e Ragusa
Gravissime le motivazioni alla base di tale forma di protesta indetta dalla Fisascat Cisl
(29 settembre 2021 – sciopero – concessionaria Cappello)
La segreteria territoriale Fisascat Cisl di Ragusa ha proclamato lo sciopero del personale dipendente, per il solo turno di mattina di lunedì 4 ottobre, della concessionaria di automobili Cappello Giovanni e Figli con sedi a Modica e a Ragusa. “Nonostante le intese raggiunte lo scorso febbraio – chiarisce il segretario Salvatore Scannavino – l’azienda ha continuato in condotte volte ad avversare la stessa presenza sindacale in azienda. Avevamo chiesto, così come per legge, che le nostre Rsa partecipassero attivamente alla redazione dei protocolli di sicurezza aziendale per la prevenzione nei luoghi dì lavoro del virus Sars-Cov-2: oltre al formale inserimento, le Rsa non hanno ricevuto alcuna convocazione e alcuna informazione sulle misure adottate sicché l’inserimento nel comitato aziendale si è risolta in una mera formalità burocratico-amministrativa. Inoltre, l’azienda utilizza illegittimi strumenti di controllo dei lavoratori sia per la registrazione degli accessi e delle presenze nei luoghi di lavoro (si farebbe addirittura ricorso al riconoscimento facciale) nonché per il controllo a distanza delle attività lavorative svolte dai singoli lavoratori con software capace di registrare la singola attività del singolo addetto in ogni istante. Se a tutto ciò e anche ad altre meno rilevanti questioni a cui non è stato dato seguito nonostante il verbale sindacale, si aggiunge il licenziamento di una Rsa, certamente illegittimo e ritorsivo nonché il disposto trasferimento dell’altra Rrsa, risulta evidente l’avversità dell’azienda a ogni iniziativa sindacale in quanto vissuta con grande fastidio e sfuggente dal costruttivo dialogo che in più occasioni è stato ricercato dalla nostra organizzazione sindacale. A questo punto, non ci è rimasta altra scelta che proclamare lo sciopero non escludendo iniziative anche in sede giudiziaria”.
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